QUARTO DIALOGO
Gli esseri invisibili - La credenza degli antichi nell'intervento degli Dei negli affari umani - Gli Angeli Custodi del Cristianesimo - La fiducia in un protettore invisibile - Ineluttabilità della guerra - La guerra degli angeli - Michele contro Lucifero - La lotta tra le nazioni e le razze - Il Cristianesimo responsabile della caduta dell' Impero Romano e della notte medioevale - I poteri nascosti dell'uomo - La nostra Scuola e la concezione della pila umana - La uguaglianza: come deve intendersi - Diritti e doveri - La emotività comune fattore tra gli uomini - La trasmissione dei dolori umani - Il Mago e la semplicità delle concezioni analogiche tra il visibile e l'intuito - Passione e sofferenza - Le conquiste dell' uomo sono stati di patimenti del suo spirito - La filosofia magica contro il desiderio di prevalenza - Magia bianca e nera - Il nostro punto di vista - La perfetta imparzialità e l' immagine dell' integrato - La concezione mistica della vita - La malattia della rinunzia - Il campo delle possibilità umane è sconfinato - Che cosa avverrebbe se tutti gli uomini imitassero S. Francesco - Lucifero è in noi e sprona a tutte le conquiste - Il problema del dopo-morte.
Discepolo. - Ho atteso con molta ansia questo Venerdì e questa ora di Sole perché volevo domandarvi un chiarimento su quanto riguarda il mettere a nudo il proprio individuo, il proprio sé, come un ritorno allo stato di natura, nella sua semplicità.
Giuliano. - Eccoci di nuovo alla confusione delle lingue: che cosa volete dire prima con la parola individuo e poi col sé? Più in là direte: io denudo il me, l'ego, lo spirito, la personalità, ed allora tante parole, tante spiegazioni, tante parentesi, tante definizioni. Cominciamo col l'intenderci. Le parole di questo vocabolario quasi filosofico di noi stessi, e, più specialmente, della nostra coscienza, sono di un tessuto talmente elastico che il loro significato può allargarsi e restringersi a volontà. Per denudarci, secondo la natura essenziale nostra, cominciamo a ben determinare le parole che esprimono o debbono esprimere le nostre idee. Riferiamoci con semplicità all'atto di conoscenza delle nostre sensazioni e agli stati differenti sensitivi nostri, che si esprimono con una sola parola: lacoscienza. Tanto possiamo parlare di noi stessi, per quanto ci è permesso di valutare i nostri atti, le nostre sensazioni esteriori o interiori. Dialogando noi due, valutiamo le nostre idee, ed, in sostanza, in maniera sintetica meditiamo su quello che diciamo e ascoltiamo. Il cogito ergo sum di Cartesio aveva origine nella coscienza dell'atto di pensare come frutto delle sensazioni di origine. Perché, quando le genti letterate insorgono contro le sensazioni, come unica base del meccanismo cogitativo o pensante dell'uomo, sono in errore sulla parola sensazione. Vi attribuiscono il solo significato basso ed elementare dei sensi colpiti da una reazione fisica e nervosa; ma sublimando queste crude e brutali ripercussioni per mezzo delle quali siamo a contatto della vita, voi avete parole astratte e idee che vi sembrano piovute dal cielo e non sono che deformazioni di sensazioni grezze che abbiamo ricevuto dal basso. Quindi dire: io penso, dunque sono, vale a dire: io sono in possesso delle sensazioni, dunque io esisto. Conclusione allegra: noi ci sentiamo grandi, piccoli, dotti, scemi, bene educati, offesi, padroni o servi, secondo la coscienza nostra, cioè solo per la valutazione che diamo ai nostri atti e pensieri prima e dopo che siano realizzati. Dunque la coscienza è Noi, in teoria ed in pratica.
Discepolo. - Ma Hegel da una parte e Kant dall'altra, come il contemporaneo Bergson, vengono...
Giuliano. - Fateli venire dove vogliono, la nostra non è un discorso di filosofia e uno studio comparato delle opinioni dei sublimi filosofi che hanno onorata l' umanità con le loro sapienti cocumere. Dovete ben capire che esaminandoci nelle idee e nei pensieri, negli atti sensorii e nelle ripercussioni impressionanti del mondo esterno, noi siamo egualmente dei filosofi, amici della sapienza, che è frutto della coscienza delle osservazioni. Dove esisterebbe la scienza sperimentale se noi non avessimo coscienza dell'esperimento? Dunque il nostro io, il sé, l'ego si compendiano nella sola affermazione dell' Essere che è la conoscenza e l'accettazione dell'esistente.
