Commento di Enzo NastatiLA RIVOLTA ARABA
Sui retroscena e possibili sviluppi
Ritengo che tutti stiamo guardando con apprensione ciò che sta succedendo sulla sponda meridionale dell'antico "mare nostrum ". i Paesi arabi, Tunisia, Egitto, Emirati, Marocco, Libia, e prima ancora Albania e chissà cosa altro ancora ...
La rivolta popolare contro poteri logori, dittatoriali, antidemocratici, sicuramente suscita un sentimento di simpatia e di solidarietà verso quelle popolazioni da tanti anni sottomesse. Povertà, fame, scarsità di lavoro, corruzione, ingiustizia, oppressione, manie di grandezza (ma stiamo parlando dei paesi arabi o dell'Italia?), è palese ed innegabile. Ma siamo sicuri che tutto sia riconducibile a questi aspetti? Vediamo un po'.
Il quadro politico-economico
Nel 2008 le rivolte per la fame che investirono 40 paesi erano principalmente proteste contro i prezzi esorbitanti del cibo. Nel 2011 le rivolte in nord Africa e nel sud ovest asiatico, ma anche le recenti manifestazioni di massa in Wisconsin e Ohio negli Stati Uniti contro il tentativo di distruggere i sindacati, sono il risultato del crollo del sistema finanziario globale. La gente comprende che, senza la libertà, non ci sarà né cibo né una speranza per il futuro. Dall'Algeria alla Tunisia, dalla Libia all'Egitto, dallo Yemen alla Siria, al Libano, alla Giordania, all'Arabia Saudita, all'Iran, al Bahrain, fino al Wisconsin ed all'Ohio, è in corso un processo rivoluzionario.
I tentativi, da parte del G20, di salvare il sistema bancario in bancarotta con i salvataggi e il continuo acquisto di titoli "tossici" non fanno che pompare altra liquidità nello stesso sistema marcescente. Ma il denaro regalato agli speculatori viene "investito" nella speculazione sulle materie prime e le derrate alimentari, conducendo ad aumenti dei prezzi incontrollati.
Ora però non siamo di fronte a rivolte spontanee, bensì indotte che mirano a replicare nel nord Africa quanto avvenuto alla fine degli anni '80 nell'ex Unione Sovietica. Anche allora la rivolta partì da un piccolo Paese, la Lituania. All'inizio nessuno immaginava che l'incendio potesse propagarsi ai Paesi vicini e non era nemmeno ipotizzabile che l'Urss potesse implodere. Il Maghreb non è l'Unione sovietica e non esistono sovrastrutture da
far saltare, ma per il resto le analogie sono evidenti. La Tunisia è il più piccolo dei Paesi della regione ed è servito da detonatore per le altre volte. A ruota è caduto il regime di Mubarak, la Libia è in guerra civile, domani forse Teheran e, magari sull'onda, Algeria, Marocco, Siria. Che cos'avevano in comune i regimi tunisini, egiziano e libico?
La longa manu americana
Non è un mistero che le rivolte sono state ampiamente incoraggiate e per molti versi preparate dal governo americano. Da qualche tempo Washington riteneva inevitabile l'esplosione del malcontento popolare e temendo che a guidare la rivolta potessero essere estremisti islamici o gruppi oltranzisti, ha proceduto a quella che appare come un'esplosione controllata, perlomeno in Egitto e in Tunisia. Perché controllata? Perché prima di mettere in difficoltà Ben Ali e Mubarak, l'Amministrazione Obama ha cementato il già solidissimo rapporto con gli eserciti, i quali infatti non hanno mai perso il controllo della situazione e sono stati i veri artefici della rivoluzione. Non scordiamocelo: oggi al Cairo e a Tunisi comandano i generali, che anche in futuro eserciteranno un'influenza decisiva. Washington ha vinto due volte: si è assicurata per molti anni a venire la fedeltà di questi due Paesi e ha messo a segno una straordinaria operazione di immagine, dimostrando al mondo intero che l'America è dalla parte del popolo e della democrazia anche in regimi fino a ieri amici. Come in tutte le rivoluzioni sono le forze armate a determinare l'esito delle rivolte popolari.Immagine dell'antico Tempio di Salomone a Gerusalemme
La visione scìentifico-spiritualeUna chiave per aiutare a comprendere gli eventi è quella di guardare alla
geografia spirituale del Mediterraneo. Qui ne possiamo dare solo alcuni semplici cenni.
Il Mediterraneo rappresenta in piccolo tutto il sistema planetario
e contemporaneamente rappresenta l'uomo. Abbiamo così le nove isole principali: le tre delle Baleari (Maiorca, Minorca, Ibiza) che
ne rappresentano il polo "testa" (in quanto rivolte a ovest), le tre "italiane" (Corsica, Sardegna e Sicilia) che ne
rappresentano il polo del "ritmo" In quanto poste al centro) e le tre principali greche (Corfù, Creta, Cipro) che
rappresentano il polo metabolico (poste a est). Queste nove isole rappresentano anche
le nove gerarchie spirituali (Angeli, Arcangeli, ecc.). Ma ancora più interessante è
collegare gli stretti del Mediterraneo con i chakras umani. Vediamoli. Gibilterra, Scilla e Cariddi, Messina, Bonifacio, Dardanelli, Bosforo. Questi stretti-chakras alimentano la vita spirituale del Mediterraneo e agiscono in risonanza con i principali chakras "terrestri": Efeso, Delfi, Samotracia, Cheope, Chartres, Alessandria d'Egitto e altri ancora. Mi rendo conto che gli accenni sono proprio tali, ma mi preme portare il pensiero più avanti.
