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      L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate

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    MessaggioTitolo: L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate    L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate Icon_minitimeMer Apr 10, 2013 3:13 pm


     L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate Lll10
    Gia Piero Abbate

    Gian Piero Abbate: laureato in Fisica a Padova. Diplomato in Teologia, ricercatore sull’antica Cabala ebraica, tiene corsi sia a Milano che a Pordenone. Ha sviluppato teorie fisiche che spiegano sia l’immortalità dei corpi sia la loro Resurrezione. Tiene incontri in varie associazioni per spiegare i cambiamenti in atto sia a livello fisico che a livello spirituale.
    Inoltre utilizza la Cabala, la numerologia e la regressione cosciente senza ipnosi per aiutare gratuitamente le persone nello sviluppo della loro consapevolezza. Ha pubblicato 3 libri


    L'obiettivo finale di questo passaggio
    di Gian Piero Abbate

    Premessa: l’obiettivo è l’espansione cellulare, cioè l’attivazione del corpo di luce


    Preferisco in apertura di queste note chiarire che l’obiettivo di questa fase evolutiva è l’espansione delle cellule che compongono il nostro organismo. Da molti questo fenomeno fisico è chiamato “attivazione del corpo di luce”. Questa è la condizione necessaria per poter passare alla prossima dimensione attraverso un processo di resurrezione. Come vedremo queste affermazioni sono molto complesse, nel senso che si articolano in molte parti tra loro collegate, ma non sono complicate, perché il tutto è legato a fenomeni semplici da capire. Il cambiamento è già in atto da anni, quindi molte persone stanno sperimentando le conseguenze di una progressiva espansione cellulare, e spero che queste brevi note possano aiutarle a comprendere meglio ciò che stanno vivendo. Per coloro che non si sono ancora “risvegliati” spero che queste note siano di stimolo per intraprendere il cammino, perché “..Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi.”, cioè la “ricompensa” sarà eguale per tutti, sia per quelli che rendono sacre le cose che fanno da tanti anni, cioè si sono “sacrificati”, sia per quelli che arriveranno nella vigna all’ultimo minuto.

    I messaggi che arrivano sono parte della Verità

    In questi giorni stanno arrivando tanti messaggi a molteplici persone. Alcuni messaggi si dice arrivino da entità spirituali di alto livello, che vengono canalizzate, mentre altri sembrano arrivare da esseri extraterrestri, detti anche angeli, cioè “messaggeri”, anche questi canalizzati. Ovviamente il mezzo di diffusione è principalmente Internet. Poi ci sono i messaggi privati, che forse sono i più, che non vengono pubblicizzati, ma arrivano a tante persone, e in parte poi si diffondono o come confidenze amichevoli, o per passa parola in piccoli gruppi. Per me resta stupefacente e confortante la sincronia che permea tutti questi messaggi, molto simili tra loro e spesso temporalmente coincidenti. Come fisico non credo alle coincidenze fortuite, quando queste si ripresentano puntualmente e ripetutamente. Non metto quindi in discussione la genuinità di questi messaggi né le capacità di coloro che li ricevono, ma voglio solo ricordare che ogni messaggio contiene solo una parte della Verità, che deve essere ricercata attraverso una visione globale degli stessi. Non solo, ogni persona ha la sua verità individuale, che deve essere trovata a livello singolare, fidandosi di se stessi e del proprio sentire, in ogni caso, anche leggendo queste mie riflessioni. Ulteriore considerazione riguarda i fenomeni “empatici” che legano il sentire di persone che magari neppure si conoscono tra loro, ma sono accumunate da particolari doti percettive: questi “sensitivi” e “canalizzatori” sono strettamente collegati tra loro, e s’influenzano, senza volerlo e senza saperlo, nelle loro percezioni e canalizzazioni, e visto che i messaggi sono necessariamente delle idee trasformate in verbalizzazioni, spesso diversi messaggi scritti possono utilizzare addirittura le stesse frasi, che però non è detto facessero veramente parte dell’immagine mentale ricevuta originariamente.

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    MessaggioTitolo: In risposta a: Obiettivo Finale di questo Passaggio di G. Abate    L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate Icon_minitimeMer Apr 10, 2013 7:19 pm

    [

    Interessante molto questo tema e con le premesse poste da

    G . P Abate. In attesa dell'integrazione...grazie!
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    MessaggioTitolo: Re: L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate    L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate Icon_minitimeGio Apr 11, 2013 10:14 am


