La Parola, il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo
La Parola
La parola è la materializzazione di una idea. E’ l’atto generato dall’idea. Sulla tecnica magnetica e
magica della parola non sono competenti gli uomini che studiano filologia nelle scuole
ordinarie.(A,266) –Per invocare efficacemente vi sono riti e scongiuri. I latini li chiamavano
carmina, gli ebrei salmi, gli italiani incanti. Le vibrazioni che mettono in movimento l’etere nel
mondo della materia sottilissima sono ritmiche per loro natura…Le parole sono articolazioni di note
musicali, emesse dalla bocca, specie di tromba di cui il suono viene modulato a volontà. Ogni nota
rispondendo ad una sillaba o a una lettera ha un valore vibratorio sull’etere. L’arte oratoria e la
drammatica e il canto sono fondate sulla teoria dei suoni quando a questa non coincida la armonia
delle idee. Le parole sensibilmente agiscono, come tutti i suoni, sull’apparato auditivo delle persone
sensibili. Ma non basta. Certi suoni, emessi in modo speciale, agiscono potentemente sulla psiche
umana come la calamita sul ferro… Nei teatri, masse enormi di spettatori si sentono trascinati da
una nota emessa con voce potente e dolce. Nell’esercito e prima di una battaglia poche parole dette
da un duce decidono dell’esito di essa. Dunque la parola o il suono ritmico ha un’azione energica e
sensibile sulle cose vive. Il canto della nonna addormenta il bambino nella culla, il bambino che non
ancora ha risvegliate idee antiche e portate da sue precedenti esistenze in retaggio e su cui il canto
agisce meccanicamente. Dunque la parola è una forza...Le parole potenti sono canti e emissioni di
articolazioni di volontà. Animate o no da idee concrete, queste parole sono tanto più potenti per
quanto hanno di magnetismo fissatovi dagli altri operatori e per quanto rispondono coi suoni alle
idee che si vogliono risvegliare. I salmi degli ebrei sono magici. Ma in ebraico hanno maggior
valore dei latini e bisogna avere la chiave per adoperarli -ma più dei salmi le imprecazioni e gli
esorcismi e gli incantesimi della magia egizia e caldeo-siria sono più potenti perché pronunziandoli
o cantandoli si risvegliano non solo le idee dei precedenti nella zona astrale, ma si richiamano a
vitalizzarli gli spiriti di 50 e più secoli di operatori che meccanicamente le hanno ripetute…Perciò
questi incantesimi non si danno che solo a chi sa meritarli, perché sono forze per se stesse già
vitalizzante attivamente al punto che gli effetti sono rapidi e precisi…Certe parole che non si
ripetono invano sono il patrimonio di rarissimi uomini che ne perdono la facoltà se ne abusano perché
essi le hanno apprese direttamente nel cielo di Eà e ognuna di esse contiene in sintesi un atto
di creazione in germe…I carmi dei soliti rituali e grimoires sono roba da poco…Il mago parlando
deve operare. Parlando si guarisce, si consola, si salva o si uccide. Il mistero della parola e dei suoni
in magia è profondo.(A,349-350)- In magia e quindi nei rituali ermetici, il valore della parola fonica
o analogica o determinativa è tutto anche senza nesso logico tra la significazione della parola
profana e lo scopo ermetico che si vuole ottenere. In magia ermetica la parola è verbum, sostanza,
cioè materia o lievito di materia, tanto che per indicare un mago o uno che fa opera di magia si
soleva dire: colui sa dire la parola oppure costui sa dire e pronunciare il nome. (C,I,164)- La parola
consta di suoni e di idee; quindi riunisce i due termini mentali e meccanici quando chi la pronuncia
la intende. Ma consta di un suono solo e di una significazione meccanica e potente occulta, quando
chi la pronunzia non ne sa il valore…La parola, espressione più completa dell’idea, è l’idea stessa
in uno stato di prima materializzazione e porta con sé secondo le sue proprietà efficaci l’embrione
reale e materiale delle cose pensate e concepite perfettamente. Per essere efficace è necessario che il
suo meccanismo fonico risponda meccanicamente alla esplicazione dell’idea; la maniera di far
corrispondere esattamente in tutte le sue parti meccaniche la parola all’idea concepita, è scienza
magistrale; ma il meccanismo della sua funzione è cosa che deve essere intesa praticamente da ogni
persona che la adopera con senso magico…Nel volgo le proprietà della parola è di semplice
risveglio delle idee che già riposano nella memoria di chi ascolta…Ma in magia la parola
pronunziata è l’idea stessa in azione che si impone come una necessità ineluttabile e prepotente, ed
ha tanto valore e tali gradazioni del proprio valore, secondo l’atto immaginativo della cosa nel
momento della sua espressione…Nello stato di purità fanciullesca (verginale) la parola crea,
modifica e distrugge…facilmente s’intenderà che più prossimo o lontano è lo spirito umano dalla
sua purità originale, più efficace o meno è la sua azione, più rapido o meno il suo effetto nella realtà
sensoria….Ciò che tu chiami carme è tale se hai la virtù spirituale di cangiare ogni cosa in carne.
