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| La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche | |
| | Autore | Messaggio |
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Admin Admin
Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Mar Ott 16, 2012 7:21 am | |
| LA TRIPARTIZIONE A CONFRONTO
L'approccio della tripartizione dell'organismo sociale è ben altro che qualcosa di usuale: non accetta introiti da nessun partito politico e chi decide di aderirvi con serietà non fonda un partito nuovo, ma una rete sociale, un movimento o appunto un istituto.
Questo non significa che l'approccio della tripartizione non possa essere nettentamente delineato. Questo si evince perfettamente dal confronto diretto della tripartizione sociale con la realtà di oggi, fatto da Werner Beimhorst e ripreso con piacere in questa sezione.
La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche
Dottrine politiche quali il socialismo, il liberalismo e il conservatorismo non puntano sugli uomini, ma su gruppi di uomini. E' ovvio che questo non vuol dire che le proposte avanzate dagli stessi vengano del tutto escluse, ma che persino singoli buoni suggerimenti vengano discreditati qualora celino gli interessi di un determinato gruppo.
Di seguito saranno messe a confrontate alcune dottrine politiche con la tripartizione sociale.
- Liberalismo - Socialismo - Conservatorismo - Nazionalismo - Anarchismo
Fonte:Tripartizione.it
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| | | Admin Admin
Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Mer Ott 17, 2012 7:54 am | |
| Il liberalismo Rapporto fra tripartizione e liberalismo
Il liberalismo può avere a che fare con uno solo degli ideali della Rivoluzione francese, la libertà. Il liberalismo, come anche la tripartizione, si fonda sulla libertà spirituale, ma con la differenza che si basa anche sulla libertà economica intesa come libero mercato, dove solo la domanda e l'offerta dei prodotti stabiliscono le regole, e come capitalismo (libera facoltà di disporre e di trasmettere capitale).
Il liberalismo si trova a dover affrontare gli accordi associativi di produzione della tripartizione con il vincolo di trasmissione del capitale per dote (non per consanguineità) e l'ideale di fratellanza.
Il liberalismo, così come la tripartizione, punta sulla libertà dell'individuo, della vita spirituale e della vita economica, e sull'autonomia del vincolo giuridico pubblico. Tuttavia le differenze tra liberalismo e tripartizione stanno nello scopo e nell'impostazione:
Il liberalismo nella sua forma più pura auspica un cosiddetto "stato gendarme" il cui compito risieda nella semplicità della vita economica. Con questo si intende uno stato capace di realizzare, attraverso leggi penali, un spazio regolato nel rispetto delle norme, che non intervenga nella vita economica mediante la politica economica, che non decida autonomamente una distribuzione economica imponendo tasse o leggi sociali o che non consenta a persone o organizzazioni di determinare un capitale ricorrendo al boicottaggio e altre simili limitazioni.
La tripartizione differisce infine dal liberalismo nell'idea di vita giuridica, considerandola non come una subordinazione della vita economica, ma come una pura discendente del senso umano della giustizia, a cui appartengono anche le leggi sociali, con le quali deve fare i conti l'indipendente vita economica.
In ultima analisi, la libertà liberale è una conclusione sbagliata, in quanto il sistema della vita giuridica e della vita spirituale è subordinata alla fin fine alla libertà della vita economica. Questo è dunque il motivo per cui il liberalismo non prende sul serio la libertà della vita spirituale. Il liberalismo protegge la vita spirituale dall'intervento degli stati mettendo, però, prontamente in conto la dipendenza economica della vita spirituale dalla vita economica, perché considera (e con loro anche i socialisti) la vita spirituale solo una riproduzione della sovrastruttura materiale.
Rasmus Bjerregaard (traduzione di Viviana Chieffo) Fonte: Tripartizione.it
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| | | Admin Admin
Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Gio Ott 18, 2012 5:43 am | |
| Il socialismo Rapporto fra tripartizione e socialismo
Il socialismo affonda le sue radici in un giusto ideale, la fratellanza. Questo ideale non può essere realizzato senza gli altri due ideali dell'uguaglianza e della libertà. Lo scopo è quello di riunire questi tre ideali attraverso la tripartizione dell'organismo sociale evitando che si annullino a vicenda.
Rudolf Steiner si collegò attraverso la tripartizione con la lotta del socialismo per la risoluzione della questione sociale: la legittima richiesta del proletariato di migliorare le proprio condizione di vita e di non essere sommersi dal capitale. Con la tripartizione Rudolf Steiner si presenta agli operai come la nuova avanguardia politica così da fargli capire che si sarebbero potuti liberare dalla condanna dei rapporti capitalistici solo se avessero considerato la questione sociale in triplice forma cioè come questione economia, giuridica e spirituale.
La critica che Steiner muoveva al socialismo era quella di interpretare la questione del proletariato come una mera questione economica e di subordinare le altre questioni a un profilo di carattere economico-materialistico.
