Ermes non è Marte. Coscienza impura ed esaltazione della volontà imperativa non fanno nessun miracolo. Se non ti metti nello stato di coscienza pura, non capirai che cosa sia il mercurio volente. La volontà ermetica è il diritto di creazione di ogni forma, quindi un potere creativo che ha la sua origine nello stato della coscienza integrata.
La volontà non è il desiderio né l’appetenza di una cosa a raggiungere. Non è l’idea fissa di una cosa a realizzare. Non è uno sforzo permanente, come se in un minuto il dardo dovesse scappare dal nostro capo congestionato fino al pericolo di un colpo apoplettico. Non è l’incaponirsi a proiettare fuori di sé un’idea che deve diventare realtà malgrado ogni ostacolo. Non è la cocciutaggine... Non è niente di quanto a prima vista si può credere.
Marte è dio della guerra. Mercurio, callidus, astuto, penetrante è dolce, giocondo, lepido. La volontà ermetica è creatrice, la marziale di lotta è distruttrice.
L’ermetismo non riconosce volontà magica che non sia come l’Ermes, creatrice con dolcezza, né è possibile la creazione con la violenza; tanto meno è possibile senza uno stato di integrità di coscienza liberata da ogni servitù. La volontà marziale irruente non genera; la virilità è un fulcro che trucida.
Ares è Marte come l’Aziy che è il formidabile. Virgilio lo chiama Gradivus pater, il padre dei combattimenti. La volontà ermetica può armarlo per distruggere, essa basta a creare.
La volontà marziale converte i giovani iniziandi in guerrieri eraclei che pretendono esercitare il potere creatore coi mezzi distruttivi. La volontà, intesa come forza o energia della immaginativa, è propria delle coscienze schiave di pervenire. Non serve a nulla.
Giuliano Kremmerz