Riporto queste parole di Massimo Scaligero, ( vedi sotto) senza giudizio alcuno e dopo attenta osservazione di ciò che succede attorno a gruppi di studio o singole persone, convinte di essere più speciali di altri perchè hanno ricevuto insegnamenti segreti o dopo ancora aver partecipato a qualche incontro possibile a gruppi ristretti, o ancora, dopo essere entrati in qualche loggia, movimento, ordine ecc.. dalle rigorose leggi interne per la crescita spirituale. A tutti questi, oltre che il mio amorevole saluto " da fratello a fratello" va il mio modesto invito di fare molta attenzione, perchè chi "ha ricevuto" sa che è molto facile scivolare nella via della presunzione, e della vanità del sapere. Spesso e volentieri non la si sa riconoscere e quindi si è convinti di esserne esenti, perchè "figli" di insegnamenti segreti, e quindi da considerarsi più speciali di altri. I "Rinati" però, sanno bene che nella perdita della rettitudine e con questa, tutto ciò che ne consegue, si "ritorna" nella "smarrita via", vanificando tutto il lavoro destinato a pochi, che si credeva di aver fatto.
Naturalmente non si può far di tutta un'era un fascio, ma è interessante notare, come soprattutto negli ambienti più ristretti e rigorosi dove si ha accesso all'antica e nuova saggezza, ci sia il maggior numero di uomini che "perdono la via" preoccupati tanto di coltivare il sapere fine a se stesso con l'intento di " salvarsi l'anima" o di fare di se stessi degli "Dei Solari", anzichè cercare il "Vero Oro e la Vera Pietra Filosofale" che MAI e poi MAI può escludere il "Prossimo tuo come Te Stesso"
Come si usava dire nella Corte di Artù: "Che Dio ci conceda la capacità di riconoscere il giusto, la volontà per sceglierlo e la forza ( soprattutto) per conservarlo"
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Il pericolo di perdita della rettitudine oggi incombe soprattutto su coloro che presumono insegnare, tenere forbiti discorsi, godendo dell’estatica ascoltazione degli altri a cui trasmettono insegnamenti, che invero non possono passare attraverso oratoria o eccitazione misteriosofica.
Coltivando simile vanità, si è esclusi dalla “via”.
Possono essere conosciuti i testi della Saggezza, anche i più riservati, le norme delle “riunioni di gruppo” e i riti segreti, si può aver ricevuto oralmente le tecniche decisive dello sviluppo interiore: tutto questo rimane lettera morta, anzi diviene alimento della presunzione individualistica, se non muove dallo spirito da cui origina, se non può immediatamente darsi come impersonalità, dedizione all’altrui essere: se non può attuarsi come capacità di amare come se stessi qualsiasi creatura umana.
Massimo Scaligero (da Magia Sacra)