La via d'uscita dall'alienazione dal mondo vitale del proletariato attraverso i rapporti capitalistici non è stata trovata ricorrendo solamente alla rimozione dei capitali privati e alla schiavitù economica del proletario, ma anche attraverso la liberazione dello spirito e dell'istruzione dalle prese della sociale e antica vita dello spirito e attraverso l'equa responsabilità di tutti gli uomini.
Ha criticato i nuovi teorici socialisti di avere come unico scopo il prosieguo della vita spirituale sociale e, attraverso la subordinazione di tutto il mondo vitale, della cultura e della formazione, la materializzazione di questa da un punto di vista economico e di soffocarne la libertà essenziale per la vita.
La caduta della Repubblica Sovietica non avrebbe dovuto convertire i socialisti in capitalisti, ma avrebbe dovuto far capire che la lotta per la giustizia sociale può essere vinta solo se, oltre all'ideale di libertà economica nella cultura e nella formazione, si acconsente anche lo sviluppo della libertà nella tolleranza e nell' indipendenza dallo stato. In caso contrario non sarebbe possibile alcun miglioramento del mondo della vita e la decadenza della cultura per mezzo della schiavitù porterebbe la vita economica e giuridica nel baratro.
La lotta contro l'alienazione del mondo della vita continua e vede ormai coinvolti in primo luogo anche strati eterogenei dei no global. Nell'attuale realtà è ancora più chiaro che non si tratta unicamente di giustizia sociale, ma anche di disgregazione della fossilizzata vita spirituale attraverso la libertà. Solo l'emancipazione dello spirito dal predominio dell'economia e dello stato può condurre a una risoluzione più umana e a una giustizia sociale e verso la strada di uno spirito internazionale della fratellanza responsabile.
Rasmus Bjerregaard (traduzione di Viviana Chieffo) Fonte : Tripartizione.it
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Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Ven Ott 19, 2012 10:54 am | |
| Il conservatorismo Rapporto fra tripartizione e conservatorismo
Il conservatorismo ha come scopo la preservazione dei rapporti sociali civilizzati. Per la tripartizione e l'antroposofia con una concezione storica evoluzionistica questo tentativo di preservazione è visto come un peccato contro l'umanità. Il conservatorismo impedisce una organizzazione realistica dei rapporti sociali perché guarda al passato e perché il concetto di valore è ancorato a una conoscenza arcaica.
Il conservatorismo ha spesso dei valori in comune con la Chiesa cristiana, in quanto, appunto, le grandi chiese confessionali (cristiane ed evangelica) rappresentano il residuo della conoscenza passata, basata sulla potenziale pretesa, derivante dalla teologia di essere a capo di un regime mondiale. La tripartizione rifiuta ogni singola teoria avanzata dalla teocrazia e conta totalmente sui singoli impulsi degli uomini liberi.
Il conservatorismo appoggia direttamente o indirettamente sempre l'élite dominante ai fini della conservazione del potere: la conservazione delle condizioni dominanti rappresenta una battaglia difensiva contro una nuova distribuzione sociale, andando così a infrangere il principio di fratellanza. La battaglia difensiva conservatrice è sempre più frequentemente condotta da vertici nazionalistici o social imperialistici così da arginare, attraverso un banale e integrale principio di base, le disfunzioni sociali.
Ogni forma di nazionalismo va contro i principi della tripartizione. Disdegna, infatti, tutti i principi di fratellanza e vuole sottomettere la libertà individuale della società.
Rasmus Bjerregaard (traduzione di Viviana Chieffo) Fonte: Tripartizione.it
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Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Sab Ott 20, 2012 8:53 am | |
| Il nazionalismo Definizione di nazionalismo
Il nazionalismo è una malattia sociale. Spesso viene definito come un eccessivo attaccamento alla propria nazione, cosa che lascia ognuno libero di definirsi ancora sano. Un altro pregiudizio, invece, afferma che qualsiasi tipo di relazione positiva con la propria nazione possa già essere indicato come nazionalismo. Ecco però che sorge subito la domanda determinante: cos'è una nazione?
La tradizionale divisione tra nazione statale e nazione culturale fa ben capire che sotto al termine nazione ci può essere sempre uno stato o una cultura. Nella parte occidentale per nazione si intende stato, mentre nella parte orientale, partendo dalla Germania, la nazione si identifica nella cultura; questo secondo la teoria comune. Tuttavia spesso non si riconosce che lo stato e la cultura possono diventare nazione solo se entrambi tendono a essere contemporaneamente un'unica cosa. Il concetto di nazione è dunque oggetto di fraintendimento. Dovrebbero svilupparsi insieme due cose che non stanno insieme.