Questa virtù spirituale che dà vita alle idee espresse e volute, si ottiene con una paziente
purificazione di se stesso da ciò che la vita sociale ha addizionato alla nostra primitiva natura.
(Corpus) –Della medicina veramente iniziatica e sacerdotale nella sua purità non se ne può sapere
niente, perché come sistema scientifico e dottrinario non esisteva che nelle condizioni specifiche in
cui lo costituivano volta per volta gli iniziati. Il valore ermetico del verbum caro, cioè della
realizzazione in carne della parola realizzatrice, esclude assolutamente che un sistema omogeneo
fosse adottato anche nei contatti volgari dagli iniziati di tutti i templi. (C,II,258, n.3)- Il verbum
caro, la parola pronunziata che crea, che inesorabilmente realizza è di concezione gnostica. (D,169)-
Nella scienza secreta della pratica dei magi esiste veramente una parola che risponda alla
realizzazione del Tetragrammaton, e che pronunziata può e deve generare il miracolo? Nelle antiche
e non remote iniziazioni le parole di passo nei gradi approdavano alla formazione di questa parola
per sé stessa incomunicabile e che formava la potestà suprema del Gran Maestro. Monarchiche le
iniziazioni per società, mettevano capo ad un pontefice unico, il quale era possessore della parola.
Questa parola…è la chiave di volta della supremazia in magia, perché rappresenta il massimo della
realizzazione della potestà umana.(SM,I,183n.1)
Il Silenzio
Il linguaggio articolato è un movimento ed è una rapida ed incosciente creazione. Preso come
strumento dell’arte è causa di alterazione di tutto il movimento sincrono delle onde ripercotenti la
psiche di chi ode…Il silenzio iniziatico non deve essere inteso come volgarmente si intuisce di non
parlare, ma di non parlare e di non udire e di non leggere…(Guardiamo) la ripercussione delle
parole pronunziate sul fonogramma impressionabile di un fonografo. L’onda armonica agitata dalla
pronunzia di una sillaba ha la proprietà di essere ritenuta da un clichè…Dunque l’articolazione è
una forza, un movimento magico inapprezzabile solo dagli idioti: la parola imprime su un
fonogramma sensibile tutta una incisione capace di riprodurla. Figuratevi sul cervello umano che
cosa deve produrre! Le trombe che ricevono le onde sono le orecchie, il fonogramma ricettore è
nella materia grigia del cervello – che tutti ritennero come sede della intelligenza umana. Tutto ciò
che separa i fori auditivi dalle corde recipiende sensibili non è che un cuscinetto naturale per
impedire la forte impressione diretta delle onde sonore sulla massa centrale sensoria.(A,259-
260n.1)- A chi mi domandava un giorno perché gli occultisti non esprimevano chiaramente le loro
idee, io rispondevo che il perché bisogna chiederlo alla imperfettissima natura dei discepoli, nei
quali l’atto involutivo…spinge tutte le creature alla materializzazione completa e concreta delle idee
più sublimi e delle concezioni più alte – le quali non sono umane né umanizzabili; diversamente
sarebbero finite…La parola…è espressione e menzogna delle idee concepite. Parlare è
materializzare. Parlare è dissolvere. Sentir parlare è deviare se non si passa al di sopra delle parole
dette e non si percepiscono le idee. Il gran mistero è nel silenzio dei sensi per permettere
l’evoluzione di lavanda o purificazione dello spirito involuto.(A,278)- Le antiche iniziazioni
filosofiche e le sacerdotali magiche erano precedute da una preparazione del discepolo al silenzio.