    Interpretare i messaggi all’umanità

    L’interpretazione dei messaggi all’umanità, cioè quelli non di tipo personale ed individuale, risulta quindi un elemento fondamentale proprio per la loro comprensione e il conseguente utilizzo. Mi sembra banale dire che spesso i nostri meccanismi proiettivi ci fanno interpretare i messaggi, che per noi risultano essere profetici e quindi relativi ad avvenimenti futuri e magari nuovi, mai sperimentati prima, secondo schemi mentali che cercano o di riportare i fenomeni all’interno di quelli noti, o di creare visioni basate sulle nostre aspettative. Interpretare i messaggi destinati a noi tutti in modo “asettico”, il più impersonale, è veramente difficile. Forse è più semplice ricorrere a un esempio utilizzando brani estratti da messaggi pubblicati in Internet. In “Stazione celeste”, che per me rimane un sito di riferimento anche grazie alla serietà con cui è gestito, è stato pubblicato un messaggio canalizzato da Monique Mathieu, datato 17/12/11 e pubblicato originalmente in http://ducielalaterre.org che, nella parte centrale, testualmente dice: “Quando siete nella tristezza, nell’incomprensione riguardo i vostri comportamenti, posatevi semplicemente la domanda seguente: “faccio tutto quello che mi è chiesto dalla mia anima? In quei momenti, la mia anima sta forse cercando di attivare il processo di trasformazione? Capisco veramente quello che mi è domandato? Devo rimodulare il mio lavoro spirituale?” Vi è anche un’altra cosa : attualmente, ricevete molte energie. Quando durante le cure che alcuni fra di voi compiono, ricevete dosi di energia considerevoli. Queste dosi di energia possono perturbare se, una volta ricevute, non sono sufficientemente uniformati a noi, se non sono sufficientemente in accordo con l’anima e il Divino. Questo è valido per ognuno di voi. Ricevete come un “concentrato”, una massa enorme di energie (non sono energie elettriche) che possono aiutarvi ma anche profondamente destabilizzarvi. Può anche accadere che durante quei momenti rimettete la vostra vita in dubbio. Il presente vissuto nell’istante non vi corrisponde più; siete a cavallo sul passato, il presente e il futuro. Non sapete più verso dove dirigere i vostri passi.” Non metto in discussione alcuna di queste idee, ma è difficile risalire alle immagini arrivate a partire da queste parole, che per altro sono anche frutto di una traduzione. Poi, quali idee vengono evocate? L’obiettivo del messaggio è quello di rassicurare le persone più sensibili rispetto a “La depressione spirituale”, ma già questo titolo può generare ben altro effetto. Se non siamo “sufficientemente uniformati a noi, se non siamo sufficientemente in accordo con l’anima e il Divino” è logico che ne subiamo certe conseguenze, ma simultaneamente se questa è la realtà, questa è perfetta in sé. Se certe considerazioni generano in noi uno stato d’incertezza, o peggio ancora, di paura di non riuscire a fare il giusto, è meglio non leggerle. Questo senza nulla togliere alla bontà degli scopi del messaggio preso come esempio. Anzi, il mio intento è proprio di dimostrare come la mente e le sue elucubrazioni possano generare effetti controproducenti anche a partire da un messaggio di per sé valido, che alcuni troveranno rassicurante, mentre altri no.

    Siamo tutti nell’Uno, inevitabilmente, ma non in maniera consapevole

    Ormai è scientificamente provato che siamo tutti collegati, e non solo tra gli umani, ma addirittura con ogni elemento del creato. Quindi essere tutti nell’Uno è un dato di fatto. Ma questo non significa che ogni persona sia consapevole di questa condizione, né tantomeno che si senta parte dell’Uno. Questa consapevolezza si acquisisce attraverso un lavoro interiore profondo, che molti chiamano il percorso verso il risveglio. Il riconoscersi parte dell’Uno è quindi un passaggio importante nella crescita personale, ma affermo che non è un passo indispensabile verso il passaggio in atto. Come vedremo, questa consapevolezza è di tipo progressivo, e di conseguenza anche dopo questo passaggio non sarà completa, perché sono ancora necessari alcuni milioni di anni di evoluzione per il suo completamento. Però questo passaggio è molto più vicino, e quindi un grado migliore della percezione dell’appartenenza all’Uno è in ogni caso un segno presente, che ci accompagnerà a lungo, forse per sempre. Ho però affermato che questa consapevolezza non è necessaria perché il passaggio in atto si può compiere in tutti, anche coloro che sono ben distanti da queste idee. Si compie, ad esempio, nei bambini, così come nelle persone di buona volontà, a qualsiasi cultura, religione, età appartengano. Tutti sono investiti da questo cambiamento, ovvero tutti sono chiamati, anche se ciascuno vivrà in funzione di quello che è. Il cambiamento non è un fatto culturale, e l’appartenenza all’Uno opera a prescindere dalla nostra consapevolezza razionale.