Discepolo. - Non pertanto queste parole di cui volete fare a meno, rappresentano cose diverse, quantunque nell'insieme sfiorano lo stato di coscienza e non sono integralmente la coscienza pura e semplice. Il sé vorrebbe dire la personalità profonda e più sentita che costituisce l'uomo, una qualche cosa di più essenziale che è l'individuo cosciente e incosciente insieme.
Giuliano. – L’Essere di Ermete Trismegisto, è l' Essere del Fui, Sum, Ero, cioè fui, sono, sarò, l'eterno e indistruttibile principio che si afferma in ogni vita. Ma voi ben sapete che i tanti metodi di scienze misteriose dell'uomo e per l'uomo, non lasciano intentato nessun mezzo per anatomizzarlo nei suoi componenti invisibili per poi dimostrare che, al momento della morte, un elemento va a ponente e un altro a mezzogiorno, e il nocciolo centrale si conserva per imbottire i fichi secchi. Noi dobbiamo sorpassare senza discussione queste piccole manie dello spirito religioso di popoli di gusti diversi. Dobbiamo pedestremente sapere che l'uomo è composto di carne, ossa, sangue, organi complessi e funzionanti con liquidi e essudati particolari (corpo saturniano) cioè corpo materiale visibile, che si rinnova consumando sé stesso e riproducendosi, come Saturno.
Discepolo. - Vi prego di non parlare troppo di questo Saturno interruttore perpetuo dei nostri dialoghi.
Giuliano. - Siate paziente, che è proprio il Dio della inquietante necessità della vita e della trasformazione. Man mano che nel corpo saturniano umano si addensano esalazioni e nubi della materia elementare costituente il Saturno, la vaporosa nuvolaglia si condensa in materia cerebrale e in tutta la rete nervosa, ed è sensibile a tutte le impressioni e alle reazioni dei contatti. E, mutevole come la luna, cangiante di aspetto, nascondente ora un lato, ora tutta se stessa come la luna, riapparendo ora in chiarezza ora in ombra poco scrutabile, come la luna, forma il corpo della coscienza e della mutabilità o corpo lunare.
Discepolo. - La Maria che posa il suo piede sul crescente lunare è simbolo cristiano cattolico.....
Giuliano. - ... e dei più significativi! La purità, la semplicità, la piana concezione dell'aspirazione a un non commosso stato di passione della terra, formano la mobilità della luna, che è l'astro della notte. Nell'oscurità pesante del corpo simboleggiato in Saturno e come Saturno, nella incertezza nebulosa del Corpo Lunare, di dubbia luce, vagante e mobile, crepuscolare e indefinita, sede dell' astrale dei Magi, zona priva di chiarezza, le immagini si arrestano, si formano, si deformano, si trasformano, si affacciano irriconoscibili alla coscienza o simboliche all'intelligenza. Questa, più mobile, più mutevole, più penetrativa, sorvola i mari torbidi e bui dell'astrale immaginativo e percepisce i caratteri divini delle interpretazioni auguste: il Mercurio, o Corpo Mercuriale della coscienza delle cose, viventi sull' estremo margine del centro di luce divina dell'uomo e del mondo, che compendia l' Essere eterno che si riproduce e continua, il Corpo Solare, o stella di splendore delle forze divine e della Eterna Luce.
Discepolo. - Ma anche voi, come i teosofi e gli altri, dividete l' uomo in quattro parti: Saturniana, Lunare, Mercuriale,Solare...
