VENERDI SANTO: i DUE LADRONI
Allarghiamo ora la visuale della nostra attenzione e portiamo alla nostra coscienza il fatto che sul Golgotha, oltre alla croce di Gesù c'erano altre due croci, quelle dei due ladroni. La croce di destra era occupata dal cosiddetto "ladrone buono" che si pente delle sue malefatte ed al quale Gesù dice: "Da questa sera sarai nella casa del Padre mio ". Da R. Steiner apprendiamo che questo ladrone rappresenta Lucifero(2) che ora viene redento.
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(1)1 È difficile pensare che si tratti delle conseguenze di una eclisse anche perché questa non dura che pochi minuti (e non tre ore). Inoltre l'eclisse di Sole (la Luna davanti al Sole) avviene solo quando la Luna è Nuova ed alla Pasqua la Luna è piena. Per questi motivi, pur riportando le indicazioni tratte dai due testi, preferiamo ritenere che l'evento dell'oscuramento del Sole fu prodotto da un altro fenomeno. C'è infatti chi ritiene che l'oscuramento del Sole fu prodotto dal vento del deserto, che ancor oggi in primavera solleva spesso immense nuvole di polvere color giallo-sporco a grandi altezze, provocando l'oscurità totale anche a mezzogiorno.
(2)Lucifero è l'entità del Male che agisce seducendo, blandendo l'uomo. Strappando l'uomo dai suoi compiti terreni e inducendolo a considerarsi "divino" anzitempo.
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Dalla Dichiarazione di Giuseppe d'Arimatea(1) apprendiamo che il primo ladrone si chiamava Demas, era galileo di origine, praticava la pirateria ma faceva anche del bene ai poveri. Principalmente si dedicava a derubare la popolazione giudaica ed aveva rubato persine i libri della Legge a Gerusalemme. Non e difficile comprendere che il suo essere "ladro" si riferisce appunto all'azione di Lucifero di essersi appropriato della conoscenza (ricordiamoci che egli tenta Èva istigandola a mangiare dall'Albero della Conoscenza del Bene e del Male). Ricordiamo che Lucifero era un'entità buona che ha collaborato con il Logos nella creazione del mondo, solo che, a seguito del peccato di orgoglio, causato dall'invidia verso la libertà dell'uomo, è diventato un'entità retrograda e quindi non più portatrice dell'evoluzione. Con l'evento del Golgotha Lucifero ha avuto la sua redenzione in senso macrocosmico; tale redenzione deve trovare ora corrispondenza in ognuno di noi.
Nel cosmo tutto è triarticolato, così lo è anche l'entità di Lucifero. Il suo primo aspetto può essere colto nel fatto che egli ha portato all'uomo le forze dell'orgoglio, della superbia e della presunzione, forze che agiscono nel sentire umano. Il secondo aspetto di Lucifero può essere colto nel fatto che egli ha portato nel capo dell'uomo la facoltà del pensare, mentre il terzo aspetto ha agito sulla sfera della volontà, con la libertà portata nell'atto riproduttivo(2).
Nel testo apocrifo relativo alla sua Dichiarazione Giuseppe d'Arimatea afferma che durante i Colloqui dei 40 giorni, il Risorto consentì a Giovanni dì vedere Demas in Paradiso e egli era simile ad un re di molta potenza portante come insegna la Croce.
L'altro ladrone, che rappresenta Arimane3 altrimenti chiamato Satana, ossia la seconda forza del male, non si pente; al contrario, continua ad insultare Gesù anche sulla croce e per lui non ci sarà redenzione.
Sempre seguendo la Dichiarazione di Giuseppe d'Arimatea apprendiamo che questo ladrone si chiamava Gestas, uccideva con la spada, violava le donne. Beveva il sangue dei bambini, non conosceva Dio e non ubbidiva alle leggi.
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(1)Vedere: "I Vangeli apocrifi ", Ed. Einaudi tascabili.
(2)Al riguardo è da ricordare che le anime degli uomini discendono dal cielo nel periodo da Natale a Pasqua e solamente in quel periodo un tempo gli uomini si accoppiavano. Da ciò il "sentire la primavera".
(3)Arimane è la seconda entità del Male e agisce prevaricando, violentando, condensando rutto in materia e facendo credere all'uomo che l'unica realtà sia la materia stessa.
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Queste indicazioni ci permettono di riconoscere il "profilo" di Arimane dietro queste imprese scellerate. Potremmo pensare che Arimane sarà liberato dai legami che lo tengono costretto nel nostro mondo per tornare al suo mondo, dove è un'entità benefica per quelle condizioni evolutive.
Nel vangelo apocrifo di Nicodemo ed in quello dell'Infanzia Arabo-Siriaco, apprendiamo che i due ladroni appartenevano a quella banda di briganti presso la quale la Sacra Famiglia aveva trascorso la notte durante la fuga in Egitto e Demas (o Dismas) era il fanciullo lebbroso guarito quando sua madre, spinta da Maria, lo aveva lavato nella stessa acqua nella quale era stato lavato Gesù.
Ma cosa differenzia profondamente i due ladroni? Ancora una volta guardiamo alle indicazioni dateci dallo Steiner1 e vediamo come egli sottolinei che la differenza fondamentale tra i due ladroni consiste nel fatto che quello buono ha la fede, l'altro no. Grazie a quella fede, alla fede che gli permette di mantenere ancora un contatto con la spiritualità, egli sarà salvato. Ecco così che sul Golgotha, unitamente all'atto di amore operato dal Gesù Cristo, si manifesta la fede cui segue la speranza della redenzione, nella speranza che la forza del Cristo, compenetrata di amore e fede, potrà estendersi a tutto il mondo.
Abbiamo l'immagine di questa vittoria di Gesù sul male nelle sue cinque ferite dalle quali scende il suo sangue. Il numero cinque rappresenta l'uomo e nasce dalla divisione, ad opera del due, del numero 10, della completezza. Nasce così il 5 + 5, l'uomo che cade e quello che torna a Dio. Quando il sangue di Gesù cade sulla Terra con esso cade anche l'ultimo aspetto delle forze luciferiche agenti sull'individualità umana, e cioè quelle legate allo spirito di popolo. Anche Gesù, in quanto ebreo, era collegato a queste forze e quindi anche da queste doveva liberarsi per conto di ogni uomo.
Da R. Steiner apprendiamo2 che a causa dell'eccedenza di egoismo nel sangue degli uomini, essi avrebbero finito con il corrompersi totalmente, ma l'amore portato dal Gesù Cristo, l'amore di cui era compenetrato il suo sangue, ha impedito che ciò avvenisse. Ciò risuona anche nella frase " Padre, perdona loro perché non sanno quel che si fanno " (Le. 23,24).
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1 Vedere di R. Steiner: "Il Vangelo di Luca" p. 198-199.
2 Vedere di R. Steiner: "Il Vangelo di Luca" p. 197.
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La quinta ferita, quella inferta dalla lancia(1) che gli trafigge il costato, fa uscire le ultime gocce di sangue miste ad acqua, compiendo così un estremo gesto di purificazione, e concludendo il Suo operare nel mondo iniziato a Canahan; abbiamo così: acqua in vino, vino in sangue e sangue in acqua.