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     Origini e Mitologia Germanica - Rudolf Steiner

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    MessaggioTitolo: Origini e Mitologia Germanica - Rudolf Steiner   Origini e Mitologia Germanica - Rudolf Steiner Icon_minitimeMer Ago 01, 2012 9:24 am



    ORIGINI E MITOLOGIA GERMANICA


    Quando risaliamo alle nostre origini perveniamo alla civiltà-madre atlantidea,che si è sviluppata su un territorio giacente attualmente sul fondo dell’Oceano Atlantico. E se risaliamo ancora piú indietro, arriviamo alla civiltàmadre lemurica. Rappresentatevi la sua organizzazione come ben diversa da quella della nostra civiltà odierna, e persino della civiltà atlantidea. Gli uomini abitavano su un continente che si estendeva a Sud del subcontinente indiano e della penisola indocinese, anch’esso attualmente localizzato sul fondo dell’oceano. Si incontrano ancora alcuni discendenti di quella popolazione in Australia. Ma dove dobbiamo cercare la seconda civiltà umana? Occorre notare che la terza civiltà umana, quella lemurica, aveva un aspetto completamente diverso sia dalla nostra sia dalla quarta civiltà umana, quella degli Atlantidei. I Lèmuri non possedevano ciò che noi chiamiamo memoria, rappresentazione, comprensione; i Lèmuri avevano queste facoltà solo in germe. La seconda civiltà umana era dotata, per quanto la riguarda, di un’alta spiritualità; questa però non risiedeva nella testa degli uomini, ma dobbiamo rappresentarcela come una rivelazione continua fluente dall’esterno. Gli appartenenti a questa seconda civiltà umana erano chiamati Iperborei. Essi abitavano intorno al circolo polare artico, in Siberia, nell’Europa del Nord, compresa la regione che è oggi ricoperta dal mare. Per darvi un’idea approssimativa di questa regione a quell’epoca, immaginatela con una temperatura tropicale. Era popolata all’origine da individui umani che si muovevano come in stato di sogno.
    Se fossero stati lasciati a se stessi, non sarebbero stati capaci di nulla. Era come se la saggezza aleggiasse nell’aria, nell’atmosfera.
    Solo nell’epoca lemurica avvenne l’unione della saggezza con l’anima: in precedenza, dobbiamo
    rappresentarci lo Spirito degli uomini come una nuvola che li circondava. Erano i germi dello Spirito delle nebbie e i germi dello Spirito della luce. La spiritualità che riusciamo a immaginare come emergente dalle nebbie infuocate, occorre cercarla nelle regioni meridionali, nella Lemuria.
    Nelle regioni che si trovano invece a Nord, vivevano degli uomini, dei popoli provvisti di una coscienza di sogno piú distinta della coscienza dei Pitri [nome che significa “Padri”, come dalla conferenza di Berlino del 1° ottobre 1905, O.O. N° 93]. Non dobbiamo credere che gli uomini che abitavano lí vi siano restati: essi sono poi migrati verso Sud. Queste migrazioni sono continuate anche dopo la nascita al Sud della civiltà lemurica. Vi era dunque una civiltà lemurica del Nord e una civiltà lemurica del Sud. Dodici furono le grandi ondate migratorie. Esse fecero entrare progressivamente in contatto gli abitanti delle diverse regioni e condussero in tal modo quegli uomini nelle regioni della Germania centrale, della Francia, della Russia centrale ecc.
    Dovete immaginare che parliamo di un’epoca in cui erano già presenti quelli che noi definiamo animali superiori. Possiamo rappresentarci i Lèmuri come giganti, che entrarono in contatto con gli uomini provenienti dal Nord.
    Nacquero cosí due diversi tipi di umanità: uno era quello che nella preistoria dell’umanità diede origine agli Atlantidei. Tutti quegli uomini si mischiarono, a quel tempo, sul territorio che attualmente noi chiamiamo Europa.
    Questo processo non si svolse tanto facilmente come lo stiamo descrivendo a parole. Da questo miscuglio di popoli – iperborei, lemuri e piú tardi atlantidei – emersero degli Iniziati, che si distinguevano da coloro che oggi consideriamo Maestri; questi ultimi provenivano invece essenzialmente dal Sud, dal continente lemurico.