    L’obiettivo attuale non è essere tutti nell’Uno

    L’obiettivo attuale non è quindi essere tutti nell’Uno, e chi afferma il contrario insegue semplicemente un proprio desiderio, un bellissimo sogno, che sicuramente è destinato ad avverarsi, ma non ora. Dovrei qui aprire una parentesi lunga quanto un libro, per parlare dei portali e delle fasi evolutive che ci aspettano. In sintesi posso dire che i portali da passare nell’evoluzione sono identificati da numeri, che però non devono essere visti per il loro valore matematico, ma per il significato simbolico che comportano. I portali sono identificati con i numeri 1, poi dal 3 al 13, che è l’ultimo dell’evoluzione terrena, e quindi il 33, che è il passaggio alla nuova era evolutiva extraterrestre.
    Quando arriveremo ad affrontare il portale 33 saremo tutti consapevoli di questa appartenenza all’Uno. Però ora stiamo lasciando alle spalle il portale 4, per passare al 5, e questo passaggio equivale a dire che stiamo passando dalla quarta alla quinta dimensione spirituale. Per essere più preciso, ora il portale 5 è aperto, e le persone iniziano a passare; in un certo istante il portale 5 verrà chiuso, e chi è passato bene, alcuni di coloro che non saranno passati resteranno nel mondo attuale tridimensionale, mentre altri, come vedremo, si auto-distruggeranno. Di conseguenza per arrivare al portale 33 ci vorranno ancora alcuni milioni di anni di evoluzione, e solo allora la consapevolezza di essere tutti nell’Uno sarà un obiettivo. Il portale 1 corrisponde alla posizione eretta e la consapevolezza dell’io, il 3 alla scoperta della nostra trinità, poi proiettata nell’immagine di Dio, il 4 alla creazione del corpo mistico di Cristo, grazie alla resurrezione di Gesù. Il portale 5 corrisponde all’attivazione del corpo di luce, portale attivato a suo tempo da Melkisedek, mentre l’evoluzione è guidata da Gesù-Cristo. Giusto per completare questa breve visione dei passaggi evolutivi, l’attivazione del DNA, ormai in atto, e l’attivazione dei suoi 12 livelli o strati, che fa parte del portale 12, per il suo completamento passa attraverso i portali 1, 3, 5, 7 e 9, per completarsi poi nel 33. I portali 1 e 3 li abbiamo già passati, il 5 è quello che dobbiamo passare adesso, il che significa che anche l’attuale passaggio è comunque collegato al DNA, alla sua attivazione e alla sua trasformazione, seppure parziale.

    Cosa significa espandere le cellule del corpo

    Espandere le proprie cellule è una dizione sintetica impropria, perché non si tratta di cambiare le dimensioni delle cellule, bensì di aumentare lo spazio intracellulare, cioè la distanza delle cellule tra loro. Questo fenomeno è possibile solo attraverso una parziale trasformazione, o meglio attivazione, del DNA. Quest’ultimo contiene tutte le informazioni che regolano l’evoluzione del nostro organismo. Quindi anche lo spazio intracellulare viene determinato dal DNA. Come sia possibile attivare questo processo e come possa avvenire lo dirò più avanti, ma ora voglio concentrare l’attenzione sul lato fisico del processo, e sulle conseguenze nell’individuo, a livello di sintomatologia. Dal punto di vista fisico il fenomeno è strettamente collegato all’innalzamento delle frequenze che influenzano il funzionamento del nostro corpo. Molto è già stato detto e più volte ho parlato dell’evoluzione delle frequenze Schumann, di cui farò ora una breve sintesi, ma ultimamente mi sto occupando di altri cambiamenti che stanno avvenendo, dei quali ben pochi parlano, perché non sono stati ancora presi nella dovuta considerazione o forse non sono divulgati. Torniamo alle frequenze Schumann; le onde cerebrali variano dai 0,5 ai 42 Hz, mentre la frequenza fondamentale di Schumann ha improvvisamente iniziato ad aumentare, passando da 7,83 Hz a circa 14 Hz. Questa variazione influenza il funzionamento del cervello in molti modi, incluso la percezione del tempo, che risulta apparentemente accelerato. Altro effetto è un fenomeno di stress dei neuroni, che si risolve in una nuova forma di pazzia, predetta a metà del secolo scorso e denominata “Harbar”. Però la capacità corporea di modificare le proprie frequenze cellulari per l’attivazione di un “Corpo di Luce” dipende anche da questo innalzamento di frequenza. Per chi voglia approfondire questo punto, in Internet sono pubblicati molti scritti e presentazioni in proposito. Però oltre le frequenze Schumann, che influenzano prevalentemente il cervello e non il DNA, ci sono altre frequenze che stanno aumentando. Qui il discorso si complicherebbe molto, perché le forme d’energia sono tante e diverse, e spesso per noi ancora poco conosciute. Semplificando il tutto, la prima energia che ha attirato la mia attenzione è quella osservata dal fisico russo Dmitriev, poi studiata da fisici di tutto il mondo e osservata meglio dalla NASA, che riguarda dei fronti d’onda ad altissima energia che arrivano dall’Universo. Questi fronti, impattando con il nostro sistema solare, generano una formazione di plasma ad alta energia e alta frequenza, che ormai ha invaso tutto il nostro sistema. Questo plasma si configura anche come apporto di nuova materia galattica che ci viene donata. Questi cambiamenti sulla Terra generano ripercussioni sulla materia microscopica, non a livello delle particelle, ma piuttosto a livello molecolare. Ecco perché ritengo stiano influenzando il DNA. La seconda energia che impatta sul nostro corpo, così come su tutto ciò che esiste sulla Terra, è una nuova forma di energia, che chiamerei “olografica”. Questa impatta in modo diverso sulla materia inerte, come le pietre, o su quella vitale, dai batteri agli alberi, o su quella animale. Si tratta di una “energia di forma”, in qualche modo collegata alle equazioni di campo della teoria della relatività di Einstein. Newton aveva semplificato le cose, dicendo che due masse si attraggono tra loro in funzione del loro valore e inversamente al quadrato della loro distanza. Più avanti, in particolare dopo la relatività, si è parlato di campi gravitazionali e di disposizioni spaziali degli stessi nello “spazio-tempo”. Ora questa nuova forma di energia si presenta come una perturbazione del nostro “spazio-tempo”, che ne altera i fattori di forma e la frequenza vibrazionale. Essendo una energia collegata alla forma delle cose, interagisce particolarmente con ciò che stiamo analizzando, perché altera la disposizione spaziale delle cellule e la loro distanza e la loro vibrazione: proprio quanto c’interessa. È un ulteriore dono che ci sta arrivando dal Cielo.