I Chakras arificialiE' a tutti noto che l'ingegno umano ha realizzato tre enormi canali navigabili sulla superficie terrestre:
Suez, Corinto e Panama. Questi tre canali agiscono come degli stretti artificiali, ossia come
chakras negativi. Se ragioniamo sulla cosa vediamo che attorno ad essi vi sono i principali focolai di guerra della Terra. Suez con il conflitto arabo-israeliano, Corinto con la cosiddetta "polveriera" dei Balcani (che ci ha "regalato" la prima Guerra Mondiale), Panama con
le guerre in Nicaragua, Honduras e Panama stessa.
In questi anni abbiamo già avuto occasione di vedere l'attivarsi di questi centri energetici negativi, ma il focolaio più pericoloso è certamente quello legato a Suez ed all'interminabile conflitto arabo-israeliano. E qui torniamo alle rivolte arabe manovrate dagli Usa, notoriamente legati a triplo filo con la politica espansionistica israeliana.
Cosa aspettarci?Come si suoi dire i "giochi" sono ancora "aperti". Penso sia bene dare una rapida occhiata a cosa le principali religioni "prevedono" per questi tempi.
L'escatologia islamica ci indica quale sia il destino del genere umano dopo la morte e la risurrezione voluta da
Allah nel Giorno del Giudizio e fornisce ai suoi fedeli delle linee guida molto chiare riguardo la fine dei tempi. Vengono menzionati vari segni maggiori e minori (fino a 100), elencati nella
Sunna e nel Corano come annunci del prossimo Giorno del Giudizio. Questi segni possono essere divisi in due parti: segni minori e maggiori. Tra i maggiori troviamo la comparsa di un
Anticristo, l'avvento
dell'Imam Mahdi e successivamente del
Profeta Gesù (che radunerà le forze del bene contro i malvagi) (
Corano, 43:61), tutto questo tra fenomeni astronomici, terremoti ed inondazioni.
Il Mahdi (in molte tradizioni isla-miche questi è Gesù) riapparirà è terrà un grande discorso presso la
Ka'ba, in seguito radunerà un'armata islamica di 313 generali e di migliaia di seguaci per sconfiggere l'Anticristo (e forse occupare la città di
Roma, come velatamente rivelato nella Sura XXX "dei romani"). Il Mahdi vincerà l'Anticristo e ristabilirà l'autentico Isiam e finalmente il mondo potrebbe ritrovare pace e tranquillità.
Nell'escatologia giudaica il "Tempo della Fine" o "Fine dei Giorni" comprende una serie di temi interconnessi: il ritorno degli esiliati dalla
diaspora ebraica, la ricostruzione del
Tempio di Gerusalemme (terzo tempio) e il
Mondo a Venire un termine ambiguo che può riferirsi
all'aldilà, al regno messianico sul mondo, oppure alla vita dei
resuscitati. Ad un certo punto, il
Messia degli ebrei dovrebbe comparire, ed essere unto dagli alti sacerdoti come il
Re di Israele.
L'escatologia cristiana fa principalmente riferimento al 25° capitolo del
Vangelo di Matteo, nel versetto dove Gesù Cristo afferma che "nessuno conosce l'ora o il giorno," eccetto il
Padre. Mentre alcuni credono che la predizione delle date o dei tempi sia futile, altri credono che Gesù abbia anticipato i segni che indicherebbero che "la fine dei giorni" si avvicina. Alcuni di questi segni includono disastri naturali, rivolte civili, ed ogni genere di inconsueta catastrofe della massima entità. Del tempo preciso, comunque, Gesù accenna soltanto che verrà come un "ladro nella notte." Elemento centrale rimane il Ritorno glorioso del Messia "sopra le nubi".
ConclusioneDa quanto esposto siamo di fronte alle tre grandi religioni che attendono il ritorno del Gesù (la Parusia del Cristo nel piano della Vita per i cristiani, il ritorno del Madhi-Gesù per i musulmani, il Messia per gli ebrei) e queste tre religioni sono in continuo contrasto tra di loro.
Mi permetto quindi di dare questa visione della rivolta araba: gli ebrei ritengono fondamentale la ricostruzione del
Tempio di Gerusalemme come requisito per la realizzazione della "loro" escatologia. In ciò trovano contrasto con gli arabi e quindi utilizzano il loro alleato-succube, ossia gli USA, per fomentare queste rivolte, che, seppur sacrosante, hanno come risultato il formarsi di governi militari i cui vertici sono stati per la maggior parte formati nelle accademie USA.
In ciò si inserisce il tramare dell'imperialismo massonico inglese che utilizza la globalizzazione per creare condizioni economiche e politiche estreme nelle popolazioni. Ricordiamo la frase di Henry Kissinger (altissimo esponente massone legato a tutti i poteri occulti "neri"):
"per controllare gli stati bisogna controllare il petrolio, per controllare le popolazioni è fondamentale controllare il cibo " La prima fase ha visto la guerra afgana e irachena (e l'iraniana dietro l'angolo), la seconda è l'attuale: l'affamamento del mondo in modo da creare una situazione di crisi che permetta di attuare la terza fase: lo stato "buono" darà il cibo alla popolazione (senza"pretese" bio però, accontentatevi dell'OGM!) e per evitare accaparramenti e soprusi ognuno riceverà la versione "moderna" della tessera annonaria dell'ultima guerra: un bel microchip da impiantare sotto pelle! Così il cerchio si chiude: tutti affamati, tutti aggiogati, tutti adoranti la Bestia.... Spero tanto di sbagliarmi!
Enzo Nastati