OLTRE LA SOGLIA DELLA MORTE
Morire in realtà è solamente uscire dalla coscienza del corpo fisico. Quando siamo passati attraverso le porte della morte, la nostra sapienza e la nostra vita continuano e anzi diventiamo più capaci e questo è un fatto di cui gli uomini dovrebbero compenetrarsi. Dei pensieri che ci siamo elaborati qui sulla Terra, ci nutriamo per tutto il tempo tra la morte e una nuova nascita: in questo periodo infatti potremo avere immaginazione, ispirazione, intuizione, ma non potremo più avere i pensieri.
La salvezza della Terra, perciò dipende anche dal fatto che l’umanità nel presente non trascuri di formarsi pensieri sui mondi spirituali. Escludere il sapere riguardo ai mondi spirituali durante la vita sulla Terra, vuol dire rendersi ciechi in senso animico, nella successiva vita spirituale dopo la morte, entrando così in un mondo nel quale non si vede nulla e nel quale si può procedere solo a spanne.
Addirittura un uomo chiaroveggente che abbia guardato in modo chiaro nel mondo spirituale, ma non abbia trasformato quanto gli è stato dato di vedere, in concetti semplici e afferrabili con la logica, sarà comunque dopo la morte, nel mondo spirituale, come un cieco .
Anche il materialismo rappresenta un fattore che rende gli uomini ciechi dopo la morte.
Per l’intera vita cosmica, esiste molta differenza, che l’uomo miri ad un sapere spirituale oppure che trascuri di raggiungerlo e oggi per il progresso dell’umanità è divenuto molto importante elevarsi al sapere soprasensibile.
Dal momento in cui, dopo la morte, la propria coscienza si risveglia, la morte appare come l’avvenimento più bello, più splendido, più grande della vita. Essa è vista come una forza meravigliosa, che mostra all’anima aperta, che vi è un mondo spirituale, un risorgere dello Spirito parallelo al completo cancellarsi di quanto è fisico. Il nostro cadavere che resta nel mondo fisico, ha ormai ben poco a che fare con il nostro spirito, esso tuttavia interessa moltissimo al Cosmo: con il suo aiuto infatti la Terra pensa e si fa delle rappresentazioni.
Chi ha compreso perciò che cosa sia la morte non la teme più. La morte rappresenta la cosa più sublime, l’avvenimento più possente del nostro essere qui sulla Terra e là nel mondo spirituale.
Le anime che sono ancora sulla Terra e che hanno accolto in sé rappresentazioni sopra i mondi soprasensibili, se sono state capaci di amare, potranno farlo anche dopo la morte. Queste anime diventerebbero infatti sempre più solitarie, se non potessero creare nessun ponte, con le anime rimaste nel mondo fisico. Siamo noi però, che siamo ancora in vita a dover creare le condizioni necessarie, perchè i morti possano vederci. Nella vita della nostra anima, dobbiamo portare ben chiara la convinzione che l’essere che ha passato le soglie della morte, vive. L’uomo può allora diventare un aiuto per i morti, così ad esempio leggere per loro, rappresenta uno dei più grandi doni che gli si possa fare.
Rudolf Steiner