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     La Parola, il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo di G. Kremmerz

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    MessaggioTitolo: La Parola, il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo di G. Kremmerz   La Parola, il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo di G. Kremmerz Icon_minitimeGio Nov 15, 2012 4:09 pm

    La Parola, il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo
    La Parola
    La parola è la materializzazione di una idea. E’ l’atto generato dall’idea. Sulla tecnica magnetica e
    magica della parola non sono competenti gli uomini che studiano filologia nelle scuole
    ordinarie.(A,266) –Per invocare efficacemente vi sono riti e scongiuri. I latini li chiamavano
    carmina, gli ebrei salmi, gli italiani incanti. Le vibrazioni che mettono in movimento l’etere nel
    mondo della materia sottilissima sono ritmiche per loro natura…Le parole sono articolazioni di note
    musicali, emesse dalla bocca, specie di tromba di cui il suono viene modulato a volontà. Ogni nota
    rispondendo ad una sillaba o a una lettera ha un valore vibratorio sull’etere. L’arte oratoria e la
    drammatica e il canto sono fondate sulla teoria dei suoni quando a questa non coincida la armonia
    delle idee. Le parole sensibilmente agiscono, come tutti i suoni, sull’apparato auditivo delle persone
    sensibili. Ma non basta. Certi suoni, emessi in modo speciale, agiscono potentemente sulla psiche
    umana come la calamita sul ferro… Nei teatri, masse enormi di spettatori si sentono trascinati da
    una nota emessa con voce potente e dolce. Nell’esercito e prima di una battaglia poche parole dette
    da un duce decidono dell’esito di essa. Dunque la parola o il suono ritmico ha un’azione energica e
    sensibile sulle cose vive. Il canto della nonna addormenta il bambino nella culla, il bambino che non
    ancora ha risvegliate idee antiche e portate da sue precedenti esistenze in retaggio e su cui il canto
    agisce meccanicamente. Dunque la parola è una forza...Le parole potenti sono canti e emissioni di
    articolazioni di volontà. Animate o no da idee concrete, queste parole sono tanto più potenti per
    quanto hanno di magnetismo fissatovi dagli altri operatori e per quanto rispondono coi suoni alle
    idee che si vogliono risvegliare. I salmi degli ebrei sono magici. Ma in ebraico hanno maggior
    valore dei latini e bisogna avere la chiave per adoperarli -ma più dei salmi le imprecazioni e gli
    esorcismi e gli incantesimi della magia egizia e caldeo-siria sono più potenti perché pronunziandoli
    o cantandoli si risvegliano non solo le idee dei precedenti nella zona astrale, ma si richiamano a
    vitalizzarli gli spiriti di 50 e più secoli di operatori che meccanicamente le hanno ripetute…Perciò
    questi incantesimi non si danno che solo a chi sa meritarli, perché sono forze per se stesse già
    vitalizzante attivamente al punto che gli effetti sono rapidi e precisi…Certe parole che non si
    ripetono invano sono il patrimonio di rarissimi uomini che ne perdono la facoltà se ne abusano perché
    essi le hanno apprese direttamente nel cielo di Eà e ognuna di esse contiene in sintesi un atto
    di creazione in germe…I carmi dei soliti rituali e grimoires sono roba da poco…Il mago parlando
    deve operare. Parlando si guarisce, si consola, si salva o si uccide. Il mistero della parola e dei suoni
    in magia è profondo.(A,349-350)- In magia e quindi nei rituali ermetici, il valore della parola fonica
    o analogica o determinativa è tutto anche senza nesso logico tra la significazione della parola
    profana e lo scopo ermetico che si vuole ottenere. In magia ermetica la parola è verbum, sostanza,
    cioè materia o lievito di materia, tanto che per indicare un mago o uno che fa opera di magia si
    soleva dire: colui sa dire la parola oppure costui sa dire e pronunciare il nome. (C,I,164)- La parola
    consta di suoni e di idee; quindi riunisce i due termini mentali e meccanici quando chi la pronuncia
    la intende. Ma consta di un suono solo e di una significazione meccanica e potente occulta, quando
    chi la pronunzia non ne sa il valore…La parola, espressione più completa dell’idea, è l’idea stessa
    in uno stato di prima materializzazione e porta con sé secondo le sue proprietà efficaci l’embrione
    reale e materiale delle cose pensate e concepite perfettamente. Per essere efficace è necessario che il
    suo meccanismo fonico risponda meccanicamente alla esplicazione dell’idea; la maniera di far
    corrispondere esattamente in tutte le sue parti meccaniche la parola all’idea concepita, è scienza
    magistrale; ma il meccanismo della sua funzione è cosa che deve essere intesa praticamente da ogni
    persona che la adopera con senso magico…Nel volgo le proprietà della parola è di semplice
    risveglio delle idee che già riposano nella memoria di chi ascolta…Ma in magia la parola
    pronunziata è l’idea stessa in azione che si impone come una necessità ineluttabile e prepotente, ed
    ha tanto valore e tali gradazioni del proprio valore, secondo l’atto immaginativo della cosa nel
    momento della sua espressione…Nello stato di purità fanciullesca (verginale) la parola crea,
    modifica e distrugge…facilmente s’intenderà che più prossimo o lontano è lo spirito umano dalla
    sua purità originale, più efficace o meno è la sua azione, più rapido o meno il suo effetto nella realtà
    sensoria….Ciò che tu chiami carme è tale se hai la virtù spirituale di cangiare ogni cosa in carne.
