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| Titolo: Padre - Figlio - e Spirito Santo - Enzo Nastati Mer Set 24, 2014 5:02 am | |
| L'Amore verso il Padre, il Figlio e allo Spirito Santo
A cosa siamo disposti per Amore?
L'episodio della Tempesta Sedata come rappresentato alla Casa per Michele di Codroipo (Ud)
Quando siamo stati innamorati, quante volte lo abbiamo dichiarato alla persona amata? Anche venti volte in un'ora! E non ci si stancava di ripeterlo, non ci si annoiava. E questo sia per chi lo pronunciava sia per chi lo riceveva. E magari eravamo anche disposti a fare qualche cosa di "speciale" per esternare questo nostro amore. Quando si è innamorati si fanno cose che in altre circostanze sicuramente non si fanno. Qualcuno forse ricorda la vecchia canzone di Mina e Alberto Lupo ("Parole, parole") che parla di un rapporto di amore, in cui "lei" si lamenta perché l'amore che "lui" le dichiara è fatto solo di parole a cui non corrispondono poi i fatti promessi. Bene, chiediamoci ora se il nostro Amore verso i mondi spirituali ha in sé questa forza che tutto trascende. Cosa siamo disposti a fare per esso? O a rinunciare? Il nostro Amore verso i mondi spirituali è fatto solo di parole e di promesse non mantenute o di azioni libere?
L'Amore per lo Spirito Santo
Amiamo lo Spirito Santo? Amiamo la Sapienza? Cosa siamo disposti a fare pur di ascoltare un Pensiero nuovo? Quanta strada siamo disposti a fare? Fino a che punto amiamo la conoscenza? Se amassimo lo Spirito Santo veramente avremmo già mutato mente.
L'Amore per il Figlio
Amiamo veramente il Cristo? Cosa siamo disposti a fare per incontrare il Cristo? Siamo disposti a trasformare in Bene il Male che è in noi? Oppure vogliamo mantenere qualche nostra parte nell'oscurità? Fino a che punto siamo disposti a cambiare dentro, nel nostro cuore? A parole o con i fatti?
L'Amore per il Padre
A cosa corrisponde il nostro amore per il Padre? Il Padre ci chiede sempre di più sforzi, impegni e questo perché vuole riportarci a Lui attraverso prove che rinforzano il nostro Io superiore. Ci vengono richieste azioni che nascono dall'amore per l'ideale, per "la cosa" in sé. Il mondo dello Spirito ci vuole come il Parsifal, il "Puro folle", colui che per il mondo è un folle, colui che è disposto a cambiare tutto nella sua vita.
La via verso Dio
Dobbiamo voler amare veramente lo Spirito, non ci si può limitare o "accontentare" della sola Comunione al mattino o una volta la settimana. Ricordiamoci che nel Vangelo è detto che il Regno dei cieli si conquista con la Forza, ma questa Forza va indirizzata verso la trasformazione interiore e non verso il fuori. Il lavoro di trasformazione incomincia dall'amore profano, l'amore di coppia, per arrivare all'Amore incondizionato di Dio. Pensiamo all'episodio della Tempesta Sedata. A cosa siamo disposti a rinunciare affinchè il Cristo salga sulla nostra barca? Siamo disposti ad aprire tutti i nostri "cassettini" interiori? Siamo disposti a lavorare affinchè anche negli angoli più segreti possa arrivare la vera Luce? Siamo disposti ad essere rivoltati come un calzino? Solo quando riconosciamo l'importanza di questo possiamo aprire il nostro cuore e questo comporta il sopraggiungere di una fase di crisi, crisi come condizione necessaria per realizzare il cambiamento richiesto, crisi che, se compresa e superata, ci porterà un nuovo Dono.
[/size] Eva ascoltò, vide e fece ciò che le ispirò il serpente [size=12]
Il Catechismo
Anni fa, ai ragazzi che andavano a catechismo, veniva posta una domanda: "perché sei venuto sulla Terra?" E la risposta era la seguente: "Per CONOSCERE (e la conoscenza è legata allo Spirito Santo), AMARE (essere portatori della forza del il Figlio e trasformare così il Male in Bene) e SERVIRE Dio (ossia divenire esecutori della Volontà del Padre). Se noi amiamo Dio, ci ameremo anche gli uni gli altri. Solo l'Amore di Dio ci unisce: da soli non possiamo farcela. Solo l'Amore trasforma. Se non riusciamo a trasformare i nostri aspetti negativi significa che, in realtà, non amiamo a sufficienza il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Le prove
Quando siamo nella fase di sviluppo dell'Amore del Figlio viviamo in una è perenne "battaglia". Essa si sviluppa attraverso le prove. Se queste prove arrivano una dietro l'altra è segno che il Figlio ci sta fortemente chiamando per portarci al Padre. Che cosa è una prova non superata? E' comunque un'esperienza. Affrontare un avversario per vincerlo può richiedere molte battaglie; se perdiamo una battaglia, non dobbiamo pensare che tutto è perduto, che abbiamo fallito, infatti, anche nella sconfitta noi facciamo comunque esperienza e quindi diventiamo più forti. Ogni volta che incontriamo il nostro avversario abbiamo la possibilità di conoscerlo sempre di più. Ogni volta scopriamo un suo aspetto nuovo, magari un suo punto debole, un punto dove noi potremo fare leva per vincere la successiva battaglia. Ogni volta che facciamo un'esperienza, positiva o meno, ma soprattutto quando il risultato non è stato positivo, dobbiamo quindi riflettere sull'evento, coscientizzare dove abbiamo mancato o dove potevamo agire diversamente per ottenere un migliore risultato. Così facendo conosceremo meglio noi stessi, i nostri punti deboli e come fare per "irrobustirci" in quegli ambiti: tutto questo è un processo di autocoscienza attivato.