    A Nord viene sviluppandosi un mondo avvolto nelle nebbie, e i tre principali Iniziati che dobbiamo cercare in seno a quella umanità erano chiamati, in un’epoca sopravvissuta fin oltre la nascita del nostro cristianesimo, Wotan, Wili e We. Sono i tre grandi Iniziati nordici. Essi dicevano – in termini popolari ma del tutto esatti – di provenire dal “regno terrestre”, che conteneva ancora globalmente tutto ciò che attualmente è diviso tra gli uomini. Si potrebbe dire, in sintesi, che da quel regno terrestre era nata una popolazione molto diversa dall’umanità attuale.
    Quegli uomini erano governati da una saggezza universale.
    I sacerdoti incaricati dell’insegnamento definivano tale saggezza “Padre universale”. Si parla in seguito di due regni: Nebelheim e Muspelheim. Il Nebelheim è il Nifelheim del Nord, lo stato nebbioso crepuscolare della civiltà-madre iperborea, opposta al Muspelheim. Vi scorrevano dodici fiumi che poi si immobilizzarono, rappresi nel ghiaccio. Vi nacquero un regno umano, il cui rappresentante era il gigante Ymir, e un regno animale, simboleggiato dalla vacca Audhumbla. Da Ymir discesero i figli dei giganti del ghiaccio. Gli uomini dotati di intelligenza nacquero piú tardi: cosí è narrato nel libro La Dottrina segreta [di Helena Petrovna Blavatsky]. Cosí racconta la leggenda germanica: i discendenti di Ymir e Audhumbla – Wotan, Wili e We – andarono presso la riva e plasmarono gli uomini.
    Si tratta di quegli uomini dei quali La Dottrina segreta dice che nacquero soltanto piú tardi e che vennero dotati di ragione.
    Questa leggenda germanica originale racchiude un’antica verità. Vi si parla anche di due grandi ondate migratorie, che si diressero in seguito dall’estremo Oriente verso Occidente (e da Ovest a Est).
    Dobbiamo rappresentarci le cose nel modo seguente: la popolazione celtica è stata la prima, e ha fondato in seguito una colonia. Questa popolazione celtica originaria era sotto l’influenza assoluta dei suoi Iniziati, i quali conservavano l’insegnamento originario riguardo a Wotan, Wili e We e ai loro sacerdoti.
    I Celti avevano dei sacerdoti che chiamiamo “druidi”, il cui centro si trovava in una grande Loggia, la Loggia Nordica. La memoria di questi fatti è stata conservata nella leggenda di re Artú e della Tavola Rotonda. La Loggia degli Iniziati del Nord è veramente esistita, come Loggia sacra di Keridwen – o Loggia Bianca del Nord.
    In seguito essa è stata definita “Ordine dei Bardi”. Questa Loggia è durata molto a lungo e venne sciolta solo all’epoca della regina Elisabetta. Allora l’Ordine si ritirò completamente dal piano fisico. Da lí derivano tutte le antiche leggende germaniche: l’intera poesia germanica proviene dalla Loggia originale di Keridwen, che viene anche definita “Il calderone magico di Keridwen”. Il personaggio che esercitò la maggiore influenza fino ai primi secoli della nostra èra fu il grande Iniziato Meredin, che è rimasto nella nostra memoria con il nome di mago Merlino. Lo si definiva “il mago della Loggia del Nord”.