Giuliano. - Non confondete; non ho detto quattro parti, ma quattro corpi, ognuno dei quali è sublimazione del più basso, cioè del Saturno, padre di tutti gli altri. Ecco perché tutto proviene dal mondo della materia. La nostra Scuola Ermetica Italica procede nella sua analisi dal basso in alto, dalla Materia alla Luce, che è materia in stato di vibrazione; dalla Materia al Magnetismo, che è la potenziale specifica della sua atomizzazione; dalla Materia alla Trance, che corrisponde allo stato passivo della coscienza per la liberazione del Nume, che è intensificazione della Luce, perché, parlando, si crea e il verbum (parola) è fatto carne, cioè realizzato. Corpus, in latino, ha tanti significati diversi e concreti: Lucrezio gli ha dato il senso di materia e di elementi della materia, di sostanza, di atomi; Tertulliano ha scritto Spiritus,corpus sui generis, lo spirito è un corpo di natura sua particolare - ed anche nella chimica odierna gli elementi organici ed inorganici sono corpi, l'idrogeno e l'ossigeno sono corpi, come l'azoto e il mercurio. Il nostro organismo non ha parti oltre le divisioni anatomiche, ma i suoi componenti sono corpi di natura elementare e complessa, in modo che ogni atomo, molecola e cellula comprende specificamente questi corpi che sono, come origine, Saturniani, e poi, in istato di trasformazione, Lunari e Mercuriali, evolventisi e sublimantisi fino al corpo in vibrazione di Luce, che è Solare.
Discepolo. - Sempre per seguirvi con le vostre parole, non vedo la ragione di questa divisione quaternaria del corpo umano, quando poi si debba conchiudere che tutto è uno stato, una condizione, di essere della materia. La materia voi la prendete come tipo centrale della sublimazione posteriore del nostro organismo fisico, cioè del sangue e della carne nostra. Tanto vale mandarci alle lezioni di biofisiologia che si insegna in tutte le università.
Giuliano. - Sono chiacchiere le vostre. Quello che noi insegniamo è per noi necessario come l'alfabeto per leggere. La materia costituente il corpo umano è la stessa materia organizzata che la fisiologia e la biologia studiano... ma non al modo nostro, né come si studia in chimica. Noi del corpo saturniano non ci occupiamo pel suo stato funzionale come il biologo, il medico e il fisiologo. Noi pensiamo a conservargli la possanza e la valitudine fisica, per quanto la natura ce lo consente in rapporto alla eredità raccolta dai nostri genitori. Ma procedendo in senso inverso dello sviluppo, dalla materia pesante alla sua sublimazione, noi determiniamo il comando del corpo mercuriale, quando non del solare, sulla carcassa che ci contiene. Ecco perché quel bel tipo dell'alchimista Filalete dice che il figlio più piccolo (vale a dire il corpo essenziale del Mercurio e del Sole) mette in catene il suo genitore e lo comanda. L'integrazione dei poteri comincia da questo. Dominare, ricostituire, rinnovare il corpo fisico rifornendogli non solo le perdite delle calorie e il sangue che si consuma, ma ridonandogli il principio di vita che noi abbiamo portato nella regione più alta. Da questa ribellione al Padre Carcassa del piccolo Mercurio (Ermete) è generato il nostro sistema di medicina, chiamato appunto ermetico. La autosuggestione guaritiva o curativa dei magnetisti e i suggerimenti di tanta brava gente che predica la volontà dell' uomo come la più forte sanatrice di ogni tempo, come idea parrebbe essere la nostra e invece non la è. Essi dicono: Vogliate guarire, abbiate la volontà di guarire e guarirete - ma vogliate si intende abbiate la volontà di guarire. E sapete dirmi voi ed essi che cosa è questa volontà? Non impallidite perché io non vi tratto da ignorante. Non vi dico che non capite, vi dico che non sapete che cosa sia il volere e il suo meccanismo di azione affinché generi la trasformazione delle cellule malate in nuove e sane. Fausto che beve nella coppa la preziosa tisana che lo ringiovanisce, ha bevuto cinquecentomilionesimi di grammo di volontà pura che un farmacista come Mefistofele, laureato all'università del Tartaro, gli ha preparato con lunga e replicata e centuplicata distillazione di tutto l'apparecchio nervoso dello stesso Dottore Faust. Volere è tutto un gran problema. Ognuno crede di avere una volontà e di saperla adoperare a proprio beneficio, ma, caro amico, in questo molti si chiamano Cesare e Napoleone, e si chiamerebbero più propriamente degli scemi all'acqua di lattuga.
Discepolo. - Io non divido il vostro pessimismo. Se noi diciamo io voglio, è certo che esprimiamo un atto libero per realizzare una cosa che abbiamo come idea ben determinata.