    Questa virtù spirituale che dà vita alle idee espresse e volute, si ottiene con una paziente
    purificazione di se stesso da ciò che la vita sociale ha addizionato alla nostra primitiva natura.
    (Corpus) –Della medicina veramente iniziatica e sacerdotale nella sua purità non se ne può sapere
    niente, perché come sistema scientifico e dottrinario non esisteva che nelle condizioni specifiche in
    cui lo costituivano volta per volta gli iniziati. Il valore ermetico del verbum caro, cioè della
    realizzazione in carne della parola realizzatrice, esclude assolutamente che un sistema omogeneo
    fosse adottato anche nei contatti volgari dagli iniziati di tutti i templi. (C,II,258, n.3)- Il verbum
    caro, la parola pronunziata che crea, che inesorabilmente realizza è di concezione gnostica. (D,169)-
    Nella scienza secreta della pratica dei magi esiste veramente una parola che risponda alla
    realizzazione del Tetragrammaton, e che pronunziata può e deve generare il miracolo? Nelle antiche
    e non remote iniziazioni le parole di passo nei gradi approdavano alla formazione di questa parola
    per sé stessa incomunicabile e che formava la potestà suprema del Gran Maestro. Monarchiche le
    iniziazioni per società, mettevano capo ad un pontefice unico, il quale era possessore della parola.
    Questa parola…è la chiave di volta della supremazia in magia, perché rappresenta il massimo della
    realizzazione della potestà umana.(SM,I,183n.1)
    Il Silenzio
    Il linguaggio articolato è un movimento ed è una rapida ed incosciente creazione. Preso come
    strumento dell’arte è causa di alterazione di tutto il movimento sincrono delle onde ripercotenti la
    psiche di chi ode…Il silenzio iniziatico non deve essere inteso come volgarmente si intuisce di non
    parlare, ma di non parlare e di non udire e di non leggere…(Guardiamo) la ripercussione delle
    parole pronunziate sul fonogramma impressionabile di un fonografo. L’onda armonica agitata dalla
    pronunzia di una sillaba ha la proprietà di essere ritenuta da un clichè…Dunque l’articolazione è
    una forza, un movimento magico inapprezzabile solo dagli idioti: la parola imprime su un
    fonogramma sensibile tutta una incisione capace di riprodurla. Figuratevi sul cervello umano che
    cosa deve produrre! Le trombe che ricevono le onde sono le orecchie, il fonogramma ricettore è
    nella materia grigia del cervello – che tutti ritennero come sede della intelligenza umana. Tutto ciò
    che separa i fori auditivi dalle corde recipiende sensibili non è che un cuscinetto naturale per
    impedire la forte impressione diretta delle onde sonore sulla massa centrale sensoria.(A,259-
    260n.1)- A chi mi domandava un giorno perché gli occultisti non esprimevano chiaramente le loro
    idee, io rispondevo che il perché bisogna chiederlo alla imperfettissima natura dei discepoli, nei
    quali l’atto involutivo…spinge tutte le creature alla materializzazione completa e concreta delle idee
    più sublimi e delle concezioni più alte – le quali non sono umane né umanizzabili; diversamente
    sarebbero finite…La parola…è espressione e menzogna delle idee concepite. Parlare è
    materializzare. Parlare è dissolvere. Sentir parlare è deviare se non si passa al di sopra delle parole
    dette e non si percepiscono le idee. Il gran mistero è nel silenzio dei sensi per permettere
    l’evoluzione di lavanda o purificazione dello spirito involuto.(A,278)- Le antiche iniziazioni
    filosofiche e le sacerdotali magiche erano precedute da una preparazione del discepolo al silenzio.
