L’amore si consuma nel tempo e quando il Millennio sarà finito l’amore tra gli uomini non sarà piú che una parola priva di significato sulla quale si faranno mille ricami, nel tentativo di scoprire l’antico valore. Chi possederà ancora il dono dell’amore sarà visto come un diverso, un sopravvissuto a una guerra combattuta da un popolo dalla vista corta, contro il sentimento dell’amore. L’uomo non sarà piú capace di sopportare niente, per questo diverrà sempre piú fragile e dimenticherà la gioia di vivere.
Mancheranno l’amore evangelico e la fede: per questo il mondo andrà in rovina. Ci sarà la fede delle parole, ma mancherà quella del cuore: e ci sarà una grande confusione tra quello che fiorisce sulle labbra e quello che muore nel cuore.
Nelle chiese voleranno parole e tra gli uomini germoglieranno promesse, ma parole e promesse rimarranno tali. Tra le pieghe della terra ci sarà un dolore nascosto che uomini di chiesa e di scienza copriranno diligentemente, perché i signori della terra, al servizio delle potenze infernali, vogliono confondere le idee facendo credere ai pochi puri di spirito che questo è il nuovo paradiso terrestre, il quale invece deve ancora giungere sulla terra, e scenderà sulla Santa Madre Russia, nella terra tra i due fiumi. Solo allora l’uomo nuovo scenderà dalle montagne per vivere nell’amore e nella fede. L’amore sarà il pane della vita e la fede la strada maestra che condurrà nell’unico porto sicuro.
(Da Basilio di Kronštadt - R. Baschera - Il Mistero di San Pietroburgo, Mondadori, Milano 1992)