Giuliano. - Piano, amico mio. Quando l'uomo dice io voglio, è passivo di un consentimento come di un piacere da provare. Dite ad un ammalato: vogliate avere l'animo vostro pronto a guarirvi il corpo, a volere energicamente che guarisca, ed è guarito. L'ammalato vi guarda con diffidenza; chi è lo scimmione che sta male e non vuol guarire? Tutti i malati vogliono guarire, nessuno vuol soffrire e patire. Eppure questa che si crede espressione reale di un atto di volontà non è che desiderio e speranza - due dei tanti mostri che incatenano l'uomo al duro guinzaglio della vita, attraverso le pene dell'inutile attesa. La donna, che nell'umanità non è che la volpe delle favole di Esopo, per ignorante che sia, per incolta che possa essere, intuisce che lasciando sperare e desiderare può portare Ercole armato di clava a fare il giro di una piazza vestito da pulcinella.
Discepolo. - Amate poco le donne? Ne avete opinione non grata?
Giuliano. - Non vedete che tesso l'elogio della sua astuzia, della sua finezza, della sua sensibilità? Sora femmina (stile francescano), è Sora Volpe, come tipo; non perché tutte le volpi siano astute e che tra le donne non vi siano delle bestie, ma l' intuito del maggior numero delle donne è un omaggio al loro Creatore e un atto ammirativo al serpente che sfidò il loro senso di penetrazione. Equiparare la donna all'uomo nella vita sociale, far credere che l'uno equivalga l'altra, è una illusione di conquista per la donna. Tutto ciò che è gentile, buono, bello, pieno di grazie, e che si completa nel vocabolo amore, appartiene alla femmina, che, sotto apparenza della schiava, ha in ogni epoca dominato il mondo. Vedete che non le ho in dispregio: quando saremo più progrediti e la società umana sarà liberata dai vincoli delle idee ereditate dalle ore selvagge, l'uomo e la donna non si calunnieranno più a vicenda, non si tormenteranno come nemici, non avveleneranno il loro cuore per il possesso e la gioia di vivere con la ignoranza dei valori liberi della loro coscienza. Maga per naturale sensibilità, la donna è una contraddizione per sola discordanza coi precetti comuni della vita ordinaria. Circe guarda istintivamente le piccole miserie della realtà e non può reprimere gli scatti della sua sensibilità che sono nei limiti della natura universale, la quale è una realtà anche essa, non convenzionale né legiferata per costituzione.
Discepolo. - Parole un po’ oscure che meriterebbero un più ampio commento....
Giuliano. - Il quale potete farlo voi, se avete piacere di intrattenervi su questo soggetto, appunto per confessare che la donna, se ne dite bene o male, se l'elogiate o la vilipendete, è sempre la dominatrice di tutti gli esseri creati, anche quando essi fingono di ribellarsi e minacciarla. Come nel mondo visibile, cioè il mondo esteriore delle umane imperfezioni, così in ognuno di noi il corpo lunare fa la parte della femmina, ricettacolo di tutte le impressioni e di tutte le sensibilità che ci colpiscono, ci tormentano, ci conturbano, ci soggiogano; ed è cagione di tutte le emozioni che, pel minimo pretesto, scuotono il nostro essere e lo deviano dalla realtà, visione serena della verità. Potete predicare nella vita sociale quanto credete e nel modo più aspro contro Colombina, giurare, appena civetta col primo che passa, che non le crederete mai più in eterno, che scapperete con una motocicletta appena vedrete una Colombina come lei, che siete sicuro che vi farebbe dei tiri peggiori.... ma, sbollito il primo sdegno, mezz'ora dopo, vi farete manodurre dalla più scema femmina che incontrerete nella più umiliante posa della credulità amorosa. In noi è lo stesso. Il corpo lunare, infido, ci illude - Colombina ci