    Gli antichi discepoli-sacerdoti cominciavano con l’abituarsi a tacere…Per esprimere con forma
    moderna cose che sono antiche quanto il pane, io ti dirò, o mio discepolo, le cose quali devi
    intenderle. Come gli stati della materia passano dal solido al liquido o al gassoso, l’organismo
    umano arriva dalla ottusità più completa alla più squisita sensazione…Né è tutto. Le sensazioni
    esterne, luce, calore, elettricità, suono, scariche di fluido, determinano idee il cui lavorio si
    ripercuote per la sensibilità periferica ed ottica sullo spirito e lo aggrava e l’ubriaca, nello stesso
    modo che avviene tra le vivande e lo stomaco. Se uno stomaco è stracarico di cibi, le sue funzioni
    sono arrestate o insufficienti. Così le ripercussioni delle sensazioni esterne sullo spirito umano
    possono giungere persino a paralizzare, cioè a impedirne la vita, quindi lo sviluppo e quindi la
    manifestazione…Il silenzio dell’ambiente per lo spirito è quasi una astinenza dai cibi indigesti per
    lo stomaco…Ma bisogna ancora distinguere le sensazioni di origine esterna dalle sensazioni per
    ripercussione…un tuo vicino parla. La sua parola ti risveglia una idea o una sensazione. Ma se tu
    pronunzi una parola il lavorio è doppio, perché devi concepire l’idea, tradurla in parola e proiettarla
    nello spirito di chi ti ascolta. La parola che tu pronunzi è una proiezione fluidica della tua
    concezione e la prova di questo lavorio si ha da ogni osservatore che, ascoltando un vocabolo che
    non risponde ad una idea fatta, deve concentrarsi meccanicamente per afferrare la concezione
    fluidica che accompagna l’idea proiettata…Ora il silenzio nelle comunità religiose tende a
    diminuire nei limiti del possibile l’azione di tutto ciò che può turbare lo spirito e impedirne lo
    sviluppo… In magia la parola è uno strumento di realizzazione, e il silenzio sulle cose sacre della
    Verità è il modo di custodia purificatrice che maggiormente vitalizza le idee da proiettarsi, mentre
    impedisce che le ripercussioni delle idee proiettate ubriachino il mezzo ricettore del mago. Per
    uscire dal pantano delle idee innestateci a viva forza dall’educazione profana, per purificarci da
    tutte le immagini vive e impure che noi respiriamo nella vita profana…l’allievo in magia farà
    infiniti sforzi e sacrifizii lunghi. Quando la purificazione si è ottenuta le percezioni intellettuali
    arrivano. Sono bagliori indistinti. Poi lampi fugaci, poi idee luminose. Se nelle morse dei vocaboli
    umani tu tenti suggellare i barlumi della prima luce inafferrabile, avrai perduto il tempo:
    concretando e proiettando con la parola la tua percezione, tu ne avrai tradita la natura, avrai voluto
    umanare ciò che è ultraumano e divino…lo spirito umano tende alla reintegrazione con
    l’intelligenza divina…e le nature extraumane non parlano, ed in via di reintegrarsi non bisogna
    parlare.(A,40a45) - Il silenzio pitagorico fu stimato opportuno per la cancellazione delle impurità
    attaccate ai segni auditivi o grafici del pensiero umano o del mondo assoluto delle verità
    incrollabili. (A,266)- In magia non parlare significa anche non dire parole inutili. (A,351)- Silenzio
    è parola che deriva alla radicale si che accenna al moto e, nel senso riflesso, alla tranquillità, alla
    mancanza di moto e quindi di rumore…Silere significa non parlare, non far rumore, non emettere
    suoni; ma è anche non sentir rumore, suono e parola…Se Pitagora diceva di stare in silenzio, voleva
    dire non parlare (emettere suono) e non sentire (evitare che il suono esteriore vi colpisca)…(Ma) La
    nevrastenia sacra che trasporta l’anima dell’uomo alla più vorace fame di silenzio non è pitagorica.