Lo stesso concetto vale quando si considera ormai superata la differenza tra nazione statale e nazione culturale, e quando si preferisce ricercare le funzioni economiche del nazionalismo. La nazione si smaschera e diventa nazione economica, la quale, però, sottintende la necessità di avere un proprio stato e con esso una corrispondente cultura comune.
L'aspetto più diffuso del concetto di nazione è che induce facilmente ognuno a identificarsi con essa. Quand'anche le singole parti della nazione ripongano il loro punto d'interesse nella sfera culturale, politica o economica, fa sì che chiunque si senta comunque totalmente chiamato in causa. E in questo modo la nazione può mettersi al posto dell'uomo.
Il superamento del nazionalismo attraverso la tripartizione sociale
La Tripartizione vuole aspirare all'indipendenza della nazione, della cultura e dell'economia. Queste devono autogestirsi fino a stabilire i propri confini. In questi caso poi non si può più parlare di nazioni in senso tradizionale.
Oggigiorno i nazionalisti inveiscono contro la globalizzazione quando questa non può essere sfruttata a vantaggio della propria nazione. Anche nel caso di una tripartizione sociale i confini politici verrebbero cancellati al fine di avere un ruolo nella regolarizzazione dei rapporti commerciali. Contrariamente però alla globalizzazione, la nascente economia globale potrebbe presentare un carattere solidale e rendere impossibile alle più potenti economie nazionali di affermarsi come nazioni economiche al resto del mondo.
L'altro nemico del nazionalismo è l'individualismo. Tra gli obiettivi principali di una tripartizione sociale c'è una libera vita spirituale. In un primo momento il termine "spirito" sembra avere a che fare con l'esoterismo e l'antroposofia, tuttavia indica lo spirito individuale, il singolo, contrapposto alla natura e di conseguenza all'origine fisica. Questo è anche il motivo per il quale Rudolf Steiner ha affrontato il discorso sulla libera vita dello spirito e non quello sulla libera vita della cultura. Il termine "cultura" a suo tempo veniva troppo spesso identificato con la madrelingua e della consanguineità e da ciò, in certo qual modo per definizione, ritenuto privo di libertà. I nazionalisti tedeschi parlavano con entusiasmo della nazione culturale e appoggiavano il dominio del gruppo sui singoli. In una vita spirituale libera, invece, l'individuo rappresenta l'ultima istanza. Chi intende raggiungere qualcosa in questo contesto deve persuadere il prossimo. Se una cultura vuole allargare il suo raggio di azione, allora deve farlo da sola, confidando nel suo carisma spirituale, perché in questo caso sarebbe di poco aiuto anche la più grande immaginazione.
Una tripartizione sociale con la sua denazionalizzazione dell'educazione rappresenta anche la fine della tradizionale nazione statale così come ancora oggi viene praticata in Francia e non solo. In realtà d'ora in avanti sarà compito della maggioranza di un popolo di decidere se voler vivere oppure no tutti insieme in uno stato comune, cosa che però non dovrebbe più portare ad avere una cultura comune.
Sylvain Coiplet (traduzione di Viviana Chieffo) Fonte; Tripartizione.it
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Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Lun Ott 22, 2012 7:45 am | |
| La tripartizione dell'organismo sociale e il presente
Per poter valutare quanto tempo sia ancora necessario per raggiungere la tripartizione sociale, bisogna metterla sistematicamente in relazione con la realtà attuale. Può essere di grande aiuto a questo proposito la tabella del confronto teorico ed empirico di Werner Breimhorst.
Libertà nella vita intellettuale Uguaglianza nella vita giuridica Fraternità nella vita economica
(traduzione di Viviana Chieffo) Fonte : Tripartizione.it | |
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Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Mar Ott 23, 2012 6:00 am | |
| OGGI
Una vita intellettuale politicizzata e commercializzata
Educazione Lo Stato possiede proprie scuole, un proprio sistema di docenti ed esercita una supervisione legale, oltre che ad uno specifico controllo pedagogico sul sistema scolastico.
I genitori, gli alunni ed gli insegnanti hanno una possibilità molto ristretta di influenzare gli obiettivi fondamentali dell'istruzione, i piani di studio e le norme d'esame: tutto dipende dallo Stato. Indirettamente anche le odierne scuole private sono colpite dalle prove di ammissione.
Gli insegnanti delle scuole statali devono attenersi alle disposizioni del loro Dirigente in qualità di impiegati. Il diritto costituzionale della libertà di insegnamento non trova alcuna applicazione (primo capoverso Art. 33 della Costituzione della Repubblica italiana) [1]
Oggigiorno i genitori possono scegliere la scuola soltanto maniera teorica, in quanto molti non possono permettersi di sostenere le spese scolastiche per istituti privati come Hiberia, Montessori, Waldorf, oltre che ad altri oneri fiscali.