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    MessaggioTitolo: Re: L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate    L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate Icon_minitimeVen Apr 12, 2013 1:12 pm


    L’autodistruzione di chi non si è espanso

    L’aumento delle frequenze influenza sia il nostro cervello sia il funzionamento di tutti gli organi del nostro corpo, e a livello più elementare influenza lo stato vibrazionale delle cellule. Se le frequenze aumentano, allora anche la frequenza di vibrazione delle cellule aumenta, ma questo induce un effetto collaterale, che è l’aumento del diametro di oscillazione delle stesse cellule. L’oscillazione diventa più ampia perché le cellule sono dotate di una certa massa, e quindi all’aumentare della frequenza di oscillazione, aumenta anche l’ampiezza della stessa. Se questo diametro aumenta e le cellule sono troppo vicine tra loro, si scontrano, con produzione di calore a causa degli urti. Questo calore si accumula e produce un innalzamento della temperatura locale. Se questa supera certi limiti le cellule iniziano a disidratarsi, seccarsi, e alla fine carbonizzarsi, prendendo fuoco. Il fenomeno è analogo a quello che si può osservare mettendo un pezzo di carne dentro a un forno a microonde, lasciando il forno sempre acceso. Credo che a molti sia tornata in mente l’immagine simbolica arrivata a Giovanni, e poi trascritta nell’Apocalisse. Il fenomeno è quindi esclusivamente fisico, e facilmente spiegabile. Nessuno ci getterà nel fuoco della Geenna, se non noi stessi. In compenso molti riusciranno a raggiungere la zona “sopravvivenza”, cioè a distanziare le cellule almeno di quel tanto che basta per evitare il fenomeno auto-distruttivo. Non tutti questi saranno stati capaci di attivare il corpo di luce, ma almeno si saranno garantiti la permanenza in un mondo tridimensionale.

    Per risorgere serve l’evoluzione dell’anima e dello spirito

    Anche se il fenomeno è di tipo fisico, non possiamo dimenticare che noi siamo un tutt’uno, e la separazione tra corpo, anima e spirito è del tutto strumentale, ma non effettiva. Quindi se si parla di variazioni a livello cellulare, queste non possono prescindere da cambiamenti negli altri livelli. Ecco perché tutte le religioni hanno sempre parlato di aspetti morali o spirituali come fondamentali, proprio perché risulta impossibile modificare il proprio corpo con un’azione diretta a livello fisico. Non sempre però le religioni hanno insegnato ad asservire il proprio corpo all’evoluzione spirituale, e in questo senso lo Yoga resta un punto di riferimento importante. D’altra parte conoscere o praticare simili discipline può facilitare le cose, ma non è necessario, perché la propagazione sia delle informazioni che dei cambiamenti tra questi tre livelli è automatica, non richiede alcun sforzo di volontà, proprio perché i livelli sono solo una nostra rappresentazione mentale. Per contro, siccome la nostra mente “mente”, dobbiamo assecondarne il funzionamento, sviluppando i cambiamenti dell’anima e dello spirito sulle basi necessarie. La prima base è quella del “cuore”, perché senza le dovute intenzioni e la necessaria attenzione al nostro sentire profondo, non è possibile evolvere. Questa base però deve essere collegata al “cervello”, alla razionalità e alla capacità di auto-controllo. Sicuramente non è la razionalità che ci può guidare, ma per contro la nostra mente è così forte che può impedire ogni cambiamento. In altre parole, noi abbiamo delle capacità ben al di là della nostra immaginazione, ma non riusciamo a concretizzarle perché è la nostra mente che deve accettare l’idea che siamo capaci di fare una certa cosa. La stessa vita dei “santi” di ogni religione ci dimostra come questi, pur sin dall’inizio nella loro pienezza potenziale, siano riusciti a fare “miracoli” solo in modo progressivo, mano a mano che la loro mente trovava confidenza con il loro Io.