incanta. Le sue immagini si presentano come d'argento ed oro. Noi crediamo con fede ed ardore, e quando nella notte vaga dell'astrale si fa penetrante un raggio di sole, gli apparsi nobili metalli diventano squame di pesce. Giuriamo di non ricadere nella trappola, ma non sappiamo resistere a lungo. Nel campo astrale ritornano gli incantesimi e ritorniamo vittime del laboratorio delle false sensazioni, della poesia bugiarda, della tenerezza dell'anima nostra bambina, credula, fino a curvarci, schiavi della prepotenza della fantastica contorsione della immaginazione nostra. Ecco perché coloro che provenivano dai misteri iniziatici e dalla perfetta gnosi predicarono, senza essere compresi, che i sensi nostri sono ingannevoli, e che il mondo esteriore, così come appare, è una menzogna. L'intelletto umano, che è del corpo mercuriale, analizzatore più sereno, quando l'alone illusorio della Luna non lo vela, è il solo riduttore alla certezza. Colombina ci abbaglia. È femmina, giovane sempre, non invecchia mai, ci seduce e ci entusiasma. La poesia e le arti belle, le ore, i minuti, gli instanti paradisiaci della vita non sarebbero possibili se l'uomo non possedesse questa strana proprietà di fondare ogni suo godimento sull'illusione immaginativa delle sue sensazioni. Una forma di ebrezza, come per vino, per alcool, per oppio. Il teatro, la commedia, la tragedia sono finzioni. L' uomo, sempre ingenuo e bambino, ne prende diletto. Si assiste ad uno spettacolo sapendo che è un artificio, una favola inventata da un poeta, ma nel momento che si assiste e si ascolta, si dimentica che è favola, vogliamo dimenticare e dimentichiamo che la scena è una bugia preparata per ingannarci, che abbiamo pagata la nostra sedia, che l'artista è un uomo pagato e, se fa la parte di Re Menelao, non è un Re di Sparta: non per tanto l'emozione ci prende, scattiamo in applausi, commossi, e se l'attore trafigge Paride con una spada inverosimile di cartone, gridiamo: bravo! E se l'illusione fosse per l'uomo necessaria come il pane? L' intelletto, spostato nel rinvenimento della giusta misura, si traduce in volontà nella percezione immaginativa della cosa da creare. Ecco perché nella magia creatrice la immaginazione delle cose ben definita, pittorica, miniata, cesellata nei più fini e definiti particolari, è volontà in atto, e creazione. L'Ermetismo, nella sua pratica magica, è per questo un'arte grande, ars magna - e l'ermetista e il mago sono artisti di cartello. Questo potere immaginativo pochissimi lo posseggono per natura: sono quelli che hanno precedenti storici della tanta screditata arte magica che mostrano una tendenza ad esercitare questa perfetta forma realizzante della volontà, e, molto spesso, gli isterici e i nevropatici impressionabili, si ossessionano cosi, senza creare niente, come per soffrirne solamente. Questo che ho detto mi pare che sia cosa chiara pei bambini lattanti.
Discepolo. - Chiara per modo di dire: voi credete di essere limpido e che tutti vi capiscano, ma benché le idee siano semplici non mi sento di rispondervi affermativamente. Ho capito che noi abbiamo un corpo organizzato di materia, da cui si evaporizza un secondo corpo interiore di materia più tenue, e da questa un terzo corpo più sottile e breve che in sé contiene il sole, cioè il fuoco, principio di vita nell'universo. È così? Ora l'intelletto, la memoria, la volontà che l'antica filosofia diceva che fossero le tre parti dello spirito o anima dell' uomo, per la Scuola Ermetica sarebbero delle virtù del corpo Mercuriale.
Giuliano. - Ho detto Intelletto e Volontà. La memoria è meccanismo sottile di altra podestà, con altra sede, con altra divisione.
Discepolo. - Vogliate spiegarmelo.