Il sistema del'istruzione punta alla selezioni dei capaci e alla separazione in differenti istituti. Relative verifiche come controllo standard del rendimento ne sono la conseguenza. Le capacità individuali devono perciò essere confrontate, ordinate in un quadro approssimativo, affinando peculiarità ed individuo. Le pagelle diventeranno la mera espressione dell'autorità. Tutt'ora, in alcuni tipi di scuola per bambini, sopravvive una sorta di società di classe con le relative conseguenze sociali.
Le scuole non sono in competizione. I dipendenti impiegati ricevono lo stipendio indipendentemente dal loro rendimento. I genitori hanno spesso un atteggiamento passivo (indifferente) nei confronti delle scuole dell'obbligo, che sono gratuite.
La scienza La scienza dipende dai finanziamenti statali e dalla politica. La libertà d'insegnamento e ricerca sono soltanto una "formalità". Lo Stato decide i progetti di ricerca, impiega i ricercatori e mantiene gli enti di ricerca. La competizione intellettuale viene tuttavia distorta a favore di un'azienda di ricerca alimentata dallo Stato. Istituti scientifici alternativi difficilmente riescono ad imporsi su di essi.
In certi settori la scienza dipende anche dall'economia e ciò comporta il fatto che la libertà viene piegata da un interesse economico nei confronti di risultati considerati "necessari". La scienza dovrebbe servire soltanto alla verità e corre il rischio di essere minata dal potere dell'economia.
Arte
Lo Stato sostiene accademie d'arte, musei e gallerie. Promuove determinate correnti artistiche che esso ritiene importanti. Nell'architettura vengono stabiliti determinati stili architettonici attraverso gli uffici dell'edilizia in base a dei requisiti tecnici. Inoltre vengono effettuate delle verifiche statali con specifiche relative alla legittimità nelle professioni artistiche. Nell'arte la libertà è maggiore rispetto, ad esempio, che nell'istruzione.
Religione Come nella scienza lo Stato predilige specifiche comunità religiose come chiese di Stato e ciò si può osservare nel fatto che esso ha concesso diritti specifici nella legislazione fiscale e nell'impiego statale dei parroci: una discriminazione nei confronti delle vere comunità religiose libere.
Il sistema sanitario, la medicina Nell'ambito della scienza esiste da un lato la privilegiata medicina statale tradizionale e dall'altro le terapie alternative quali l'omeopatia e la fitoterapia. Due concezioni dell'uomo si trovano in una lotta impari, una materialista ed una spirituale. Lo Stato prescrive mediante delle leggi per il contenimento dei costi uno " riconosciuto stato comune delle conoscenze" attraverso propri istituti di medicina: palese intromissione nella libertà della scienza e delle terapie, il che rappresenta inoltre una prevaricazione dello Stato nei confronti dell'uomo, che non tiene conto del grande bisogno di tecniche di guarigione alternative. [2] Con il benestare di CEE ed OMS.
Lo Stato amministra il servizio sanitario nazionale, ospedali, centri di accoglienza, case di cura, studi medici legittimi con proprio personale. Lo stato assistenziale è sempre più esteso, gli apparati tecnici per le cure sempre più voluminosi, con una conseguente impennata dei costi.
L'assicurazione obbligatoria per quasi tutti gli uomini e per tutti i danni alla salute conduce ad una minor responsabilità personale e ad una mancanza di conoscenza relativa ai costi da sostenere dal lato del paziente. Le misure preventive sanitarie non hanno l'importanza necessaria, dal momento che i contributi obbligatori per i rendimenti (sembra) possono essere rivendicati senza limiti. Il medico si trova inoltre di fronte ad un conflitto: da un lato lo si invita a risparmiare sui costi, mentre per quanto riguarda la sfera dei propri guadagni, solo una cura medica costosa è fonte di un reddito maggiore.Il danno economico della malattia non è percettibile individualmente.
Media e quotidiani Oggigiorno esistono sia i media influenzati politicamente e dallo Stato, così come quelli influenzati dall'economia. Pertanto i reportage e l'offerta dei mass media vengono spesso usati impropriamente per scopi politici o economici, così come anche la pubblicità assume un ruolo ampiamente inadeguato. La politica di partito evita i contributi materiali obbiettivi.
Amministrazione della giustizia Nel diritto penale, pubblico e privato lo Stato nomina un giudice.
Gli imputati vengono condotti a seconda del loro domicilio o del foro competente da un giudice competente. L'esecuzione è compito dello Stato.
Mezzi di produzione Un imprenditore può disporre di mezzi produttivi per il proprio vantaggio o per il vantaggio di un donatore anonimo (azionista).
L'economia è dominata dall'egoismo di coloro che mettono a disposizione il capitale.
L'imprenditore rivendica un semplice diritto di proprietà indipendentemente dalle sue abilità e dalla sua partecipazione attiva.
I mezzi di produzione possono essere lasciati in eredità come merce, essere regalati o venduti. La concentrazione di imprese oggigiorno non conosce più alcun limite.