    Però questa è una condizione necessaria, ma non è l’obiettivo

    Professionalmente mi occupo di progetti di ricerca, e di conseguenza sono abituato a distinguere tra l’obiettivo e le condizioni necessarie per raggiungerlo. Se per ottenere il risultato voluto in un certo tempo ho bisogno di un dato numero di ricercatori, e ne ho solo la metà, o accetto di allungare il tempo, o è meglio rinunciare da subito, perché in queste condizioni l’obiettivo non risulta raggiungibile. Allora l’eventuale sforzo per aumentare i ricercatori disponibili non può essere confuso con l’obiettivo, ma è solo una soluzione operativa per raggiungere quella condizione che è necessaria per il corretto svolgimento delle attività. Così è nel nostro caso, dove il corretto svolgimento delle attività dipende dalle condizioni in cui versa la nostra anima e la nostra evoluzione spirituale, che sono condizioni necessarie a realizzare in noi il voluto cambiamento. Per queste sono solo, si fa per dire, condizioni necessarie, e non l’obiettivo. Ecco perché chi pensa che la meditazione possa essere un modo per abbreviare i tempi, facilitare il cammino, arrivare all’obiettivo, potrebbe essere nel giusto oppure si sta facendo ingannare dalla propria mente. La meditazione si può utilizzare positivamente, ma se manca la consapevolezza sull’obiettivo, che è a livello materiale, proprio la meditazione può divenire una via di fuga, e in ogni caso un’abitudine a slegare la parte materiale da quella spirituale. Particolare attenzione, in questo contesto che è simile a quello del fare miracoli detto precedentemente, deve essere rivolta alle contro-intenzioni che la nostra mente mette in opera spesso inconsapevolmente. Quando abbiamo un’intenzione forte normalmente ci attiriamo le situazioni e gli eventi che ci aiutano a realizzarla. Lo abbiamo sperimentato tutti, anche nelle piccole cose di ogni giorno: ho tanta voglia di parlare con quella persona che non sento da anni, e squilla il telefono, ed è proprio lei, del tutto inaspettata. Però a volte il meccanismo s’inceppa, non funziona, e spesso è perché la nostra mente ha messo in campo una contro-intenzione più forte della nostra intenzione cosciente. Per questo motivo sarebbe bene una profonda analisi di noi stessi e delle nostre intenzioni, perché l’evoluzione sui piani alti è fortemente legata alle nostre azioni e alla capacità di essere umili, cioè con i piedi per terra. Fare bene ogni cosa nell’arco della giornata, a casa o al lavoro non importa, e non perdere mai la presenza, istante per istante, è molto più importante per evolvere rispetto a qualsiasi meditazione, partecipazione a riti o conferenze, lettura di libri, o, peggio ancora, ogni attività fatta per sentirci belli e buoni.

    L’obiettivo è nella materia, è fisico

    Mi scuso se ritorno più volte a ribadire questo punto, ma siamo tutti così permeati dalla falsa distinzione dei livelli, tra materia, anima e spirito, e dalle molteplici interpretazioni spiritualistiche promosse dalla new-age, che credo sia veramente necessario un salto di pensiero, una nuova filosofia di vita. Non si tratta di scendere a un gretto materialismo, che sarebbe l’opposto del scendere ad un limitato spiritualismo ascetico, ma di riunificare il tutto in noi stessi, avendo però la consapevolezza che ogni cambiamento trova, prima o poi, la sua manifestazione sul piano fisico. Ho scritto “prima o poi” perché la manifestazione materiale dipende da molti fattori, spesso indipendenti da noi, e come vedremo nel caso specifico è attualmente solo di tipo parziale, incompleta. Ciò non toglie che alcuni fenomeni siano oggettivamente misurabili, e quindi rientrino nel campo della fisica. Proprio questi riscontri sono per me fonte di felicità, di conferma, e spesso di apertura a nuove ipotesi. Ad esempio il numero crescente di bambini nati con 3 eliche del DNA, cosa accertata nei laboratori d’analisi, è per me fonte di grande speranza. Paradossalmente anche molti cambiamenti climatici o eventi tellurici, spesso interpretati come presagio di catastrofi o come fenomeni deleteri, sono per me fonte di conferma che Madre Terra è in azione a nostro favore, per agevolare il cambiamento in atto. Se si riesce ad andare oltre lo specifico terremoto, lo tsunami, le piogge torrenziali o le tempeste magnetiche, e si vivono questi fenomeni come benevoli interventi terapeutici della Vita, allora si riesce a percepire il valore dell’intera medaglia, perché non esiste una medaglia con una faccia sola, e le due facce della medaglia chiamata Vita sono inversamente eguali. D’altra parte i cambiamenti osservati sperimentalmente sono molteplici: la distruzione dello strato di ozono, lo scioglimento delle calotte polari e il riscaldamento globale, lo spostamento dei poli magnetici, l'aumento di certe frequenze elettromagnetiche, l’aumento dell'attività cosmica, una quantità imprevista di tempeste solari, maremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, incendi, inondazioni, comportamenti meteorologici bizzarri e molti disastri naturali difficilmente spiegabili, ed altri ancora.


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    MessaggioTitolo: Re: L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate    L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate Icon_minitimeDom Apr 14, 2013 11:25 am


    Solo nell’umiltà è raggiungibile l’obiettivo, la superbia è un freno a mano tirato