    Gli antichi insegnamenti celtici parlano direttamente di tutto ciò. Vi troverete delle allusioni alla missione assegnata agli Iniziati dell’Oriente. Ciò che il celtico ha dato loro, è stata la leggenda di Baldur, la leggenda del dio della Luce e del dio delle Tenebre. Gli Iniziati d’Occidente hanno dunque insegnato a poco a poco questa leggenda agli Iniziati d’Oriente, con la benevola intenzione di metterli a parte di qualcosa di importante. E convinti che ci dovesse essere un seguito a tutto ciò, hanno aggiunto a quella leggenda un episodio che doveva ancora accadere: la caduta degli Dei. Baldur non poteva resistere a quel declino. È per questo che fu approntata una seconda versione che andava oltre il crepuscolo degli Dei. Si disse che sarebbe nato un nuovo Baldur, e che il nuovo Baldur annunciato al popolo altri non era che il Cristo. Qui, al Nord, queste cose non potevano svilupparsi nello stesso modo che al Sud, come ad esempio in Grecia. Al Nord regnavano degli Dei piuttosto virili, mentre il Sud si dava al culto della bellezza. Il carattere nordico ebbe per lungo tempo come segno distintivo quella natura guerriera che portava al contempo, in germe, la corruzione. Al Nord abbiamo quindi Wotan, Wili e We, e insieme Loki. Loki è la forza che anela, il desiderio, ciò che fa del mondo nordico un mondo guerriero, che porta in sé l’archetipo delle Walchirie. Queste ridestano l’entusiasmo per la lotta, tratto costante della natura nordica. Loki è il figlio del desiderio. Hagen è la forma piú tarda del Loki originale.
    E ora ancora qualche parola sulle caratteristiche di un Iniziato di quell’epoca. Quando egli riceveva l’Iniziazione, scoprendo in tale modo delle potenze spirituali, ciò veniva espresso come segue: egli ha intrapreso il viaggio verso il regno dei buoni morti, il regno di Alfen, verso Alfgard, per cercarvi l’oro del Nifelheim, essendo l’oro il simbolo della saggezza. Sigfrido era l’antico Iniziato germanico, all’epoca in cui si diffuse il cristianesimo. Pur essendo effettivamente invincibile, egli possedeva ancora un punto vulnerabile, poiché in quella Iniziazione nordica Loki, il dio dei desideri, era anche lui presente sotto l’aspetto di Hagen. Hagen è colui che uccide l’Iniziato colpendolo nel suo punto debole. Brunilde, nella leggenda dei Nibelunghi, è una figura, una divinità femminile, simile alla Pallade Atena dei Greci. Al Nord, essa rappresenta l’incarnazione dell’elemento guerriero, selvaggio e omicida. Sigfrido incarna l’antico Iniziato germanico. L’elemento guerriero si manifesta attraverso l’antica cavalleria germanica.
    Poiché essa era principalmente una corrente secolare, è in Sigfrido, un Iniziato, che la cavalleria, fino ai secoli VIII, IX, X e XI, riconosceva la propria origine. L’origine di questa corrente di cavalleria era la Tavola Rotonda di re Artú. È da essa che venivano i grandi cavalieri, o piuttosto, quelli che tra i cavalieri desideravano diventare dei capi secolari, dovendo sedere alla Tavola Rotonda di re Artú. Vi si apprendeva la saggezza secolare, ma a quell’insegnamento si mescolava la volontà guerriera, la componente Loki-Hagen.
    Nel mondo germanico occorreva in particolar modo preparare qualcosa in cui il carattere nordico potesse fornire quel terreno ideale che avrebbe costituito un momento decisivo dell’evoluzione dell’essere umano sul piano fisico. Sappiamo che da lí è partita la discesa sul piano fisico di una
    suprema istanza; la personalità è la forma rivestita di quella istanza suprema, allorquando essa si trasferisce sul piano fisico. È dunque l’elemento personale che si sviluppa, l’ardore guerriero personale che vediamo svilupparsi in massimo grado in Hagen.