Profitto e forza del mercato sono gli unici obbiettivi.
Partiti politici I partiti possiedono una posizione privilegiata fornita dallo Stato per l'attività politica (finanziamento statale dei partiti del 70% circa). Le loro competenze sono fortemente coinvolte con la vita dello Stato del diritto. L'economia abusa della loro influenza in maniera crescente (tangenti ai partiti).
I partiti hanno il monopolio delle decisioni politiche. L'obbligo di appartenenza ad un gruppo parlamentare non consente di votare in modo conforme ai fatti, mentre la forza dei partiti sfugge alla separazione dei poteri. La democrazia si stà sempre più solidificando nelle faccende, nel conservatorismo e nel malumore politico. Persino le forze alternative cambiano poco.
Werner Breimhorst (traduzione di Alioska Stefanato) ----------------------- Per ulteriori approfondimenti: Anna Maria Fritz: La scienza medica e l'incertezza delle evidenze
1 -Nella versione italiana si è provveduto a sostituire il riferimento originale (Art. 5, parag. 3. GG. della Costituzione della Repubblica Federale Tedesca) con l'articolo della Costituzione italiana che più si avvicinava al concetto espresso. In effetti l'enunciazione nell'articolo tedesco parla di una "libertà di ricerca ed insegnamento" mentre nella nostra Carta la ricerca è menzionata in altri articoli. Ad ogni modo il senso generale rimane invariato. 2- Per ulteriori approfondimenti sulla libertà di scelta in ambito terapeutico: [Solo gli amministratori hanno il permesso di visualizzare questo link]
Fonte: Tripartizione.it
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| | | Admin Admin
Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Mer Ott 24, 2012 8:15 am | |
| DOMANI
Una vita spirituale corporativa
Lo Stato si limita alla supervisione legale assicurando il diritto fondamentale all'istruzione e all'educazione dei giovani. Non gestisce la scuola, non possiede un sistema docenti e non emana nessuna norma in materia di istruzione.
Nessuno che non partecipi contemporaneamente all'educazione e alle lezioni vere e proprie emana disposizioni. I docenti definiscono da se gli obbiettivi pedagogici, gestendo inoltre l'intero sistema scolastico (azienda scuola). Anche i genitori dovrebbero prendere parte attivamente alla "loro" scuola. La fiducia reciproca creerà un buon clima di lavoro.
I docenti si gestiscono autonomamente e non devono attenersi a nessuna disposizione, anche se ovviamente ogni insegnante dovrà attenersi alle decisioni interne del collegio dei docenti.
La scelta della scuola sarebbe davvero libera grazie alla parificazione finanziaria di tutti gli istituti scolastici.
L'educazione corporativa punta allo sviluppo dell'individuo, le capacità non verranno scelte, bensì promosse individualmente: quindi meno tipologie di istituti e più scuole unitarie. E'necessaria una riorganizzazione che dovrebbe rendere possibile che fino al momento del compimento della maggiore età non esistano altro che scuole unitarie. Diversamente, i talenti rimangono assieme e si stimolano nel rendimento, aiutandosi a vicenda. I rendimenti verranno descritti individualmente. Le frequenze scolastiche verranno registrate.Le scuole secondarie superiori per principio sono aperte senza autorizzazioni specifiche. L'accettazione di studenti è a discrezione dell'autonomia scolastica.
Le scuole competono tra di loro. Per quanto i genitori si fidino del rendimento dei docenti, manderanno i loro figli in specifiche scuole. I genitori hanno un atteggiamento critico nei confronti della scuola e spronano i docenti a rendere.
La competizione intellettuale viene garantita in modo tale che le vie della ricerca abbiano tutte le stesse "condizioni di partenza", potendo quindi concorrere liberamente senza denaro statale, bensì attraverso i loro rendimenti per il riconoscimento e il sostegno finanziario.
Un organismo socialmente sano ridurrà gli ingiusti influssi di potere della vita economica attraverso la pluralità della libera vita intellettuale, poichò i risultati della ricerca alternativi si oppongono ad un orientamento unilaterale. Ciò continuerà ad essere sostenuto fondamentalmente dall'altra tipologia di finanziamento
Lo Stato garantisce la libertà dell'arte, tuttavia non gestisce nò istituzioni, nò tantomeno elargisce denaro, tanto che l'arte verrà finanziata dalla gente a propria discrezione. Gli artisti privati dovrebbero autofinanziarasi oppure recarsi presso grossi enti e chiedere sostegni corporativi.
La vera libertà religiosa presuppone una neutralità statale nei confronti di tutte le comunità religiose. Come in ogni direzione della vita intellettuale, allo stesso modo anche le comunità religiose dovrebbero decidere da se il loro il da farsi, in questo caso il loro credo spirituale durante la loro esistenza.
