Il Sacro Amore di Massimo Scaligero

Messaggi : 211 Data d'iscrizione : 06.06.11

Colui che, sciolto da serie di vincoli della Terra, abbia portato la vita al suo estremo senso, costringendola a stare di fronte a se stessa, in nudo e irreversibile contrapposto, per un atto di volontà assoluta, o di donazione, o di consacrazione, può essere giunto al momento del suo cammino, in cui gli è dato incontrare sulla Terra l’essere del sacro amore, l’ altro, con cui riedificare il Mistero: che non è un riedificare, bensì ritrovare qualcosa che era stato dimenticato. Egli vede questa creatura venirgli incontro come angelo della dedizione, sollecitante la sua dedizione, mentre egli reca a lei la conoscenza, che esige elevarsi dal grado umano al grado dell’angelo. Ambedue sapranno che il sacro amore non può mettere radici nella Terra, ove non superi il limite della Terra, che è parimenti per essi il segreto dell’esperienza terrestre e della Soglia del Mondo Spirituale. La virtù del sacro amore opera nell’anima simultaneamente di qua e di là dalla Soglia: attuarla in una zona dell’anima consapevole, significa suscitare il suo sorgere oltre la “tenebra superiore”, dove vive la sua corrispondente trascendenza. Per ciascuno, l’immagine reale dell’altro è in questa zona come un archetipo adamantino indicante il sentiero androginico della reintegrazione. La possibilità di contemplare tale archetipo dell’altro, oltre la figura quotidiana, sia pure la più idealizzata, è il segno dell’ascesa del sacro amore, ma al tempo stesso l’opera rituale che esige quotidianamente lo slancio del suo momento sorgivo, essendo la contemplazione del massimo Mistero umano. L’archetipo è uno per ambedue, ma per ciascuno assume l’immagine dell’altro: il potere dell’amore nasce dalla contemplazione di un tale Mistero, che parimenti ha il senso della nascita reale dell’ Io. L’Io Superiore può sorgere nell’uomo, dalla sua possibilità di donarsi a qualcosa che egli non è, ma con cui giunge a identificarsi sino a negare se stesso: è l’esperienza di autotrascendimento che dà modo a Parasifal di comprendere, oltre il dubbio e la ribellione, il contenuto sacro del Graal.

Admin Messaggi : 1826 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 54

La prima volta in cui Perceval giunge nel castello del Graal, fallisce la sua prova e vine cacciato. Fallisce perchè non pone la domanda. E' talmente preso dalla meta del suo cercare che, giunto alla fine, dominato dalla brama si precipita ad afferrare la misteriosa coppa completamente dimentico di ogni altra cosa. E' talmente preso da dimenticarsi perfino di se stesso, tanto da non riuscire ad accorgersi di ciò che acacde intorno a lui. Non si accorge nemmeno del vecchio Re pescatore mortalmente ferito e tenuto in vita solo dalla misteriosa forza del Graal. Perceval vuole solo ciò che ha tanto cercato, come prigioniero di un sogno, e non si avvede di nulla, non se ne cura: non pone nessuna domanda sulle condizioni del vecchio Re, poichè non ne sente il dolore, non ne avverte nemmeno la presenza. Allora la mistica visione del bianco castello scompare ai suoi occhi e si ritrova solo. La prova è fallita, perchè in realtà il Graal non è qualcosa ch esi può afferrare con le mani, ma uno stato di risveglio interiore, la capacità dell'Anima di varcare le colonne d'ercole del corpo fisico e dell'individualità per riuscire a percepire l'anima dell'altro.

Cosa ci dicono questi simboli nella nostra pratica interiore?

Massimo Scaligero ha definito il Graal come il mistero del sacro Amore.

Nell'Amore umano, quello che lega insieme un uomo ed una donna, è celato il segreto di una fiamma che può ardere senza bruciare, una fiamma che permette a due sostanze di diventare un unico profumo, che apre all'uomo ed alla donna, insieme, di trasumanare. Questa Fiamma è il segreto degli antichi templi, il segreto dei fedeli d'Amore e dei sufi, della via interiore della cavalleria.

Si dice che il Graal contenga una bevanda infuocata che ha in se il potere della coincidentia oppositorume, della sintesi perfetta del fisso e del volatile, del leone e dell'aquila, dell'uomo e della donna.

Fonte:.ilcervobianco.it/

Admin Messaggi : 1826 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 54

“Ciascuno vive nell’anima dell’essere che ama: l’anima che egli reca con sé è sempre alterata e gli è estranea, finché non scopre che ha nell’anima l’essere del suo Amore: vede questo essere fuori di sé vivente, esistente, ma in realtà esso è la sua anima: cosí è per l’essere che ama. Perché la sostanza reale dell’anima è l’Amore divino, ma insieme la Conoscenza e la Libertà. L’anima è il Regno dei Cieli nell’uomo: l’Io non conosce l’anima, vivendo in essa come ‘ego’, la altera e la degrada. L’Amore realizza l’essere vero dell’anima, il Paradiso reale, ma è la presenza dell’essere amato, che ha la stessa relazione. La confidenza piú profonda, piú intima e piú tenera con la creatura amata, è la relazione dell’Io con l’anima.

Dire ‘anima mia’ all’essere amato è la verità: è l’anima ritrovata, ma è la piú grande forza che l’Io possa realizzare. L’Io è vivo e presente: l’anima è veramente il bene perduto dell’uomo: ossia l’astrale corrotto da Lucifero è il Paradiso perduto, perciò l’Io non è l’Io, perché manca della sua anima.

Questo è il segreto del Sacro Amore”
Massimo Scaligero

Ospite

Il segreto del sacro amore é nel corpo nell'anima e nello spirito.

Ospite

Ma certamente non alberga questo mistero in una capoccia sovraccarica, semmai in un cuore, in un corpo traboccanti

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