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| Titolo: La moria delle api Gio Mag 26, 2011 7:44 am | |
| Riporto un articolo di Enzo Nastati Lo moria delle api Una nuova possibilità
Da anni il nostro Istituto di ricerca EUREKA si è interessato al benessere delle api. Già nel 1982 aveva realizzato il primo prodotto omeopatico per fronteggiare il problema dell'acaro Varroa. A ciò ha seguito la progettazione di un'arnia esagonale al fine di dare all'ape, attraverso questa forma tipica del suo mondo, le forze che la conduzione scellerata degli ultimi 80 anni ha sempre più depauperato. A ciò sono seguiti vari preparati omeopatici di aiuto alla vita delle api, le indicazioni sul come sistemare le arnie in campo al fine di potenziarne le forze di resistenza alle parassitasi ed all'ultimo gravissimo affronto che il loro Principio Individuale di Specie ha ricevuto con la modificazione genetica realizzata in Cina al fine di ottenere una produzione maggiore di pappa reale. Questo evento, unito all'azione delle onde elettromagnetiche dei telefonini che farebbero perdere l'orientamento alle api, ha portato spesso l'apicoltura a condizioni di pura sopravvivenza.
I dati delle perdite
Intanto la produzione nazionale di miele per il 2008 è sostanzialmente dimezzata. Infatti delle circa 1.200.000 amie in produzione nel 2007 ben 600.000 sono fuori produzione o per moria o per debolezza delle famiglie. E questo nonostante il fatto che proprio nel 2007 si era evidenziato un aumento di arnie in produzione a livello nazionale con circa 100.000 arnie in più rispetto all'anno precedente. La perdita (per chi ha sempre un occhio di riguardo verso l'economia) è di 250 milioni di euro. Oramai gli apicoltori hanno rinunciato a portare i loro alveari nei frutteti per favorire la preziosa impollinazione e così le conseguenze del problema sono aumentate.
I pesticidi alla nicotina
I più validi entomologi (tra cui Giorgio Celli, docente nell'Istituto di entomologia agraria "Guido Grandi" presso l'Università di Bologna e coordinatore del gruppo di ricerca sulle alternative ai pesticidi in agricoltura), vedono ora proprio nei pesticidi ai neonicotinoidi a base di imidacloprid (come il Gaucho della Bayer), la causa principale della scomparsa di api che sta avvenendo in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Piccola storia dei neonicotinoidi
Negli anni '80 si iniziò a studiare una nuova classe di insetticidi: i neonicotinoidi, che sembravano offrire ottimi risultati, tanto che presto divennero tra i più usati. I neonicotinoidi agiscono a livello del sistema nervoso fissandosi ai ricettori nicotinici dell'acetilcolina, bloccano di fatto il passaggio degli impulsi nervosi nel cervello con conseguente morte degli insetti "nocivi" e "non" (tra cui le nostre api e, pensando più in "grande", forse anche a noi?). I principi attivi in commercio sono: Acetamiprid, Imidacloprid, Thiacloprid e Thiamethoxam. Tutti questi insetticidi sono altamente sistemici tanto da "proteggere" la pianta molto a lungo: il principio attivo una volta assorbito viene traslocato sui giovani germogli in fase di crescita e nella pianta adulta, che risulterà sempre "insetticida". L'azienda di Agrofarma che li produce asserisce che non se ne trova traccia nel frutto o nella verdura finale.
L'azione del Governo
Fortunatamente, dopo le prove scientifiche, il governo non è rimasto con le mani in mano e prontamente il 17 settembre 2008 è stato pubblicato un Decreto Ministeriale recante la "Sospensione cautelativa dell'autorizzazione di impiego per la concia di sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive clothianidin, miamethoxam, imidacloprid e fipronil, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 200l,n. 290". Questa volta si sono mossi velocemente (non c'entrerà il fatto che Luca Zaia, nuovo Ministro dell'Agricoltura, sia anche apicoltore?). Recentemente anche il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso presentato dai colossi dell'agrochimica contro la sospensione di cui sopra dell'uso in agricoltura dei pesticidi contenenti neonicotinoidi, ritenuti i principali responsabili della moria: tutto ciò dovrebbe far ben sperare per la prossima annata.
La nostra proposta
Dato che fidarsi è bene e non fidarsi (visto gli enormi interessi in gioco) è meglio, EUREKA ha elaborato un nuovo preparato omeopatico avente lo scopo di aiutare la api a "digerire" questo pericoloso insetticida. Il nuovo preparato va diluito e dato da bere alle api ogni due mesi, iniziando il prima possibile in modo che le api, quando saranno esposte direttamente a questi pesticidi, siano "preparate" e quindi non soccombano. Questo nuovo prodotto, inserito nella serie dei trattamenti omeodinamici degli alveari, può contribuire al fatto che le nostre preziose amiche possano superare anche questa ennesima prova che tende ad eliminare queste portatrici di Amore.
Enzo Nastati | |
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