Lo Stato si limita alla certezza del diritto nel sistema sanitario. Come per la scienza, tutto segue la medesima direzione, ovvero lo Stato non sostiene le facoltà di medicina ed istituti di ricerca, i quali dovranno provvedere ad autofinanziarsi.
Specifiche direttive in materia di medicina, volte anche alla riduzione dei costi, spetteranno all'amministrazione autonoma della vita culturale ed intellettuale.
Lo Stato non gestisce il servizio sanitario nazionale, ospedali, centri di accoglienza, case di cura ed ambulatori legittimi. Lo Stato prescrive i sostegni assicurativi sanitari dei cittadini. Le assicurazioni e sostegni finanziario-materiali spettano all'economia associativa. L'assistenza medica e le cure mediche sono compito della vita culturale e della vita intellettuale, alle quali appartiene la vera libertà terapeutica.
Un libero rapporto contrattuale tra medico e paziente almeno per quanto riguarda i danni di piccola entità e su richiesta anche per quelli di entità media (simile al pacchetto assicurativo RC auto) comporta ad una maggiore responsabilità, maggiori sforzi di prevenzione, consapevolezza dei costi, promozione dell'auto-guarigione. Tendenzialmente, un'assicurazione è necessaria per danni più consistenti o in particolare per cure stazionarie a lungo termine. Per gruppi a rischio potrebbero essere richiesti contributi più alti a seconda dei principi di causalità (fumatori, sovrappeso).Il danno economico della malattia tornerebbe ad essere percettibile individualmente.
Il principio della reciprocità dell'economia mette di nuovo in relazione rendimento e contraccambio.
La parte redazionale dei mass media appartiene alla vita culturale e quella intellettuale. La parte editoriale e quella imprenditoriale appartengono all'economia associativa. Gli enti radiofonici e televisivi statali non esisterebbero più. Lo Stato stabilirebbe le condizioni di base per i media. L'amministrazione della parte redazionale dei media attraverso la vita culturale e quella intellettuale assicurerebbe la libertà intellettuale del lavoro.
La giurisprudenza nel diritto pubblico rimane compito dello Stato, mentre nel diritto privato e del penale è compito della cultura e della vita intellettuale. A tale proposito appartiene la nomina del giudice a tempo determinato e la scelta dei funzionari, i quali affiancherebbero il giudice per una più precisa conoscenza della legge. La gente avrebbe la possibilità di scegliersi un proprio giudice in vista di un processo. L'esecuzione spetterebbe allo Stato.
Un imprenditore può disporre di mezzi di produzione solo per il bene della collettività. L'iniziativa imprenditoriale di carattere individuale, perciò la libertà intellettuale della gestione e della conduzione, verrà conservata. La proprietà collettiva e l'economia pianificata non ci saranno. L'obbiettivo è la circolazione dei mezzi di produzione tra persone capaci.
L'imprenditore ha il diritto di gestione finchò le sue qualifiche professionali, così come la sua collaborazione attiva e umane sono giustificate.
I mezzi di produzione verranno ceduti per un usufrutto di fiducia a tempo determinato. Non appena un imprenditore termina la propria gestione attiva, egli ha il diritto di proporre un successore, in caso contrario provvederanno a nominarlo le associazioni delle vite culturali ed intellettuali. Lo Stato regola le condizioni di base per la delega.
I partiti sono delle associazioni della vita culturale ed intellettuale aventi come unico compito quello di sviluppare e diffondere idee politiche; compito, ovvero, che dovrà essere ben separato da quelli degli organi del diritto statale , soprattutto nella legislazione.
Il finanziamento dei partiti avviene soltanto attraverso i relativi membri. La separazione dei poteri e l'indipendenza dei deputati viene ristabilita. Le idee politiche sono soggette ad una competizione corretta; la libera obbiettività intellettuale dei dibattiti, ai quali la gente prenderebbe parte in maniera viva, farebbe "splendere" la Camera dei Deputati. Werner Breimhorst (traduzione di Alioska Stefanato)
Fonte .Tripartizione.it
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Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Gio Ott 25, 2012 9:56 am | |
| Confronto tra una vita giuridica con e senza tripartizione
OGGI
Una vita di diritto rappresentativo-democratica "boriosa"
In generale
La Repubblica italiana è uno stato di diritto democratico e sociale.[1]
La legislazione consiste in poteri separati, ovvero esecuzione e giurisdizione
Il sentimento di solidarietà dei sostenitori dei partiti è più forte di quello politico e del giudizio oggettivo degli uomini nella vita democratica.
Lo stato si diffonde in modo incontrollato come la crescita cancerosa negli ambiti della cultura e dell'economia. L'avidità finanziaria, l'aumento dei debiti e l'espansione della burocrazia ne sono la conseguenza.
