L’UOMO
La nascita sulla terra porta con sé nell’uomo l’oblio della infinita dottrina che prima della nascita aveva acquistato nei piani superiori, le celesti dimore del sapere.
Ma, quanto più un essere procede nella ricerca della Verità, tanto più chiaramente sorge in lui il risveglio, e il desiderio di acquisire la dottrina, sapienza obliata ma vivente, sempre posseduta che nel suo intimo profondo è celata.
Una generazione scompare e un’altra ne nasce, siamo nel Kali Yugama le opinioni errate perdurano, e nessuno vede, nessuno ode, nessuno si sveglia, perché tutti sono immersi in un sonno profondo: solo un limitato numero di persone legge, scruta e indaga per scoprire la Verità e i suoi misteri.
L’essere svegliandosi deve passare dalla forma meditativa alla contemplazione dei segreti contenuti nel mondo della divinità stessa, cioè nel mistero del Mundus Intelligibilis.
Deve cioè penetrare nella pura Teosofia (termine, oggi, tanto bistrattato).
La Teosofia è un orientamento del pensiero, secondo cui si può intuire, comprendere e descrivere, con espressioni, la vita nascosta della Divinità nel suo operare, è anche l’immedesimarsi nella Luce divina attraverso la contemplazione.
La Teosofia postula un emergere di Dio dal silenzioso riservo della sua divinità verso una tale vita misteriosa, e ritiene che i misteri della creazione si fondano in questa pulsazione del Dio vivente.
Scholem
L’uomo è una sintesi di tutte le forze spirituali, forze che hanno edificato la creazione: nella struttura e nell’organismo dell’uomo si riflette la stessa struttura divina, la stessa segreta vita divina: figura Archetipa che comprende in sé ogni cosa.
L’uomo però in origine era un essere puramente spirituale, la forma eterea che l’avvolgeva, dalla quale sono derivati, in seguito, gli organi del corpo, era in un rapporto continuo con la natura Divina.
Se nell’uomo le facoltà latenti dell’anima si acutizzano, attuando e realizzando il processo della conoscenza, l’intelletto nella Conoscenza tenta di riaprire il rapporto ininterrotto con il mondo Divino ed ascendere alla sua origine.
Solo la permeazione con la grazia della Luce divina, lo sforzo di rassomiglianza con l’Archetipo increato, tutta una opera di teosi, potranno alfine trasmutare le energie, che hanno portato all’incarnazione in forma umana in energie augoiche, in forze di liberazione della trasmigrazione cosmica, in forme in incarnabili e ad innalzare al mondo puro ed immutabile dello Spirito.
Ogni qualvolta l’uomo ascende si trova nell’armonia dell’unione, e cercando di trovare una via di ritorno alla originaria unità, compie un processo di redenzione (processo del Tiqqhun), sia personale che umano.
Il processo con il quale Dio concepisce, genera e sviluppa Se stesso, non si compie in Lui solamente, ma in parte, l’identico processo si compie nell’uomo: processo di restaurazione, processo di risollevare le scintille di Luce cadute tra le potenze del male, processo del Tiqqhun.
Il Microcosmo umano rispecchia e possiede in sé tutto quanto è in Dio, e del Cosmo ne è il riflesso.
Come il Cosmo egli riflette ordinatamente nei suoi sette centri (simbolo delle sette Sephiroth inferiori) i sette cerchi planetari; e i dodici segni zodiacali sono costituiti nelle diverse regioni delle membra umane; l’uomo è quindi in sé forza centripeta e forza centrifuga.
Come l’unità divina è vivente in sé, e nel suo movimento pulsa vita, feconda e si rivela, così l’unità umana vive della vita divina, e anch’essa nel movimento vibrante che l’unisce al Divino, pulsa e genera la vita attorno a sé.
Anche la sua unità è attiva e passiva, e il binomio, quando è complemento armonico di Luce, forma l’equilibrio delle due forze, la Bilancia, la coppia, Adamo Eva, la Bilancia che porrà equilibrio redentivo nel processo del Tiqqhun, nel processo universale.
Coppia simile allo Jod e alla He del sacro Tetragramma:
Lo Jod esprime, la He riflette, lo Jod è manifestato e riflesso dalla He, l’equilibrio che feconda l’armonia della sacra unione è il Vau.
Similmente il binomio umano vibra, vive, si esprime e rispecchia nell’altro, alimentandosi vicendevolmente di Luce genera il figlio della Luce.
Analoga alla Luce divina anche l’essere è una Luce ternaria nei suoi piani e nelle sue diverse manifestazioni:
Archetipo, Spirito trascendente, Essere individuale;
Anima mentale, anima senziente, anima vitale;
Come gli elementi divini scaturiti dal sacro Tetragramma, Fuoco, Acqua, Aria, l’uomo li ha in sé come sostanza elementare.
L’uomo infine è il mirabile mistero che raffigura la gloria e lo splendore divino, perché la santità e la magnificenza divina hanno dimora nel suo santuario: nel profondo di sé, nel luogo del cuore, l’essere percepisce la Presenza, la realtà abissale di questa Presenza reale di Dio, che è la Luce increata, immanente, Luce di Gloria, di Fuoco; percepisce l’Archetypus eterno in cui dovrà riassorbirsi mediante la theosi, la deificazione.
Dalla conoscenza di questo mistero l’essere è assorbito, lo vive, lo annuncia e manifesta, ma i più lo ignorano.
Il mistico o l’iniziato che anela vivere la contemplazione di questo mistero, deve considerare se stesso come tempio della Shekinah, e la propria anima come il Trono della magnificenza divina, il Trono di Gloria, centro per il ritorno.
Nella mistica cristiana, specie tra i padri dei primi secoli, il segreto dell’anima, l’abisso del centro cuor, era considerato il Trono di Dio, il Trono di Gloria del Signore, il Regno di Dio è dentro di voi.
Nella Kabbalah, il centro cuore dell’essere è il luogo di congiunzione della trascendenza e della immanenza divina, è il mondo luminoso della Merkabah, punto di estasi e di unione con il Divino, per realizzare la contemplazione unitiva e deificante, permearsi della Luce di Dio, e trasfondersi in quella Luce, che è la Luce del suo Archetipo divino, la sua Essenza increata.
tratto da “Lo splendore della Kabbalah” di Paolo M. Virio – Edizioni Amenothes