    Superbia e umiltà, due termini spesso travisati, così come sacrificio. Superbia, super – bios, mettersi al di sopra della Vita. Non a caso nella religione cattolica è il vizio capitale supremo, la più alta manifestazione del male. Chi è superbo ha un atteggiamento mentale che ne impedisce l’evoluzione, perché non è disponibile ad assecondare la Vita, anzi pretende di dominarla. Difficilmente la superbia viaggia da sola, ma è normalmente in compagnia di altri aspetti sempre negativi rispetto alla capacità di essere collegati ed aperti alla Vita. Per contro il termine “umiltà” è spesso male interpretato, venendo collegato a chi si sparge la testa di cenere. Umile deriva da “umus”, cioè terra, ed è umile chi, pur nella sua grandezza e divinità, resta con i piedi per terra, non monta in superbia, ma continua a considerarsi “piccolo” anche rispetto alla sua stessa grandezza. L’umiltà è collegata alla povertà di spirito, e corrisponde ad un modo di vivere assai concreto e semplice. Non si tratta di sminuirsi, anzi, solo la consapevolezza di ciò che realmente siamo e di ciò che possiamo diventare ci può aiutare in questo cammino, ma si tratta di mantenere il contatto con la terra e con Madre Terra. Coloro che hanno fatto o stanno facendo miracoli sono un buon esempio di persone umili. Dico questo anche per far notare che gli umili non sono certo quelli privi di carattere: quell’immagine di uomo umile perché disposto a tutto, senza forza, senza energia, è profondamente errata. I santi avevano tutti un carattere forte e determinato, non ultimo, come esempio, padre Pio. Gli umili hanno in sé la forza del collegamento al mondo reale, alla Terra, coniugato con la consapevolezza della grandezza del Tutto.

    La paura è il vero impedimento all’evoluzione, cioè alla Fede

    Non dobbiamo avere paura di sacrificarci, perché questo significa “renderci sacri”. Il sacrificio non dovrebbe comportare mai dolore, perché il Padre ci ama, e non ci chiede “sacrifici” di quel tipo. La gioia di vivere è la chiave per rendere la nostra vita sacra. Ma la mente si mette di mezzo, e spesso trasformiamo il sacrificio in qualche cosa di doloroso. E non solo questo, spesso la mente trasforma anche la visione del futuro come un percorso difficile, pieno di spine. Siamo spesso vittime delle nostre paure, frutto di elaborazioni puramente mentali, mentre la Vita si offre a noi in modo “abbondante”, e se la vivessimo senza pregiudizi sarebbe sempre gioiosa. Le nostre paure sono il vero nemico della Fede. Come possiamo fidarci di noi stessi e della Vita se siamo immersi nella paura? D’altra parte sembra proprio che tutto attorno a noi voglia indurci ad avere paura: dalle istituzioni ai mezzi di comunicazione di massa, tutti trasmettono tante diverse paure. La fine del mondo nel 2012, la crisi economica, i cataclismi, persino molte scoperte scientifiche, tutto viene trasformato in messaggi di paura. Perché “potere” e “paura” sono due grandi alleati, da sempre. Liberarci da tutte queste paure ed uscire dai vari gioghi che il potere continuamente cerca di rinnovare è una condizione necessaria per la nostra evoluzione. Chi è religioso ha spesso visto nell’ateismo un pericolo per la Fede, mentre credo che ci voglia una grande Fede per essere veramente atei: gli “atei” di buona volontà sono molto vicini a Dio. Invece è la paura il vero nemico da sconfiggere, ed è questo sentimento che ha rallentato l’attuale cambiamento, iniziato potenzialmente migliaia di anni fa, ma concretamente duemila anni orsono.

    Il cambiamento è già in atto

    In passato ci sono stati vari precursori di quanto sta avvenendo in noi, nel senso che alcune persone hanno sperimentato certi aspetti del cambiamento. Per gli attuali precursori il cambiamento sta avvenendo progressivamente e gradualmente, e ormai il fenomeno sta diventando di massa. Però non ci sarà un giorno del giudizio universale eguale per tutti, come spesso è stato detto, ma ci sarà un giorno “particolare” per ciascuno di noi. Arriveremo alla meta a scaglioni, a gruppi. La separazione tra grano e gramigna è già in atto, ma i campi seminati sono molti, e la cernita richiede tempo. Inoltre ci vuole tempo perché gli eventi si propaghino nei vari piani dell’esistenza, perché è vero che “così è in basso com’è in alto” e viceversa, ma non istantaneamente. Quasi inevitabile ricorrere ancora una volta alla visione di Giovanni descritta nella sua “Rivelazione”: ci sono esseri viventi che sono già arrivati, i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri viventi, quest’ultimi da non confondersi con i quattro cavalieri, che non sono esseri viventi ma le quattro forze della natura; poi ci sono coloro che alla fine arriveranno con le “vesti sfolgoranti”, cioè avendo attivato il corpo di luce attraverso la modificazione del loro DNA, e questi sono i 144.000, numero simbolico che significa la grande massa (1.000) di coloro che sono entrati nella “chiesa” (4, come al quadrato) dei discendenti delle 12 tribù dell’Israele celeste (122 x 1.000 = 144.000); infine arriva una grande moltitudine, della quale si dice: "Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello.”, cioè coloro che non sono riusciti a fare da soli questo cambiamento, ma lo hanno fatto almeno parzialmente, rendendo il loro corpo candido seppur non splendente, attraverso l’opera del loro “Cristo” interiore congiunto con l’Agnello, cioè Gesù-Cristo. Il cambiamento quindi coinvolge molte persone, riunite in schiere a diversi livelli. Ed anche i 144.000 non arriveranno tutti assieme, né sono dei predestinati: il “popolo d’Israele” equivale alla manifestazione terrena del “corpo mistico di Cristo”, e non deve essere visto come un elemento statico: Dio è sempre caos, dinamismo, continuo cambiamento, e anche questo popolo non è stato definito una volta per tutte, ma si sta formando e cambiando nel tempo. I suoi componenti sono il risultato di un processo evolutivo, ed alcuni forse sono già arrivati alla meta, altri sono in moto, altri non si sono risvegliati e forse non lo faranno mai, perdendo questa opportunità, perché tutti sono invitati alla cena del Signore, ma non tutti hanno accettato questo invito. Tutti hanno la possibilità di modificare il proprio DNA, purtroppo però solo pochi lo faranno volontariamente, mentre molti lo faranno solo passando attraverso la grande tribolazione.