"Scorporo" della cultura
Lo stato ha docenti e scuole propri. Esercita un controllo giuridico e specifico nell'istruzione, stabilendo prove e piani di studio
Lo stato gestisce la scienza.
Lo stato promuove determinate correnti artistiche, possiede musei e gallerie.
Lo stato privilegia determinate religioni.
Lo stato si preoccupa attivamente per la salute delle persone e privilegia determinate terapie.
Lo stato gestisce propri mass media.
Lo stato esprime un giudizio relativo alle infrazioni legali nell'ambito complessivo del diritto.
I partiti esercitano l'obbligo di appartenenza ad un gruppo parlamentare, aggirano la divisione dei poteri statali, possedendo inoltre il monopolio delle decisioni politiche.
"Scorporo" dell'economia
Lo stato fa economia da se.
Lo stato interviene con strumenti politico-economici nell'economia in modo tale da assicurare una crescita continua (valuta, sovvenzioni, investimenti).
Lo stato emette moneta come mezzo di pagamento legale, mansione che nell'area della Comunità Europea è passato al sistema delle Banche Centrali Europee.
L'obbiettivo dei "tutori della moneta" europei è il controllo della stabilità del livello dei prezzi mediante il controllo del denaro in circolazione e della politica dei tassi di sconto, la quale influenza la domanda di moneta.
Non si è alla ricerca di un costante equilibrio tra il denaro in circolazione e la produzione di merci. In relazione al riconoscimento della funzione del denaro della tesaurizzazione duratura, il denaro in circolazione ristagna causando costantemente la perdita del potere d'acquisto (inflazione).
Nuovi compiti
Lo stato fa economia da se.
Lo stato interviene con strumenti politico-economici nell'economia in modo tale da assicurare una crescita continua (valuta, sovvenzioni, investimenti).
Lo stato emette moneta come mezzo di pagamento legale, mansione che nell'area della Comunità Europea è passato al sistema delle Banche Centrali Europee.
L'obbiettivo dei "tutori della moneta" europei è il controllo della stabilità del livello dei prezzi mediante il controllo del denaro in circolazione e della politica dei tassi di sconto, la quale influenza la domanda di moneta.
Non si è alla ricerca di un costante equilibrio tra il denaro in circolazione e la produzione di merci. In relazione al riconoscimento della funzione del denaro della tesaurizzazione duratura, il denaro in circolazione ristagna causando costantemente la perdita del potere d'acquisto (inflazione).
Nuovi compiti
Lo stato fa economia da se.
Lo stato interviene con strumenti politico-economici nell'economia in modo tale da assicurare una crescita continua (valuta, sovvenzioni, investimenti).
Lo stato emette moneta come mezzo di pagamento legale, mansione che nell'area della Comunità Europea è passato al sistema delle Banche Centrali Europee.
L'obbiettivo dei "tutori della moneta" europei è il controllo della stabilità del livello dei prezzi mediante il controllo del denaro in circolazione e della politica dei tassi di sconto, la quale influenza la domanda di moneta.
Non si è alla ricerca di un costante equilibrio tra il denaro in circolazione e la produzione di merci. In relazione al riconoscimento della funzione del denaro della tesaurizzazione duratura, il denaro in circolazione ristagna causando costantemente la perdita del potere d'acquisto (inflazione).
Nuovi compiti
Uno stato manipolabile e venale cede agli interessi dell'economia, accollandosi i danni della natura e dell'uomo.
Il suolo e i mezzi di produzione sono delle merci, possono essere venduti, lasciati in eredità o regalati. Il diritto di proprietà diventa "merce", il profitto spetta al proprietario.
Finanziamento della vita giuridica
Lo stato determina i crediti d'imposta, la natura fiscale e l'ammontare, nonché il loro utilizzo. Gli interessi economici possono esercitare un influsso sul parlamento mediante la ripartizione dei crediti d'imposta a gruppi precisi.
Il carattere odierno della mercificazione del denaro induce alla visione che le entrate di denaro siano qualcosa di reale, nonostante l'eccedenza monetaria proprio oggi sia immensa. Perciò nelle imposte sul reddito si vuole vedere ancora qualcosa di giusto.
In relazione con i compiti statali divenuti enormi quest'inganno ha fatto si che il sistema fiscale divenisse estremamente complicato e costoso a livello burocratico
---------------------------------- Werner Breimhorst (traduzione di Alioska Stefanato)
1 - Nella versione italiana si è provveduto a sostituire il riferimento originale alla Repubblica Federale Tedesca.
Fonte: Tripartizione.it
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Messaggi : 1827 Data d'iscrizione : 02.03.11 Età : 55
| Titolo: Re: La tripartizione dell'organismo sociale e le dottrine politiche Mar Ott 30, 2012 7:30 am | |
| Confronto tra una vita giuridica con e senza tripartizione DOMANI
Una vita democratica "semplificata" grazie alla tripartizione sociale
In generale
La Repubblica italiana è uno stato di diritto democratico. La stato sociale inteso come attività di compensazione materiale non rientra tra i compiti della Repubblica.
