Se Dio significa per gli uomini qualcosa di più di una nozione astratta è grazie al ”tocco spirituale –(intuizione) “ o alla Mistica. Essa è il germe di tutta la vita religiosa con la sua teoria, i suoi riti e le sue pratiche . La Mistica è anche il germe della Gnosi, che è la teologia esoterica, come la Magia o l’Alchimia (n.d.r.) è l’arte esoterica e l’occultismo o Ermetismo è la filosofia esoterica . Ora, la Mistica è la Yod del Tetragramma , proprio come la Gnosi, ne è la prima Hè , come la Magia è la Vau – o “ fanciullo “ della Mistica e della Gnosi – come la filosofia ermetica è la sua seconda He finale o summa di ciò che è manifestato . Proprio come il tocco spirituale è il senso mistico, cosi esistono un senso gnostico, un senso magico ed un senso filosofico-ermetico speciale. La coscienza completa del nome sacro YHVH non può essere raggiunta che attraverso l’esperienza congiunta di questi quattro sensi e attraverso la pratica di quattro differenti metodi. Perché la tesi fondamentale dell’epistemologia ( o gnoseologia ) ermetica è che “ ogni oggetto di conoscenza richiede un metodo di conoscenza a lui proprio “. Questa tesi o regola significa che non dobbiamo mai applicare lo stesso metodo di conoscenza a piani differenti, ma solo ad oggetti differenti appartenenti allo stesso piano. Ciascun metodo d’esperienza e di conoscenza spinto fino al suo limite diventa un senso o genera un senso speciale. Colui che osa aspirare all’esperienza dell’essenza stessa dell’ Essere svilupperà il senso Mistico o tocco spirituale . Se egli vuole non solo vivere ma anche imparare a comprendere ciò che vive sviluppa il senso gnostico. Se vuole poi mettere in pratica ciò che ha compreso dell’esperienza mistica, svilupperà il senso magico. Se infine vuole che tutto ciò che ha vissuto, compreso e praticato non sia limitato a lui stesso ed al suo tempo, ma diventi comunicabile agli altri e possa essere trasmesso alle generazioni future , dovrà sviluppare il senso filosofico- ermetico; è praticando che “scriverà il suo libro”. Tale è la legge espressa da Yod-Hè-Vau-Hè sui processi di trasformazione dell’esperienza mistica in tradizione; tale è la legge della nascita delle tradizioni. La fonte ne è l’esperienza mistica : non si può essere né gnostici, né maghi, né filosofi ermetici senza essere mistici. La tradizione vive solo quando costituisce un organismo completo, quando risulta dall’unione della Mistica, della Gnosi, della Magia e della filosofia ermetica. Se non è così, essa si decompone, muore. E la morte della tradizione si manifesta nella degenerazione dei suoi elementi costitutivi rimasti isolati. Allora la filosofia ermetica separata dalla Magia, dalla Gnosi, dalla Mistica diventa un sistema parassita di pensiero autonomo, che è, a dire il vero , un vero complesso psico- patologico , poiché strega e asserve la coscienza umana e la priva della sua libertà. In quanto alla magia autonoma , cioè alla magia senza Mistica e senza Gnosi, essa degenera necessariamente in stregoneria o quanto meno, in un estetismo romantico patologico. Non c’è “ magia nera” , ma maghi che brancolano nelle tenebre, perché sono senza luce della Gnosi e della Mistica . Una Gnosi senza esperienza mistica è la sterilità stessa. E’ un fantasma religioso senza vita e movimento . E’ il cadavere della religione animato intellettualmente da briciole cadute dalla tavola della storia passata dell’umanità. Passiamo poi alla mistica che non ha generato Gnosi, Magia e filosofia ermetica . Tale mistica, presto o tardi, inevitabilmente degenererà in “ godimento spirituale “ o in “ebbrezza “. Il mistico che vuole solo l’esperienza degli stati mistici senza comprenderli , senza tirarne le conclusioni pratiche per la vita e senza voler essere utile agli altri , che dimentica tutto e tutti per gioire dell’esperienza mistica , può essere paragonato ad un ubriacone spirituale .Cosi la tradizione può vivere , come del resto ogni organismo vivente, solo quando è un organismo completo di Mistica, Gnosi, e Magia efficace che si manifestano all’esterno come filosofia ermetica. Ciò vuol dire semplicemente che una tradizione non può vivere se l’intero uomo non vive con essa, in essa e per essa. Perché l’uomo intero è contemporaneamente un mistico, uno gnostico, un mago ed un filosofo, cioè è allo stesso tempo religioso, contemplativo , artista e intellettuale . Ognuno crede in qualcosa , comprende qualcosa, può qualcosa e pensa qualcosa. E’ la natura umana che determina se una tradizione vivrà o perirà. Ed è la natura umana che è anche capace di far nascere la tradizione completa e conservarla vivente , in modo che i quattro “sensi “ – mistico, gnostico, magico e filosofico – esistano sia in potenza che in atto, in ogni essere umano.
Anonimo