    L’emozione è tipica degli umani

    L’emozione è un sentimento tipico degli umani, o per essere più precisi degli “animali”, cioè di coloro che sulla Terra sono dotati dell’anima. L’emozione è di per sé un evento dell’anima che assume un connotato, positivo o negativo, solo dopo che è stata percepita ed elaborata dalla mente. Però un conto è l’emozione, altro è il coinvolgimento emozionale, l’emotività. Emozioni si, ma senza coinvolgimento emozionale. Il distacco dagli eventi è importante in questo momento, particolarmente perché questi sono spesso a-causali. La legge di causa – effetto è ancora valida, ma una visione esclusivamente “karmica” della vita non è più appropriata. Di conseguenza la ricerca delle nostre colpe, degli errori che hanno determinato gli attuali avvenimenti, finisce con l’aumentare le nostre paure e i sensi di colpa. Mentre oggi è particolarmente attivo il principio di sincronicità, enunciato da Pauli, grande fisico, e Jung, famoso psicologo. Secondo questa legge ci sono molti eventi che accadono solo per mantenere un ordine universale. Questi eventi non hanno una causa generatrice, e sono collegati tra loro in modo non visibile, né tanto meno fisicamente misurabile, ma fisicamente spiegabile. È il noto enunciato secondo cui una farfalla batte le ali a New York e in Giappone si scatena un terremoto. Fisica quantistica, questa incompresa! Quindi anche per le emozioni non dobbiamo farci irretire dalla nostra mente, spesso propensa ad interpretazioni negative e alla ricerca delle colpe, nostre o altrui, di quanto succede, ma dobbiamo fermarci a quel bellissimo “soffio” che ci pervade nel momento dell’evento emozionante. E non dobbiamo guardarci indietro, il passato conta solo nella causa – effetto, non nella sincronicità. E tantomeno dobbiamo emettere giudizi, sia verso gli altri sia verso noi stessi. Questo non significa mancanza di critica o divenire abulici, ma vuole essere un invito a vivere pienamente la vita senza porsi troppi problemi mentali, che spesso non aiutano a crescere. In particolare la coscienza della necessità di una “grande tribolazione” non deve essere trasformata in catastrofismo, in paura del domani, perché abbiamo già visto che le paure sono il nostro maggiore impedimento all’evoluzione.

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    MessaggioTitolo: Re: L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate    L'obiettivo finale di questo passaggio di Gian Piero Abbate Icon_minitimeLun Apr 15, 2013 5:43 pm


    Dio è in noi

    Dio è in noi, e si manifesta a tutti i livelli. Dio è in noi a livello spirituale come a livello materiale. Il suo alito non è solo nell’anima, ma in ogni cosa che facciamo. Liberare le scintille di Dio che sono imprigionate nella materia è parte dell’opera degli uomini di buona volontà. Però l’aspetto più importante resta la presenza di Dio in noi. Quindi cercare Dio o altre sue manifestazioni esclusivamente al di fuori di noi è fuorviante. Siamo così compenetrati che spesso è difficile distinguere tra il nostro io superiore e il Dio in noi, se non fosse per l’immenso Amore che proviamo ogni qual volta siamo in stretta connessione con Lui, quell’immenso Amore che purtroppo non sentiamo in modo paragonabile in noi stessi. Non cercare di capire ma vivere, istante per istante, è l’arte dell’essere oggi. Anche perché il nostro cambiamento, magari già in uno stadio avanzato se siamo dei precursori, non si può completamente manifestare. La sua manifestazione può essere solo parziale, ma non completa, perché i tempi non sono ancora quelli esatti. Sempre sulla base del principio di sincronicità e della fisica quantistica, un conto è l’evento, che può essere potenzialmente già accaduto, altro conto è la sua manifestazione nel mondo macroscopico, cioè nella materia. Questo discorso è particolarmente importante per i precursori, che spesso sono critici verso se stessi, percependo dei cambiamenti interiori che poi non trovano riscontro negli eventi esterni. Ci vuole Fede, Pazienza e Carità, verso noi e il nostro prossimo. Fede perché non dobbiamo perdere la fiducia incondizionata nella Vita, Pazienza perché le cose non possono andare sempre come noi vorremmo, ma anzi sono condizionate dall’intero Universo, e quindi ci vuole pazienza, pazienza e ancora pazienza. Infine la Carità, che è quella compassione che magari proviamo verso gli altri ma troppo poco verso noi stessi. Sembrerebbe strano parlare di una Carità verso se stessi, ma è proprio così; la nostra mente crea, involontariamente, separazione, e quando questo avviene è come se fossimo sdoppiati in due, la parte razionale e quella dell’anima. Allora la nostra parte sentimentale deve attivare un sentimento di Carità verso la nostra parte razionale, avendo compassione di noi stessi, cioè vivendo “con passione”, con una “passione” “che ci abbraccia”, i nostri sentimenti.

