SALUTE E MALATTIA
Che cosa significa mangiare vegetali o mangiare carne? Osservate una pianta: una pianta si sviluppa dal germe che è nella terra, fino a produrre foglie verdi e fiori colorati. Ora pensate a quello che ricavate dalla pianta: cogliete le spighe o le foglie e ne fate insalate o simili, cuocendola. Paragonatela ora alla carne, al tessuto muscolare degli animali: abbiamo sostanze totalmente diverse, non è vero? E quali sono i rapporti tra queste sostanze? Sapete che ci sono animali totalmente vegetariani, animali che non mangiano carne. Per esempio, le nostre mucche non mangiano carne, e nemmeno i cavalli. Ora, dobbiamo tener presente che gli animali non solo mangiano, ma anche eliminano.
Sapete che gli uccelli hanno la muta: perdono le penne, che poi ricrescono. Sapete che i cervi perdono le corna, che poi ricrescono. Voi vi tagliate le unghie, che ricrescono. E continuamente cambiamo la pelle. Nel tempo di sette-otto anni abbiamo eliminato tutto il nostro corpo, sostituendolo con un altro, e questo vale anche per gli animali.
Osservate allora una mucca o un bue: quando li rivedete dopo qualche anno la loro carne è totalmente cambiata. Nei bovini ciò avviene piú rapidamente che nell’uomo, c’è dunque un’altra carne. Ma da che cosa è prodotta quest’altra carne? vi domandate. È prodotta dai vegetali. I buoi hanno prodotto la loro carne dalle piante. È la cosa piú importante di cui tener conto. Il corpo animale è in grado di produrre carne dai vegetali. Ma voi, miei signori, potete cuocere dei cavoli quanto volete, ma non diventeranno mai carne. E nessuno ha mai cotto in forno un dolce trasformandolo in carne. Quindi non si può far nulla con trattamenti esterni: la carne è prodotta nel corpo animale. Le forze per questa trasformazione devono quindi trovarsi nel nostro corpo. Non abbiamo la possibilità tecnica di trasformare le piante in carne. Osservate ora una pianta. Qui è ancora in piena terra. E fino ad ora le sue forze hanno prodotto foglie verdi, frutti ecc. Pensate che ora una mucca mangi questa pianta. La pianta mangiata dalla mucca o dal bue diventa sua carne, ossia il bovino ha in sé la forza di trasformare il vegetale in carne.
Pensate ora che a questo bovino venga un giorno in mente: «Mi annoia andare in giro per mangiare queste piante. Può farlo per me un altro animale, e poi io lo mangio, questo animale!» E cosí il bue comincia a mangiare carne. Ma potrebbe produrla lui stesso: ne ha le forze. E che cosa accade quando mangia carne invece di piante? Lascia inutilizzate tutte le forze che potrebbero trasformare le piante in carne. Pensate a una fabbrica che dovrebbe produrre qualcosa: non le fate produrre nulla, ma mettete in moto tutte le apparecchiature. Quanta energia sprecata! Un’enorme quantità di energia.
Ma, signori miei, la forza che va persa nel corpo dell’animale non sparisce, non può sparire. Il bovino è pieno zeppo di questa forza, che produce in lui qualcosa di diverso dalla trasformazione di vegetali in carne. Questa forza è in lui, rimane in lui. E produce qualcos’altro: produce una quantità di rifiuti. Cosí invece di carne si producono sostanze nocive. Il bovino che mangiasse carne si riempirebbe di sostanze nocive, ossia di acido urico e di urati. E questi urati hanno tendenze speciali: hanno affinità col sistema nervoso e col cervello.
La conseguenza è che se il bovino mangiasse carne si produrrebbe in lui grande quantità di urati che gli attaccherebbero il cervello, facendolo impazzire. Se potessimo provare a nutrire un bovino con carne di piccione avremmo un bovino totalmente pazzo. È cosí. Benché i piccioni siano animali miti, il bovino impazzirebbe. E il materialismo è contraddetto da questo fatto, perché suppone che se nutrissimo i bovini con piccioni, dovrebbero diventare mansueti come loro. Invece i bovini diventerebbero violenti e furiosi. E, vedete, questo è confermato anche dal fatto che i cavalli diventano violenti se mangiano anche un solo pezzetto di carne: diventano subito irascibili…
Rudolf Steiner
Da :R. Steiner, Salute e malattia, 18 conferenze tenute a Dornach agli operai dal 19.10.1922 al 10.2.1923 – O.O. 34. Traduzione di G.S.