La battaglia con il Male
Nella battaglia con il Male Lucifero si avvicina alla nostra Anima, in quanto lo Spirito non può essere attaccato. Nella Genesi viene riportato come Lucifero prima sussurra all'orecchio di Eva (espressione dell'Anima), poi sostiene il suo piano attraverso la vista ed infine L' Anima Èva compie l'azione da lui suggerita. I passaggi sono: orecchio-udito, occhio-vista e quindi l'azione. Da ciò si desume che quando porgiamo l'orecchio siamo già caduti nel tranello di Lucifero e quando "vediamo" ormai siamo spacciati. Infine l'azione vera e propria corrisponde alla Caduta. La prima fase, quella dell'orecchio-udito è l'anello debole del "processo di Caduta", dove Lucifero sfodera tutta la sua astuzia. L'astuzia è l'intelligenza usata per il tornaconto personale. L'astuzia agisce mescolando la verità alla menzogna. Lucifero inizia la sua tentazione ampliando la sfera di conoscenza di ciò che già conosciamo catturando con ciò la nostra fiducia. Tutto il resto che lui ci dirà è solo una conseguenza. Si rende quindi fondamentale avere la forza dello Spirito Santo in noi e del discernimento degli Spiriti, per voler trovare la Via e la Verità, che ci farà liberi. Il Cristo ci porta la Verità, la quale ci rende liberi, mentre Lucifero ci da la "licenza"di poter fare ciò che vogliamo, per alimentare il nostro ego. La licenza non è la vera libertà, e quindi non saremo liberi dalle conseguenze delle azioni fatte. Ogni licenza infatti, anche la licenza di pesca, ha una scadenza un costo da pagare: così per le nostre azioni egoistiche dovremo "pagare" un prezzo, il karma. Il punto fondamentale per rompere questa catena è riconoscere la menzogna: a tale scopo dobbiamo fare appello al discernimento degli Spiriti. Lo Spirito in noi ci viene donato dallo Spirito Santo, che ci concede il discernimento degli Spiriti solamente se abbiamo delle sufficienti "credenziali". Le credenziali non sono altro che le nostre azioni libere (le azioni libere già fatte, con le quali concretamente esprimiamo la nostra realtà interiore). Sarà sulla base di queste che lo Spirito si "fiderà" di noi e ci porterà i suoi Doni. Solo se abbiamo sufficienti "credenziali", se abbiamo compiuto azioni, frutti, degni della libertà, lo Spirito potrà amarci e quindi donarci i suoi Doni. Possiamo quindi dire che apriamo la porta a Lucifero quando mescoliamo cose vere con cose false, questo sia che avvenga in buona sia che avvenga in cattiva fede. Le Tentazioni nel deserto, avvenute dopo il Battesimo al Giordano
La chiarezza
La prima cosa da fare per non cadere nel tranello di Lucifero è essere chiari: non prestare orecchio alle dicerie, alle calunnie, alle chiacchiere di corridoio, ecc. Nostro compito è far tacere eventuali nostri giudizi prematuri ed andare ad ascoltare anche l'altra "campana". Quando si parla è necessario guardarsi dall'entrare nella chiacchiera o, peggio ancora, nella maldicenza, bensì promuovere l'incontro a tre per portare chiarezza. Ogni volta che ci troviamo davanti ad una prova dobbiamo innanzitutto portare chiarezza. Gesù nel deserto, all'inizio della sua opera, non trasforma il Male in Bene, ma lo allontana con un richiamo alle Scritture, alla Legge, portando così chiarezza. Il Male si è quindi allontanato da Lui con la promessa di ritornare al momento propizio. Gesù riconosce che non può ancora affrontare e trasformare le forze dell'ostacolo, ma può solo per allontanarle. In questo frangente Gesù ha fatto esperienza del Male, lo ha incontrato. Dopo la Trasfigurazione anche i demoni obbediranno a Gesù.
La coscienza
Per lavorare nella direzione del Cristo, dobbiamo favorire il processo del risveglio di coscienza negli altri, e non giudicare, per non scendere allo stesso livello del Male. Se analizziamo infatti il passo del Vangelo di Giovanni 18,23, ci soffermeremo al punto dove il soldato da lo schiaffo a Gesù. Per trasformare il Male in Bene, bisogna portate l'altro ad interrogarsi. Bisogna porre domande per portare chiarezza e portare coscienza. Questa forza ce la da il Cristo, in quanto in noi è stato posta una scintilla del Cristo. A noi il compito di ravvivarla giorno dopo giorno per arrivare all'Amore spirituale. Solo ponendo domande si porta chiarezza e quindi si sviluppa la coscienza.
ENZO NASTATI | |
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