Gli antichi discepoli-sacerdoti cominciavano con l’abituarsi a tacere…Per esprimere con forma
moderna cose che sono antiche quanto il pane, io ti dirò, o mio discepolo, le cose quali devi
intenderle. Come gli stati della materia passano dal solido al liquido o al gassoso, l’organismo
umano arriva dalla ottusità più completa alla più squisita sensazione…Né è tutto. Le sensazioni
esterne, luce, calore, elettricità, suono, scariche di fluido, determinano idee il cui lavorio si
ripercuote per la sensibilità periferica ed ottica sullo spirito e lo aggrava e l’ubriaca, nello stesso
modo che avviene tra le vivande e lo stomaco. Se uno stomaco è stracarico di cibi, le sue funzioni
sono arrestate o insufficienti. Così le ripercussioni delle sensazioni esterne sullo spirito umano
possono giungere persino a paralizzare, cioè a impedirne la vita, quindi lo sviluppo e quindi la
manifestazione…Il silenzio dell’ambiente per lo spirito è quasi una astinenza dai cibi indigesti per
lo stomaco…Ma bisogna ancora distinguere le sensazioni di origine esterna dalle sensazioni per
ripercussione…un tuo vicino parla. La sua parola ti risveglia una idea o una sensazione. Ma se tu
pronunzi una parola il lavorio è doppio, perché devi concepire l’idea, tradurla in parola e proiettarla
nello spirito di chi ti ascolta. La parola che tu pronunzi è una proiezione fluidica della tua
concezione e la prova di questo lavorio si ha da ogni osservatore che, ascoltando un vocabolo che
non risponde ad una idea fatta, deve concentrarsi meccanicamente per afferrare la concezione
fluidica che accompagna l’idea proiettata…Ora il silenzio nelle comunità religiose tende a
diminuire nei limiti del possibile l’azione di tutto ciò che può turbare lo spirito e impedirne lo
sviluppo… In magia la parola è uno strumento di realizzazione, e il silenzio sulle cose sacre della
Verità è il modo di custodia purificatrice che maggiormente vitalizza le idee da proiettarsi, mentre
impedisce che le ripercussioni delle idee proiettate ubriachino il mezzo ricettore del mago. Per
uscire dal pantano delle idee innestateci a viva forza dall’educazione profana, per purificarci da
tutte le immagini vive e impure che noi respiriamo nella vita profana…l’allievo in magia farà
infiniti sforzi e sacrifizii lunghi. Quando la purificazione si è ottenuta le percezioni intellettuali
arrivano. Sono bagliori indistinti. Poi lampi fugaci, poi idee luminose. Se nelle morse dei vocaboli
umani tu tenti suggellare i barlumi della prima luce inafferrabile, avrai perduto il tempo:
concretando e proiettando con la parola la tua percezione, tu ne avrai tradita la natura, avrai voluto
umanare ciò che è ultraumano e divino…lo spirito umano tende alla reintegrazione con
l’intelligenza divina…e le nature extraumane non parlano, ed in via di reintegrarsi non bisogna
parlare.(A,40a45) - Il silenzio pitagorico fu stimato opportuno per la cancellazione delle impurità
attaccate ai segni auditivi o grafici del pensiero umano o del mondo assoluto delle verità
incrollabili. (A,266)- In magia non parlare significa anche non dire parole inutili. (A,351)- Silenzio
è parola che deriva alla radicale si che accenna al moto e, nel senso riflesso, alla tranquillità, alla
mancanza di moto e quindi di rumore…Silere significa non parlare, non far rumore, non emettere
suoni; ma è anche non sentir rumore, suono e parola…Se Pitagora diceva di stare in silenzio, voleva
dire non parlare (emettere suono) e non sentire (evitare che il suono esteriore vi colpisca)…(Ma) La
nevrastenia sacra che trasporta l’anima dell’uomo alla più vorace fame di silenzio non è pitagorica.