    L’educazione per avviarsi al silenzio di concepisce nell’Ermetismo come il non parlare e il non
    sentire; non farsi vincere dalla necessità di emettere suono formulando ed esponendo idee e non
    sentire il folto vocio delle umane parole e delle idee esposte dalle persone (da persona, maschera
    ampliatrice dei suoni), ma non ritirarsi nelle tacite solitudini delle alte rocce e del deserto…Il
    rumore esterno non sentirlo; tu stesso non essere causa di rumore, non farne, non emettere o
    pronunziare verbum, parola creatrice, iniziale movimento di un’azione dell’idea, che si ripercuote,
    si allarga, si aumenta in onde di pensiero e, allargandosi, cammina all’infinito. Non so come le
    odierne scoperte herziane, non abbiano negli studiosi delle leggi di emissione del pensiero
    risvegliato il sospetto che, analogicamente l’uomo, organismo accumulatore magneto -elettrico,
    possa, in condizioni nervose inavvertite, emettere e pronunziare una parola generatrice di onde di
    una potenza non misurata…La Medicina Ermetica fa largo consumo di questa comunicazione in
    lontananza di idee, di forza e di materia su chi si dirige alla catena delle buone volontà guaritive.
    (D,145a147)- La scienza delle religioni vi ricorda che si risveglia nel silenzio e nella purità
    dell’innocente il dio proteiforme in voi…Ricordatevi che anche il cristianesimo nacque infante, cioè
    non parlante, da cui il simbolo del bambino che regge il mondo. (SM,II,224)
    Il Linguaggio
    Il racconto della confusione delle lingue è la storia della ennesima potenzialità della mente analitica
    umana in conflitto con la sintesi unitaria divina. Gli uomini, le famiglie, le nazioni, le razze non
    hanno una sola maniera di esporre le idee, quantunque le idee si credono identiche presso tutti gli
    uomini e tutte le razze. La lingua o favella ha principio nei segni fonici e si riproduce nella grafica,
    ma le origini di tutte le lingue hanno dovuto coincidere con la formazione dei suoni o dei graffiti più
    in contatto con le idee madri. L’armonia imitativa dimostrata dai retori delle volgari grammatiche
    non è che un avanzo atavico della sintesi del linguaggio divino o linguaggio delle idee assolute.
    Ogni analisi lo nega. Le virtù come il linguaggio sono sintetiche fino a quando non degenerano in
    vizii che, in quanto alla forma, rappresentano l’analisi delle virtù. Il linguaggio umano è un vizio
    per la forma e per la sostanza di fronte alla virtù della sintesi del linguaggio divino o
    ideologico…La torre babelica è formata dalle investigazioni analitiche di tutti i cultori della parola
    come espressione di una pseudo scienza illudente fino a quando non si avrà la confusione delle
    favelle, per la difficile creazione di una sintesi dopo il tanto determinare e frastagliare delle idee
    primitive. Chi vuol comprendere il linguaggio dei divini deve penetrare il linguaggio delle primitive
    sintesi passando oltre il baratro dei linguaggi umani.(A,258 a 260)- Non è colpa degli uomini il
    simbolismo, ma della povertà delle umane favelle. Il simbolo che pare un fuor d’opera è il
    capodopera invece della intuizione magica. Certe parole la favella comune non le possiede, perché
    il comune degli uomini non ha l’idea cui si riferisce; a misura che l’umanità cammina allo stato
    novello della psiche umana rispondono nuove parole; quando le parole mancano si ricorre alla
    similitudine e certe percezioni nuove dello stato del proprio animo i poeti adombrano nelle finzioni
    ritratte dalla vita della natura visibile… Quando si comprenderà che le parole generano le idee,
    come una inversione generante la causa dall’effetto, si saprà anche quanto siano ignoranti coloro
    che negano alle parole in magia la proprietà di generare miracoli. Quando i simboli per vetusta
    usanza entrano nelle idee fatte dei popoli, avviene che di essi le chiavi vere sono perdute nel pozzo
    dell’oblio, e i novatori venuti chi sa da dove e da qual mondo gridano alle turbe che aspettano il
    pane della sapienza: bruciate i simboli e adoperate le parole. Ma troppo tardi. Allora i simboli sono
    diventati parole e le parole, per riflessione, idee della coscienza del popolo senza il retto sentimento
    dell’idea madre, e quindi errori infissi come chiodi nella materia grigia del cervello profano.