La legislazione ha poteri separati, ovvero esecuzione e giurisdizione con le conseguenti modifiche (ved. Giurisdizione).
Il senso della giustizia prevale rispetto al sentimento di solidarietà di partito.
I compiti dello stato verrebbero ridotti ad una quantità "salutare", ovvero la tutela del diritto pubblico e difesa sia interna che esterna. Questo stato "minimo" ridurrà notevolmente i costi e le spese amministrative.
"Scorporo" della cultura
Lo stato assicura la libertà dell'educazione. La gestisce senza una propria pedagogia.
Lo stato assicura la libertà della ricerca e dell'insegnamento, non gestendo in alcun modo la scienza.
Lo stato assicura la libertà dell'arte, rimanendone neutrale.
Lo stato assicura la libertà di religione, rimanendone neutrale.
Lo stato assicura la libera scelta del medico, delle terapie, dei contratti e delle assicurazioni. Si adopera per la certezza del diritto nei servizi sanitari. Tuttavia non parteciperà attivamente in materia di sanità.
Lo stato assicura la libertà di opinione e di stampa e non gestisce alcun mass media.
Lo stato esprime un giudizio relativo alle infrazioni legali nel diritto pubblico. La giurisdizione nel diritto privato ed in quello penale passa all'amministrazione autonoma della vita culturale e di quella intellettuale. In questi ambiti la gente può scegliere un giudice in vista di un processo
I partiti collaborano alle decisioni politiche oltre che con i singoli uomini anche assieme al popolo. Lo stato veglia in modo più severo per quanto concerne la divisione dei poteri e l'indipendenza dei deputati. L'interesse nei confronti dei partiti viene meno, mentre la pertinenza politica diventa maggiore grazie all'introduzione del referendum come mezzo di controllo delle decisioni dei parlamentari attraverso il popolo.
"Scorporo" dell'economia
Lo stato non fa economia da se.
Lo stato non può servirsi di alcun strumento politico-economico per intervenire nella vita economica, tanto che non ne possiede nemmeno uno. L' influsso informale dei parlamentari dei gruppi d'interesse culturali o economici (lobbismo) perde efficacia sia per il governo che per la legislazione.
Corrisponde ad una corretta comprensione dell'amministrazione di far ricavare del denaro, dove nasce il suo unico possibile controvalore, ovvero la merce.
Le associazioni in qualità di organi amministrativi autonomi della vita economica emettono denaro, controllando l'equilibrio tra merci e denaro circolante.
"La moneta diventa l' istituzione ragionevole di tutto l'organismo economico attraverso la sua gestione economica". Il denaro è limitato alla funzione di misuratore di valore e mezzo di scambio.
Nuovi compiti
La vita giuridica indipendente tutela l'uomo e la natura da danni economici attraverso una legislazione quadro. Qui è necessario definire delle regolamentazioni riguardo a tipologia e livello di lavoro, per mezzo delle quali l'economia ne diventa dipendente, in una dipendenza comparabile a quella delle materie prime e delle condizioni naturali.
Il suolo e i mezzi di produzione non sono merce, per tanto non possono essere venduti, lasciati in eredità e regalati. Il diritto di proprietà non diverrebbe alcuna merce, il profitto spetterebbe alla comunità per lungo tempo. Perciò nella vita del diritto verrebbero stabilite delle condizioni su come terreno e mezzi di produzione dovrebbero essere trasferiti da un imprenditore ad un altro.
Finanziamento della vita giuridica
"All'interno della vita giuridica ha luogo la regolamentazione dei bisogni fiscali e del loro utilizzo. Mentre la distribuzione dei crediti d'imposta relativa ai singoli ambiti economici spetterà alle associazioni". Dunque sarà democratico decidere il "cosa" e il "a quale scopo" dei finanziamenti, non il "da dove" prenderli.
Il denaro è un assegno per i beni che sono stati prodotti. Mediante tutto il denaro abbiamo una sorta di "contabilità fluente". Perciò qualora non s'intenda trasformare il sistema fiscale in qualcosa di parassitario nei confronti sistema economico, bensì si voglia creare qualcosa che sia un vero contributo del processo economico alla collettività, è necessario pagare le imposte sul capitale nel momento in cui lo si trasferisce nel processo economico. E la cosa più strana sta nel fatto che le imposte d'entrata devono essere trasformate in imposte calcolate sui consumi, le quali, vi prego, di non confonderle con le imposte indirette.
Werner Breimhorst (traduzione di Alioska Stefanato)
--------------------------------- 1 -Nella versione italiana si è provveduto a sostituire il riferimento originale alla Repubblica Federale Tedesca. Fonte: Tripartizione.it
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