Giuliano. - Spiegare come? Con una altra chiacchierata filosofica come ve la farebbe meglio un professore di liceo? Venire a rilevare un piano topografico per dire: qui risiede Pompei, là Ercolano, e più in là Aquileia, è opera oziosa, verbaiuola, che può riempirvi la testa di belle chiacchiere discutibili che lasciano il tempo che trovano. Io vi spiego elementarmente che cosa pensiamo noi e come ed in che modo differiamo, nella maniera di considerare l'uomo nella sua sintesi, dagli altri che fanno la filosofia come in tutte le scuole s'insegna. La dimostrazione che la nostra sia la sola verità, bisogna che il Discepolo dell'ermetismo la raggiunga da sé: montare dal basso all'alto, da Saturno alla Luna e da questa al Mercurio cum grano salis, se mi spiego bene. Poiché non dovete dimenticare che quel pizzico di sale, che dà sapore alle vivande scipite, è necessario per trovare il senso giusto delle cose che pur dico con chiarezza grande nei limiti delle espressioni umane. Dovete riflettere, e non dimenticare, che come è assurdo coi metodi ordinarii dello sperimentalismo dei gabinetti universitari esaminare e controllare i fenomeni delle occulte forze umane, così è sciocco credere che il linguaggio umano contenga tutte le parole che possano esprimere, e quindi dare con esattezza, le sfumature e la colorazione del mondo interiore umano. Avete osservato quante parole nuove, mezze di origine greca e mezze ostrogote, si formano ogni giorno in medicina, in psicologia, in psichiatria? Ebbene ognuna di esse vuol indicare un fatto di osservazione oggettiva: il medico, il psichiatra, il neuropatologo osservano ed esaminano la manifestazione morbosa in un ammalato e non su dì sé stessi. Figuratevi poi che incomprensibile vocabolario verrebbe fuori se dovesse l'ammalato creare le parole per ogni sensazione patologica! Dunque abbiate la saliera sempre a portata di mano. Vi porto un esempio recentissimo. Vi ho ricordato che l'Institut Metapsychique International de Paris ha favorito gli studi ed ha presentata bene agIi studiosi seri questa nuova scienza deI valore umano, ma ha cominciato coI creare la metapsichica che sarebbe la scienza del metapsichismo, cioè l'elemento supernormale della natura di eccezione. La metapsichica si divide in metagnosia (che è la conoscenza supernormale) e la metergia (azione supernormale); questa metergia a sua volta si divide in metapsicoragia, che è spontanea ed involontaria manifestazione del metapsichismo e in telepatia, emissione di pensiero o sofferenza o passionalità, verso persona che ci interessa, o nell'agonia o durante un'angoscia. E poi un mondo di vocaboli nuovissimi che si susseguono, pei quali occorrerebbe un vocabolario nuovo metapsichico: meteterica, metabiotica, metacinetica, metafotismo, ectoplasma, teleplasma, metafanico, epifanismo, e altri che non mi vengono in mente. E credo che questo sia poco, perché non stiamo ancora a definire le perturbazioni interiori e a nominarle. Ed allora?
Discepolo. - Ricorderò il vostro consiglio.
Giuliano. - Per ritornare all'argomento della medicina Ermetica e al la volontà come mezzo di guarigione, vi dirò che nell'ermetismo magico tutta l'attività interiore volitiva consiste nella plastica immaginativa dell'uomo. Ho detto tante volte: immaginate bene e vi avvierete alla creazione di una volontà onnipotente in voi. Vi ricordate tutti i recenti esperimenti che vi ho fatto eseguire per riprodurre mentalmente un oggetto visto? Vi ho presentato un oggetto qualsiasi e vi ho pregato di guardarlo bene. Poi vi ho detto di chiudere gli occhi e di riprodurre in voi, naturalmente, la figura della cosa vista in ogni suo particolare. Tutti mi dicevate prima che il far ciò è la cosa più facile del mondo, ma in pratica avete sperimentato che non è tanto semplice ed agevole.
Discepolo. - Ho constatato che bisognerebbe esercitarsi paziente mente per ottenere una esatta riproduzione, come per fotografia.
Giuliano. - Quale più perfetto apparecchio fotografico del cervello umano? Anzi quale superperfetto apparecchio di rapide fotografie movimentate per cinematografo, prontamente mutate in positive? Ma... non si fissano queste vedute! Si cancellano rapidamente, si affievolisco no, illanguidiscono e scompaiono nell'incosciente, l'archivio delle impressioni dimenticate, da cui si evocano le sintesi figurative nella memoria sommaria delle cose sentite e viste. Ora pochi come voi, hanno compreso la utilità e la necessità di questi esperimenti. Fissare l' immagine, riprodurre mentalmente, nella camera oscura del nostro corpo umano, questa cosa vista e ritratta, è una necessità dell'operatore ermetico, perché è una metà dell'alfabeto che dovrà scrivere in noi l'atto volitivo. Jubeo, comando. Il mago imperat. Comanda ai diavoli e impera sulle forme, con un libro a triplo sigillo salomonico, che l'ermetista integrato sfoglia nel suo interiore in immagini che può perfino proiettare per rendere sensibili e reali.