    Torniamo ora ai Lèmuri. Presso i Lèmuri non c’era ancora ciò che l’uomo moderno definisce
    amore. Non esisteva l’amore tra uomo e donna. Anche se vi nacque la sessualità, essa non venne santificata dall’amore che piú tardi. L’amore nel suo significato attuale non era ancora presente, neppure presso gli Atlantidei. Fu soltanto quando l’elemento personale ebbe raggiunto una certa importanza che l’amore poté svilupparsi. Alla fine dell’epoca lemurica, in alcune regioni esisteva un particolare sistema: l’umanità che viveva in quelle regioni era stata sistematicamente divisa in quattro gruppi. Questa divisione era stata concepita in tale maniera che non era mai permesso a un essere umano del primo gruppo, diciamo del gruppo A, di sposare un essere umano del gruppo B. Gli esseri umani del gruppo A dovevano sposare quelli del gruppo C e gli esseri umani del gruppo B quelli del gruppo D. Si evitava in tal modo di far intervenire l’arbitrio personale, vale a dire che si escludeva cosí ogni iniziativa personale. Questa divisione era stata instaurata per servire l’umanità intera. A quell’epoca non vi era alcuna traccia di amore personale. Il libero arbitrio in amore non si sviluppò che poco a poco. L’amore non era ancora disceso sul piano fisico e quell’epoca era la preparazione di questo avvenimento. Piú si risale indietro nel tempo, piú si vede che il ruolo della sessualità diminuisce. Persino nei primi tempi dei poeti greci, non ricopre praticamente alcun ruolo. Svolge però un ruolo eminente nella poesia tedesca medievale. L’amore vi è presentato sotto due forme: l’amore cortese e il desiderio. Il tragico destino di Sigfrido fu la conseguenza dell’introduzione dell’elemento personale. Risalendo all’antica Roma, vedrete che il matrimonio era concepito secondo princípi completamente diversi. Anche la Grecia arcaica ignorava l’amore personale; questo sarebbe nato solo piú tardi. Giunse poi il cristianesimo nell’Europa centrale. Abbiamo visto che nei primi tempi il cristianesimo si introdusse mentre ancora si manteneva quel che esisteva prima. Lentamente negli animi la figura di Baldur si metamorfosò in quella del Cristo. Ciò durò diverse generazioni: fu in questo modo che Bonifacio [Winfrith] trovò un terreno pronto per la sua missione. La leggenda di re Artú e della Tavola Rotonda si collegò nel tempo con quella del Santo Graal. Questa associazione fu promossa da un vero Iniziato del XIII secolo, Wolfram von Eschenbach. L’Iniziazione di Sigfrido era ancora l’antica Iniziazione. La cavalleria secolare vi aveva ancora un ruolo. C’era il pericolo di essere tradito dall’elemento del desiderio e da quello dell’amore personale. Soltanto dopo aver vinto quell’elemento, dopo averlo totalmente allontanato da sé, ci si poteva elevare dal principio della cavalleria secolare a quello della cavalleria spirituale. Questo espone Wolfram von Eschenbach nel Parsifal. All’inizio Parsifal appartiene alla cavalleria secolare. Suo padre, essendo stato tradito, era morto in una crociata in Oriente. La ragione era stata che quest’ultimo era andato alla ricerca di una Iniziazione superiore; ma essendo portatore di una Iniziazione antica, era stato tradito. Da sua madre Erzeleide, Parsifal doveva essere reso estraneo al piano fisico; per far questo, lei gli aveva messo sulla testa il “berretto a sonagli”. Tuttavia Parsifal fu attirato ugualmente nella corrente della cavalleria secolare e arrivò cosí alla corte di re Artú. Parsifal era destinato alla corrente cristica: questo ci viene indicato nel suo arrivo al castello del Santo Graal.
    Egli portava con sé un precetto capitale: non fare tante domande. Ciò significa trovare il punto di riposo in sé, avere accesso alla calma interiore e alla pace, e non percorrere il mondo esterno con curiosità. Parsifal non pose quindi domande, neppure per entrare nel castello. Questa è la ragione per cui gli viene impedito l’ingresso all’inizio. Ma riesce comunque ad arrivare presso Amfortas malato. Egli viene quindi elevato a un grado superiore attraverso l’Iniziazione cristiana.
    Potete aprire in qualunque punto il libro di Wolfram von Eschenbach: vi scoprirete sempre
    che era un Iniziato. Egli ha collegato due cicli di leggende, poiché sapeva che ciò che noi definiamo la riunione della Loggia di Artú con quella del Graal aveva già avuto luogo. La Loggia di Artú era passata completamente nella Loggia del Graal.

    Rudolf Steiner: Conferenza tenuta a Berlino il 15 luglio 1904, O.O. N° 92.
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