“ E’ dunque, paradossalmente proprio la scienza razionale che arriva a legittimare la possibilità che esista una Scienza sacra basata su di una origine strettamente irrazionale. Esiste così una prova di ciò che afferma, d’altra parte, la Scienza sacerdotale, dimostrando la genesi della ‘Grande Opera’ dell’Universo.
Troviamo allora un parallelismo fra l’insegnamento delle fasi del ‘divenire’ di una materia perfetta – spirituale come origine e spirituale nella sua fine – e gli insegnamenti sacri, quali che essi siano.
La Scienza sacra è come un canovaccio, uno sfondo colorato sul qual possono iscriversi tutti i momenti dell’insegnamento faraonico.
[…] Generare la ‘Grande Opera’ vuol dire generare in noi la liberazione della nostra condizione sofferente e mortale e, per converso, ricercare questa liberazione vuol dire anche realizzare la ‘Grande Opera’.
[…] Possiamo adesso concludere, in termini generali, che il fondamento di qualsiasi sapienza rimane non specificato e non appartiene a nessuno dei tre regni, ma è piuttosto della natura che tutto anima. Esso è spirituale e può anche, evidentemente, venir orientato: verso il minerale (il metallo), verso il vegetale e verso l’animale. Così come può essere medicina per il corpo umano, altrettanto è medicina per il metallo; elimina qualsiasi impurità, per non lasciare altro che la purezza del perfetto equilibrio. Forse che il Signore Cristo non guariva la lebbra?
Si usa tradurre la formula ‘Vita, Salute, Forza’, costantemente abbinata al nome del Faraone, come un augurio a lui rivolto, mentre è Lui, il vero Re dei Re, che dispensa Vita, Salute e Forza.
Seguendo la strada tracciata dalla Scienza sacra, ecco come si presenta il mondo: vi è generazione, vale a dire uno sviluppo della materia come divenire fetale; vi è fissazione in forma corporea dell’Energia cosmica; vi è una fonte irrazionale all’origine delle cose; vi è una resurrezione del corporale spiritualizzato che ritorna alla sua fonte, poiché la materia corporea non è che un aspetto transitorio e relativo di un’attività e re-attività di due nature scisse e generate da una Unità cosmica, e questa materia finale è l’unico vero Re.
Ecco allora teologia e scienza in un’unica espressione e, quindi, una relazione tra uomo e Universo del tutto differente, come pure la possibilità di una civiltà analoga a quella che troviamo nell’Egitto faraonico, nell’antica India e nell’antica Cina.
[…] La legittima preoccupazione della scienza dovrebbe essere quella di ricercare la vera fonte della materia, fonte che si è usato riassumere in questa ‘parola’ che significa tutto : ’Dio’, nonché di studiare in questa ottica il divenire delle forme che popolano l’Universo.
Agli occhi di alcuni, queste parole potranno apparire soltanto come una caduta, un ritorno alle ‘vecchie credenze’, alla superstizione, alla puerile posizione – priva di qualsiasi spirito scientifico – di un tempo ‘fortunatamente superato’! …
A tutti costoro io rispondo: si tratta di una realtà dimostrata e non di una credenza e sostengo che si tratta anche di una vera e propria élite che costituisce il Tempio, un Tempio che irradia e non un Tempio che impone un dogma esclusivo, che trattiene e contrae qualsiasi velleità di espansione del pensiero e delle arti, un Tempio che fonda il suo insegnamento teologico sulle prove fornire da una Scienza dimostrata.