Discepolo. - Cum grano salis.
Giuliano. - Assolutamente, sempre con la saliera pronta.
Discepolo. - Non la perdo di vista.
Giuliano. - Immaginare bene vuol dire concepire l'idea della cosa da creare o da modificare nella sua visione reale, nell'astrale, cioè nel campo interiore senza luce, dove risiede quell'utero inafferrabile della creazione umana che produce i fantasmi della pazzia religiosa e che, o partorisce il genio delle grandi eccezioni umane nell'arte e nella scienza, o il mago possente al limite del bene e del male, tra il divino e il diabolico. Siate ammiratore del superuomo nelle idee semplici. Non nella pazzia del Nietzsche che raggiunge la insensibilità del supremo orgoglio, ma nella umanità latinamente intesa, nella protezione dei confederati nell'idea della giustizia, considerata come spirito di reggimento della società degli umani. Gli stregoni veri, o quelli che sono passati per tali, o quelli che hanno tentato di far male a nemici loro, son sempre partiti dall'assioma che tutto ciò che si crea in astrale è realizzato in atto. Le cose magistralmente pensate sono fatti veri, perché diventano reali. E se i sogni impressionanti per la loro verità, invece di essere premonitori, per la loro perfezione di forme in astrale fossero creatori? Le stregonerie di amore e di possesso, fatte con le statuette di cera, hanno questa origine. Trafiggendo la regione del cuore con un ago, il maleficiante immagina il pugnale che immola alla morte il suo nemico. Ma chi è quell'uomo capace di simile atto di potenza, che possa stabilire in idea la creazione di un assassinio a distanza? Dove sta quest'araba fenice di essere vivente che è capace di produrre un tal fenomeno, e che possa avere con tale onnipotenza un animo malvagio? L'ermetismo esclude il possesso di virtù supenormali senza il cammino ascendente verso la bontà assoluta che è amore per gli uomini e protezione per i deboli e gli inermi; s'intende i poveri dello spirito e della carne, nella massa della plebe e della folla. Anzi constata in una maniera continuativa che i discepoli che hanno l'animo purificato da ogni immondizia di odio, di avidità, di concupiscenza, di violenza, di prevalere, sono quelli che nella serenità superiore a tutte le miserie volgari riescono per fettamente ad addestrarsi nella figurazione immaginativa.
Discepolo. - Questa è quella che si chiama purità?
Giuliano. - Si, purità magica e ermetica, e non purità religiosa, che è cosa che non ci riguarda... La nostra purità, integralmente intesa, è la neutralità cosciente ed inalterabile che noi conserviamo rispetto ai nostri simili. Ogni odio e ogni amore, direi ogni interesse dell'operatore ermetico nella riuscita di una cosa voluta, rende inutile, annulla, distrugge il risultato aspettato. Per questo vi ho detto che il sentimento della giustizia, il profondo e inalterabile concetto che la divinità è magistralmente giusta, che il senso di questo sovrano equilibrio del nostro Essere che non sa far cadere la coppa della bilancia che pesa meno, è l'unico fattore di ogni progresso nostro verso la reintegrazione. Esiste uno ostacolo che ci avversa ogni volta che il nostro Essere barcolla e tende al male. Per questo, noi ermetisti, ridiamo dei pretesi stregoni. Perché la Medicina Ermetica facilmente ottiene dei risultati miracolosi? Perché in aiuto dei malati non si può accorrere con odio, nessuno può aiutare (o averne la volontà) un infermo a cui si voglia male: sarebbe in contraddizione col fine dell'opera.
Discepolo. - Ma ritorniamo appunto alla vostra Medicina: vi prego di farmi comprendere, con chiarezza, questo sistema medicale che voi prescegliete tra tutti i differenti metodi. E certamente non credo che tutto si arresti alla determinazione della volontà intesa differentemente dal come la intendono gli altri. E neppure credo che l'unico meccanismo sia questo di immaginare bene una cosa per determinarne l'atto volitivo e nello stesso tempo guaritivo. Il vostro ragionamento non coincide con l'aiuto modificatore dei magnetizzatori che fanno ripetere cento volte al giorno: io son guarito per creare una guarigione bella e propria; a voi questo non pare un atto di volontà.....