L’educazione per avviarsi al silenzio di concepisce nell’Ermetismo come il non parlare e il non
sentire; non farsi vincere dalla necessità di emettere suono formulando ed esponendo idee e non
sentire il folto vocio delle umane parole e delle idee esposte dalle persone (da persona, maschera
ampliatrice dei suoni), ma non ritirarsi nelle tacite solitudini delle alte rocce e del deserto…Il
rumore esterno non sentirlo; tu stesso non essere causa di rumore, non farne, non emettere o
pronunziare verbum, parola creatrice, iniziale movimento di un’azione dell’idea, che si ripercuote,
si allarga, si aumenta in onde di pensiero e, allargandosi, cammina all’infinito. Non so come le
odierne scoperte herziane, non abbiano negli studiosi delle leggi di emissione del pensiero
risvegliato il sospetto che, analogicamente l’uomo, organismo accumulatore magneto -elettrico,
possa, in condizioni nervose inavvertite, emettere e pronunziare una parola generatrice di onde di
una potenza non misurata…La Medicina Ermetica fa largo consumo di questa comunicazione in
lontananza di idee, di forza e di materia su chi si dirige alla catena delle buone volontà guaritive.
(D,145a147)- La scienza delle religioni vi ricorda che si risveglia nel silenzio e nella purità
dell’innocente il dio proteiforme in voi…Ricordatevi che anche il cristianesimo nacque infante, cioè
non parlante, da cui il simbolo del bambino che regge il mondo. (SM,II,224)
Il Linguaggio
Il racconto della confusione delle lingue è la storia della ennesima potenzialità della mente analitica
umana in conflitto con la sintesi unitaria divina. Gli uomini, le famiglie, le nazioni, le razze non
hanno una sola maniera di esporre le idee, quantunque le idee si credono identiche presso tutti gli
uomini e tutte le razze. La lingua o favella ha principio nei segni fonici e si riproduce nella grafica,
ma le origini di tutte le lingue hanno dovuto coincidere con la formazione dei suoni o dei graffiti più
in contatto con le idee madri. L’armonia imitativa dimostrata dai retori delle volgari grammatiche
non è che un avanzo atavico della sintesi del linguaggio divino o linguaggio delle idee assolute.
Ogni analisi lo nega. Le virtù come il linguaggio sono sintetiche fino a quando non degenerano in
vizii che, in quanto alla forma, rappresentano l’analisi delle virtù. Il linguaggio umano è un vizio
per la forma e per la sostanza di fronte alla virtù della sintesi del linguaggio divino o
ideologico…La torre babelica è formata dalle investigazioni analitiche di tutti i cultori della parola
come espressione di una pseudo scienza illudente fino a quando non si avrà la confusione delle
favelle, per la difficile creazione di una sintesi dopo il tanto determinare e frastagliare delle idee
primitive. Chi vuol comprendere il linguaggio dei divini deve penetrare il linguaggio delle primitive
sintesi passando oltre il baratro dei linguaggi umani.(A,258 a 260)- Non è colpa degli uomini il
simbolismo, ma della povertà delle umane favelle. Il simbolo che pare un fuor d’opera è il
capodopera invece della intuizione magica. Certe parole la favella comune non le possiede, perché
il comune degli uomini non ha l’idea cui si riferisce; a misura che l’umanità cammina allo stato
novello della psiche umana rispondono nuove parole; quando le parole mancano si ricorre alla
similitudine e certe percezioni nuove dello stato del proprio animo i poeti adombrano nelle finzioni
ritratte dalla vita della natura visibile… Quando si comprenderà che le parole generano le idee,
come una inversione generante la causa dall’effetto, si saprà anche quanto siano ignoranti coloro
che negano alle parole in magia la proprietà di generare miracoli. Quando i simboli per vetusta
usanza entrano nelle idee fatte dei popoli, avviene che di essi le chiavi vere sono perdute nel pozzo
dell’oblio, e i novatori venuti chi sa da dove e da qual mondo gridano alle turbe che aspettano il
pane della sapienza: bruciate i simboli e adoperate le parole. Ma troppo tardi. Allora i simboli sono
diventati parole e le parole, per riflessione, idee della coscienza del popolo senza il retto sentimento
dell’idea madre, e quindi errori infissi come chiodi nella materia grigia del cervello profano.
