IL CRISTO E' IL PIU' GRANDE AVATAR
Il Cristo è il piú grande Avatar, e quando discende quaggiú una tale Entità, come il Cristo discese in Gesú di Nazareth, allora accade qualcosa di misteriosamente importante. Se mettiamo entro la terra un chicco di grano, esso germina e ne salgono su steli e spighe che contengono tanti chicchi, copie dell’unico chicco di grano da noi seminato nella terra. In ugual modo accade nel Mondo spirituale, poiché «tutto l’effimero non è che un simbolo» (Goethe). Quando l’evento del Golgotha fu compiuto, accadde qualcosa al corpo eterico e al corpo astrale di Gesú di Nazareth: essi furono moltiplicati dalla potenza del Cristo, e da quel tempo in avanti nel Mondo spirituale vi furono tante e tante repliche di quel corpo eterico e di quel corpo astrale. Ed esse continuarono ad operare. Quando viene quaggiú una individualità spirituale, assume un corpo eterico e un corpo astrale. Nel caso il karma di quella individualità lo permetta, essa riceve, insieme agli altri veicoli, una replica del corpo eterico di Gesú di Nazareth. Questo si verificò, ad esempio,nei primi secoli della nostra èra, in Sant’Agostino, che ricevette come proprio corpo eterico la replica del corpo eterico di Gesú di Nazareth. Mentre l’astrale e l’Io erano suoi propri. In tal modo, quello che l’Uomo-Dio di Palestina aveva sviluppato, poté trasferirsi in altri uomini che dovevano portare avanti la Forza-Cristo e il Suo impulso. Poiché però Sant’Agostino aveva il suo proprio astrale e il suo Io, era espostoa tutti i dubbi e a tutte le incertezze, che gli fu difficile vincere, in quanto gli venivano dagli elementi della sua natura non ancora perfezionati. Quando riuscí a domare una tale lotta interiore, trovò in sé quella replica dell’eterico di Gesú di Nazareth le cui forze erano insite nel proprio corpo eterico, e per un determinato periodo riuscícosí ad annunciare alcune verità come un grande discepolo dei Misteri.
Molti altri ve ne furono come lui, ai quali fu permesso che si schiudessero sublimi idee archetipiche; esse germogliarono negli uomini del VI, VII e VIII secolo della nostra èra, grazie alle repliche del corpo eterico santificato di Gesú di Nazareth insite nel loro corpo eterico. Essi ebbero in dono, oltre al contenuto della dottrina del Cristo, la replica del corpo eterico di Gesú di Nazareth inserita nel loro corpo eterico, e per questocomprendevano, per intima consapevolezza, che il Cristo vive. Accadde lo stesso a Paolo
quando vide.
Fino ad allora qualcuno si era forse fatto convertire da ciò che si sentiva raccontare dell’evento di Palestina?Nessuno era stato in grado di trasformare Saulo in Paolo, eppure la spinta piú potente partí in seguito proprio da lui, divenuto acceso di un fuoco rovente grazie ad un evento occulto.
Fanno realmente una ben strana figura coloro che vorrebbero un Cristianesimoprivo di illuminazione spirituale!E a loro volta, attraverso l’interiore illuminazione, si propagarono le repliche del corpo astrale di Gesú di Nazareth in altri uomini; costoro poterono sperimentare il Cristo nella propria vita interiore, perché portavano dentro di sé un residuo del Cristo storico.
Negli ulteriori secoli, XI, XII, XIII e XIV, alcuni uomini maturi karmicamente per questo, ricevettero nel loro corpo astrale una replica del corpo astrale di Gesú di Nazareth. Fra queste persone vi furono San Francesco dAssisi, SantElisabetta di Turingia e molti altri. Tanti e tanti, grazie alla Forza-Cristo che continuava ad agire, ne divennero ricettacoli e propagatori per la posterità.Ma qualcos’altro ancora era stato serbato per un’epoca piú avanzata: la replica dellIo di Gesú di Nazareth.
Il suo Io si era ritrattodai tre corpi quando il Cristo vi entrò, ma ne era rimasto un archetipo, una replica che ancor oggi esiste. Lo si può ritrovare in persone che se ne rendono degne, e cosí al contempo si può ritrovare il fulgore della Forza-Cristo e la potenza di propulsione del Cristo, inseriti l’uno e l’altro in tale replica, sublimata dall’Io di Gesú diNazareth. La manifestazione fisica di questo fatto avviene nel sangue. Questo è un grande segreto; ma ci sono stati sempre uomini che lo conoscevano e che sempre, a partire dall’evento del Golgotha, nel corso dei secoli, si adoperarono affinché l’umanità evolvesse fino a poter accogliere in sé unareplica dell’Io di Gesú di Nazareth, come era accaduto per coloro che avevano potuto accogliere il corpo eterico e l’astrale. Fu allora necessario trovare come poter conservare segretamente il mistero di questo Io. Fu quindi costituita, per tale scopo, la Fratellanza del SantoGraal, che fu posta a guardia di questo mistero.Tale Fratellanza è tuttora presente.Viene narrato che il suo fondatore prese la coppa di cui si era servito il Cristo durante l’Ultima Cena, e in tale coppa raccolseìil sangue del Redentore quando era sulla croce, conservandolo nel San Graal: preservòcioè il mistero della replica dell’Io del Cristo-Gesú nella coppa, ponendola in un luogo sacro, presso la Confraternita di coloro che furono ordinati “Fratellidel San Graal”.
È giunto oggi il tempo nel quale, se i cuori degli uomini si schiudono ad una vita spirituale, possono giungere alla comprensione di questo grande mistero. La vista di quella sacra coppa può rendere mature le anime alla conoscenza del mistero dell’Io del Cristo, di quello che esso può divenire in ogni uomo.Peracco-gliere l’Io del Cristo alla vista del San Graal, dobbiamo considerare come evento reale ciò che è accadutoper noi, e,accogliendolo come tale,abbandonarci ad esso. Se gli uomini saranno in seguito sempre piú preparati, comprenderanno in che misura il Cristo sia il grande Archetipo dell’umanità. E quando l’umanità l’avrà capito, riuscirà a rendersi conto di comedalla Morte sulla croce del Golgotha derivi la certezza della Vita.
Sempre piú profondamente i cristiani del futuro riconosceranno il Cristo che ha subíto la morte nel Risorto trionfante dell’Apocalisse e nell’Asceso che con sé innalza tutti gli uomini sino alla destra del Padre.
Rudolf Steiner
Conferenza sulla Pasqua tenuta a Colonia l’11 aprile 1909, O.O. N° 109