Giuliano. - È un atto di fede. È assurdo che io malato dica: son guarito, perché in realtà io sento che sto male; dicendolo io compio un atto di fede o passivamente evoco l'immagine della guarigione. Credo quia absurdum. Ma la nostra Medicina è più complessa, più semplice e più filosofica. Avete mai visto il caduceo di Mercurio? È l'insegna dei farmacopoli di tutti i continenti conosciuti. Un bastone (virga), come scettro di comando, con due brevi ali alla cima. Due serpenti vi si attorcigliano sulla estremita superiore. Giove, il figliuolo di Saturno.....
Discepolo. - L'antipatico!
Giuliano. - S'innamorò di Rea, che, per nascondersi, si cangiò in biscia. Giove si mutò in serpente. Mercurio, ottimo sensale di matrimoni, li riunì intorno alla sua verga. Altri credettero che Mercurio incontrasse due serpenti irati: gettò il suo bastone a terra, e i serpenti si abbracciarono con amore. Altri dissero che il bastone pastorale fu donato da Apol lo a Mercurio, in riconoscenza di avergli Mercurio permesso di attribuirsi l'invenzione della Lira; e il bastone fu simbolo di pace. Valeva a riconciliare i nemici, i rivali, i contendenti, gli innamorati in discordia.
Discepolo. - Non vedo il senso farmaceutico nella favola.
Giuliano. - ...In seguito fu simbolo di pace. Più che di pace, di Amo re. Scrivete sempre questa parola Amore, con lettera maiuscola, e, se la pronunziate solamente, levatevi il cappello. Se non avete il cappello, inchinatevi come dinanzi ad una divinità. Esiodo disse che questo dio Eros esisteva prima del Caos. Eros, Amore, fu quello che Psiche amò nelle tenebre della notte, nella dolce incantagione della incertezza, del dubbio seducente di lunghe ore di passione. Fu Eros che la curiosità di Psiche fugò con la lucerna quando volle scoprire le sembianze del mostro.
Discepolo. - Ma è una lezione di Mitologia la vostra. Saturno, Giove con Rea, Eros, Psiche, Apollo, Mercurio...
Giuliano. - Non mi posso servire della religione bramanica per aprire un piccolo spiraglio di luce crepuscolare nella vostra magnifica testa! Ricordatevi che fummo latini, italici e greci immigrati, e che la Mitologia nostra, screditata dai rispettabili lampioni dei Santi Padri, è la più fine tessitura favoleggiata degli elementi filosofici della mente umana. L'iniziatura orfica non so per quanta parte contribuì a farla cosi profondamente significativa, né so se i Pitagorici vi comparteciparono con elementi essenziali e non pittoreschi. Nel cristianesimo cattolico l'orientazione è diversa, fin dalle origini, che furono dissolutive e antiromane: religione plebea, dall'aria comunista, diventata più tardi conservatrice e combattiva. Come abbiamo in noi un elemento femmina, conserviamo un corpo mercuriale. Fra il principio Solare o Apollineo, e la Luna cangiante; tra il Mercurio che si solleva ad altezze inconcepibili e Saturno grave che, pesante, ci mantiene legati alle necessità della vita, si cela il fabulosus Cupidus che arde in olocausto a Venere, sua madre, i cuori dei vivi, e così mal si cela, che par che dica, come in Esiodo, io fui prima che il Caos fu. L'amore quaggiù e lassù, è la chiave dell'enigma di tutti i cuori. Visione di vita e di morte. Il divino sagittario, che i pittori ci han trasmesso rappresentato da un puttino, è il più vecchio di tutti i bambini dell'universo. La biofisiologia delle università non lo studia. Lo esamina tra le passioni umane, causa di patimenti, di risse, di tanti reati comuni... Ignora che questo, che pare un fanciullo incosciente e divertente, decide di tutte le trasformazioni in natura, materia e spirito. Tra i minerali, tra le piante, tra i batteri e gli animali di tutte le specie, questo piccolo dio vecchio, che si chiama Amore Con l'A maiuscola, è la causa delle mutazioni delle forme e il generatore di tutto ciò che è nuovo o rinnovato.