(SM,I,389-390) – Come è assurdo coi metodi ordinari dello sperimentalismo dei gabinetti
universitari esaminare e controllare i fenomeni delle occulte forze umane, così è sciocco credere
che il linguaggio umano contenga tutte le parole che possano esprimere, e quindi dare con esattezza,
le sfumature e la colorazione del mondo interiore umano. Avete osservato quante parole nuove,
mezze di origine greca e mezze ostrogote si formano ogni giorno in medicina, in psicologia, in
psichiatria? Ebbene ognuna di esse vuole indicare un fatto di osservazione oggettiva: il medico, lo
psichiatra, il neuropatologo osservano ed esaminano la manifestazione morbosa in un ammalato e
non su se stessi. Figuratevi poi che incomprensibile vocabolario verrebbe fuori se dovesse
l’ammalato creare le parole per ogni sensazione patologica! (D,86-87)- Questa povertà di parole
esprimenti concetti e pensieri non finiti è stata riscontrata in tutte le lingue, dai filosofi antichissimi
ai più moderni, perché il linguaggio è un arsenale di vocaboli atti a comunicare ad altri i propri
pensieri, mentre l’idea che si deve esprimere, per diventare comune a colui che ci ascolta, deve
essere già sua concezione assodata, se non si vuole correre l’alea di parlar cinese con un
abissino…Definire è determinare, cioè mettere dei limiti alla comprensione di idee determinate: il
pane, il formaggio, l’uccello, la pianta si possono definire perché sono cose, oggetti, idee finite. Ma
le cose infinite, non finite, astrazioni di virtù o di poteri o di qualità non si prestano a definizioni,
cioè a determinazioni, per la loro natura stessa indefinita. Più è elementare e volgare il
comprendonio di una persona, più grossolanamente sono ideate e immaginate le cose infinite e le
indefinite.(D,185-186)- La lingua umana, lingua che serve alla vita sociale, nei rapporti tra uomini
non ha vocaboli che possano comunicarvi stati mentali precisi fuori l’abitudine delle comuni
percezioni grossolane e rustiche della vita quotidiana delle necessità corporee. Il di là di questa
prosaica intenzione dell’utilità immediata è facoltà della mentalità poetica, dell’arte,
dell’immaginazione armonica di luce, suoni, colori, parole di un senso così diverso dall’ordinario
che comunemente s’è preso il vezzo di chiamarle alate, come volassero, o provenissero da regioni
ignorate, più alte, più aristocratiche, più pure. (D,216)- Nella grammatica comune, superstiti ruderi
della grammatica ideale (cioè grammatica delle idee assolute primitiva) il verbo o parola per
eccellenza è il sostantivo essere. (SM,I,182) – Se la lingua latina si studiasse bene, secondo i
principii dell’etimologia sacerdotale, le verità si troverebbero nelle parole. (A,527)- La forma
grammaticale umana è l’espressione delle idee relative della terra e dei suoi figli…Il linguaggio
della Verità è umano? E’ traducibile rapidamente nel linguaggio umano?...In magia il linguaggio
delle cause è una parte riservata ai maestri, l’ideografia divina è la chiave di tutta la simbolica
religiosa e il secreto dei talismani, dei geroglifici sacri, dei libri occulti. Questa chiave si conquista
all’invisibile con una comunicazione persistente del nostro io nel mondo delle cause… (A,189)