    (SM,I,389-390) – Come è assurdo coi metodi ordinari dello sperimentalismo dei gabinetti
    universitari esaminare e controllare i fenomeni delle occulte forze umane, così è sciocco credere
    che il linguaggio umano contenga tutte le parole che possano esprimere, e quindi dare con esattezza,
    le sfumature e la colorazione del mondo interiore umano. Avete osservato quante parole nuove,
    mezze di origine greca e mezze ostrogote si formano ogni giorno in medicina, in psicologia, in
    psichiatria? Ebbene ognuna di esse vuole indicare un fatto di osservazione oggettiva: il medico, lo
    psichiatra, il neuropatologo osservano ed esaminano la manifestazione morbosa in un ammalato e
    non su se stessi. Figuratevi poi che incomprensibile vocabolario verrebbe fuori se dovesse
    l’ammalato creare le parole per ogni sensazione patologica! (D,86-87)- Questa povertà di parole
    esprimenti concetti e pensieri non finiti è stata riscontrata in tutte le lingue, dai filosofi antichissimi
    ai più moderni, perché il linguaggio è un arsenale di vocaboli atti a comunicare ad altri i propri
    pensieri, mentre l’idea che si deve esprimere, per diventare comune a colui che ci ascolta, deve
    essere già sua concezione assodata, se non si vuole correre l’alea di parlar cinese con un
    abissino…Definire è determinare, cioè mettere dei limiti alla comprensione di idee determinate: il
    pane, il formaggio, l’uccello, la pianta si possono definire perché sono cose, oggetti, idee finite. Ma
    le cose infinite, non finite, astrazioni di virtù o di poteri o di qualità non si prestano a definizioni,
    cioè a determinazioni, per la loro natura stessa indefinita. Più è elementare e volgare il
    comprendonio di una persona, più grossolanamente sono ideate e immaginate le cose infinite e le
    indefinite.(D,185-186)- La lingua umana, lingua che serve alla vita sociale, nei rapporti tra uomini
    non ha vocaboli che possano comunicarvi stati mentali precisi fuori l’abitudine delle comuni
    percezioni grossolane e rustiche della vita quotidiana delle necessità corporee. Il di là di questa
    prosaica intenzione dell’utilità immediata è facoltà della mentalità poetica, dell’arte,
    dell’immaginazione armonica di luce, suoni, colori, parole di un senso così diverso dall’ordinario
    che comunemente s’è preso il vezzo di chiamarle alate, come volassero, o provenissero da regioni
    ignorate, più alte, più aristocratiche, più pure. (D,216)- Nella grammatica comune, superstiti ruderi
    della grammatica ideale (cioè grammatica delle idee assolute primitiva) il verbo o parola per
    eccellenza è il sostantivo essere. (SM,I,182) – Se la lingua latina si studiasse bene, secondo i
    principii dell’etimologia sacerdotale, le verità si troverebbero nelle parole. (A,527)- La forma
    grammaticale umana è l’espressione delle idee relative della terra e dei suoi figli…Il linguaggio
    della Verità è umano? E’ traducibile rapidamente nel linguaggio umano?...In magia il linguaggio
    delle cause è una parte riservata ai maestri, l’ideografia divina è la chiave di tutta la simbolica
    religiosa e il secreto dei talismani, dei geroglifici sacri, dei libri occulti. Questa chiave si conquista
    all’invisibile con una comunicazione persistente del nostro io nel mondo delle cause… (A,189)
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    MessaggioTitolo: Re: La Parola, il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo di G. Kremmerz   La Parola, il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo di G. Kremmerz Icon_minitimeLun Lug 15, 2013 10:15 am


    Caro Neter, avevo dimenticato di ringraziarti per questo bellissimo scritto.
    Meglio tardi che mai!
    Approfitto per rileggerlo.

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