[...]può succedere che egli scopra in una persona, per la quale ha grande rispetto, qualche speciale tratto del carattere che potrebbe essere considerato un difetto.
Questa scoperta potrà stimolare il pensiero dell’uomo verso due diverse direzioni.
Egli potrà semplicemente dire a sé stesso: "Ora che ho riconosciuto quel difetto, non posso più stimare quella persona quanto prima".
Egli potrà però anche chiedersi: "Come è possibile che una persona così degna di rispetto sia gravata da tale difetto? Come posso raffigurarmi che non si tratta soltanto di un difetto, ma di una conseguenza della vita di quella persona, determinata forse proprio dalle grandi qualità di essa?".
Un uomo, il quale si pone queste domande, arriverà forse alla conclusione, che il suo rispetto per quella persona non viene affatto menomato dalla scoperta di quel difetto.
Ogni esperienza di questo genere ci permetterà d’imparare qualche cosa, aumenterà la nostra comprensione della vita.
Naturalmente sarebbe un errore permettere, che l’aspetto buono di tale concezione della vita ci inducesse a scusare tutti i difetti delle persone e delle cose per le quali sentiamo simpatia, o ci facesse prendere l’abitudine di non rilevare le azioni biasimevoli, onde ricavarne un vantaggio per la nostra propria evoluzione interiore.
Quest’ultimo risultato effettivamente non si ottiene, quando l’impulso a non biasimare soltanto gli errori e i difetti, ma anche a comprenderli, parte da noi stessi ; lo si ottiene soltanto quando il nostro atteggiamento viene determinato obiettivamente dal fatto stesso, indipendentemente dal vantaggio o meno che ne potremo ricavare.
È assolutamente vero che non è per mezzo della condanna di un errore che ci s’istruisce, ma soltanto per mezzo della comprensione di esso; d’altra parte questa comprensione non deve impedirci di disapprovarlo, altrimenti non potremo progredire molto oltre.
Da: Rudolf Steiner - "La Scienza Occulta"