    La resurrezione non è un salto, ma un passaggio progressivo

    La resurrezione non passa più attraverso la morte fisica, perché la morte è stata vinta. La pienezza di questa vittoria deve ancora manifestarsi, ma ciò che è accaduto duemila anni orsono ha già determinato una situazione irreversibile. D’altra parte i tempi non sono ancora maturi, e forse mai lo saranno, se tutto fosse basato solo sulla crescita umana. Per fortuna i tempi verranno abbreviati, affinché nessuno degli eletti sia perso, ma proprio per questo Gesù, nonostante l’intimo rapporto con il Padre, quando viene interrogato in materia risponde che nessuno, nemmeno lui, può sapere il giorno e l’ora, e di conseguenza avverte tutti noi di essere sempre pronti a questo evento. Il giorno è l’ora non è prestabilito, ancora una volta la Vita è caos, imprevedibile, e questo evento si concretizzerà sul momento, quando ci saranno le condizioni perché questo accada. Tanto tempo, poco tempo, nessuno lo sa, quindi cerchiamo di vivere l’istante fuggente, continuando il nostro cammino verso l’attivazione del corpo di luce, cioè la resurrezione. Spero che sia chiaro che la trasformazione del DNA è un processo, non avviene di colpo, ed anzi può richiedere più incarnazioni, perché questo processo avviene solo nella materia, e quindi il progresso si ferma quando siamo nell’altro stato che assumiamo dopo la morte biologica e prima della nuova nascita, che è uno stato plasmatico. Per questo motivo ora siamo così numerosi ad essere incarnati sulla Terra: la buona volontà di lavorare per il nostro cambiamento l’abbiamo in molti, anche se poi una volta incarnati le cose non procedono esattamente come le avevamo immaginate. Come si dice, lo spirito è forte, ma la carne è debole! I molteplici eventi e le tante manifestazioni che permeano queste note sono però un forte indizio che siamo abbastanza vicini ai tempi finali, e questa considerazione non deve mettere fretta o angoscia, ma gioia di vivere e impegno a fare sempre il meglio del possibile, ciascuno in funzione di ciò che è. Essere ciò che siamo, ecco il segreto.

    Come espandere le proprie cellule: essere liberi nella Verità

    "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi", ci è stato detto. “Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza.” dice un salmo di Davide. La ricerca della Verità resta quindi un passaggio fondamentale del nostro cammino, ma visto che la Verità non ce l’ha nessuno in tasca, per riceverla, visto che è un dono, abbiamo solo una possibilità: rimanere fedeli alla “parola”. Rimanere fedeli alla sua parola non significa fare ciò che Lui ha fatto, perché la Vita è caos, e tutto sempre cambia. Essere fedeli significa avere Fede, e con questa certezza interiore fare il proprio percorso, per ogni persona diverso dagli altri, ma sempre fedeli alla Parola. “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.” dice Giovanni, e ha ben ragione: è la parola che ci deve guidare. Seguire le sue tracce è quanto meno la scelta più ragionevole, visto che Gesù è l’unico risorto, ma questo nulla toglie alla decina di altri Maestri che hanno orientato l’evoluzione dell’umanità. Proprio Gesù ammonisce Pietro chiarendogli che non ha importanza in quale “dio” si crede, l’importante è avere Fede. La libertà ci è necessaria e testimone: sapremo di essere liberi solo dopo aver vinto tutte le nostre paure. La libertà ci permette di espandere le nostre cellule, attraverso un cambiamento del DNA. Sembrano affermazioni molto teoriche, ma la loro concretizzazione è molto più semplice di quanto non si creda. Ho detto “semplice”, non facile. Non c’è nulla di complicato, i “piccoli” lo fanno facilmente, in particolare i bambini puri di spirito, ma ciò non significa che sia facile per noi, con le nostre menti “evolute” così complicate. Forse il tutto può risultare complesso, ma si sa che scomponendo un insieme complesso in piccole parti si ottengono tanti elementi semplici. Cosa fare, come espandere le proprie cellule? Semplice, vivendo istante per istante in piena consapevolezza di sé, in modo positivo, e senza mai perdere di vista l’obiettivo istantaneo, del momento, e quello finale. Significa che in questo momento devo restare concentrato su quanto sto scrivendo, così come voi che leggete dovete impedire alla vostra mente di distrarsi in altri pensieri, e restare presenti a ciò che leggete. Ulteriormente, dobbiamo sapere che tutto ciò che ci capita è funzionale alla nostra evoluzione, e a questo fine può essere utilizzato. Sarebbe bene non sprecare alcuna occasione, usare ogni evento, ogni pensiero, ogni emozione, per attivare il nostro corpo di luce, che rimane l’obiettivo finale di questo passaggio.

    Pordenone, 31/12/11
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