La forza della preghiera
Se rafforzeremo la vita spirituale con la preghiera, non ci occorrerà che attenderne gli effetti. E questi non mancheranno. Ma solo chi avrà prima riconosciuto la forza stessa della preghiera come una realtà, ne cercherà gli effetti nel mondo esterno. Chi abbia riconosciuto una tale realtà potrà fare il seguente esperimento. Dopo avere per dieci anni della sua vita disprezzato la forza della preghiera, potrà guardare questo decennio trascorso senza preghiera; e potrà poi guardare ad un secondo periodo di dieci anni, anch’esso ormai trascorso, durante il quale egli ha riconosciuto la forza della preghiera; confronti poi i due decenni: scorgerà che il corso della sua vita si è trasformato sotto l’influsso della forza che egli ha riversato nell’anima con la preghiera. Le forze si palesano nei loro effetti. È facile negare l’esistenza delle forze, se non
se ne suscitano per nulla gli effetti. Qual diritto ha di negare la forza della preghiera chi non ha affatto cercato di renderla efficace in se stesso? Come potrebbe conoscere la forza della luce colui che non l’ha mai esplicata o non le si è mai avvicinato? Una forza che deve agire nell’anima e mediante l’anima, la si impara a conoscere soltanto facendone uso. …Chi, per esempio, potrebbe misconoscere se non prende la preghiera solo unilateralmente in senso egoistico, ma nel modo piú ampio che cosí intesa la preghiera costituisce una parte essenziale dell’arte? Certo, nell’arte può esserci anche un altro atteggiamento; un atteggiamento leggero, umoristico, che si solleva al di sopra della devozione. Ma nell’arte esiste anche qualcosa che si esplica in forma di preghiera: l’ode, o l’inno. Perfino nella pittura abbiamo qualcosa che potremmo chiamare una preghiera dipinta. E chi mai potrebbe negare che in un grandioso e magnifico duomo ci sentiamo avvolti quasi da una preghiera divenuta marmo, da una preghiera che sale verso il cielo? Basterà comprendere queste cose nel loro rapporto con la vita; allora si comprenderà pure che la preghiera, se la consideriamo nel suo lato essenziale, appartiene a quelle cose che, dalla limitatezza e dalla transitorietà della sua vita, conducono l’uomo all’eterno.
Da Rudolf Steiner - L'intima natura della preghiera, O.O. 59.