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     Il Mistero del Natale e l'arrivo del nuovo anno - Omraam Mikhaël Aïvanhov

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    MessaggioTitolo: Re: Il Mistero del Natale e l'arrivo del nuovo anno - Omraam Mikhaël Aïvanhov   Il Mistero del Natale e l'arrivo del nuovo anno - Omraam Mikhaël Aïvanhov Icon_minitimeMer Dic 11, 2013 10:03 am

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    Il Mistero del Natale e l'arrivo del nuovo anno

    La seconda nascita - Amore Saggezza Verità - Edizioni Prosveta “Ora mentre essi si trovavano in quel luogo, venne per lei il momento del parto e diede alla luce il suo figliuolo primogenito, Lo avvolse in fasce e Lo pose in una mangiatoia, perché non vi era posto per loro nell'albergo” (Luca, 2,6-7).

    Quando Maria e Giuseppe cercarono rifugio nella locanda, comoda e calda, non vi era posto per loro. La situazione di allora si ripete ancor oggi, nessuno o ben pochi, di coloro che pensano solo a mangiare, bere e divertirsi, sono disposti a ospitare Gesù nei loro cuori. Chi non “gli apre la porta”, non accetta neppure di vivere secondo alti ideali. Ma ecco una stalla. Quella stalla, con la mangiatoia, è un simbolo; è il simbolo della povertà, delle difficoltà delle condizioni esteriori. Sì, per l'uomo nel quale dimora lo Spirito sarà sempre così: gli uomini comuni difficilmente lo apprezzeranno e lo accetteranno. Ma grazie alla luce che il Bambino proietta al di sopra della mangiatoia, altri lo vedranno da lontano e verranno a rendergli omaggio...

    L'intelletto, cioè Giuseppe, anziché essere geloso e ripudiare Maria, come farebbe un uomo rozzo che grida: “Il figlio che hai messo al mondo non è mio, vattene!...”, deve inchinarsi e dire: “E' Dio che ha sfiorato il cuore e l'anima di Maria. Io non potevo farlo”. L'intelletto non deve dunque ribellarsi e adirarsi, ma comprendere correttamente dicendo: “Qui vi è qualcosa che mi supera”, e proteggere Maria. Ripudiare Maria sarebbe come ripudiare la metà del suo essere e diventare come coloro che, puramente intellettuali e razionalisti, hanno eliminato tutto il lato affettivo, ricettivo, tutte le qualità come la dolcezza, l'umiltà e la bontà.

    I tre Re Magi portarono oro, incenso e mirra, e ognuno di questi doni era simbolico. L'oro significava che Gesù era re: il colore giallo è il colore della saggezza, il cui splendore brilla sopra il capo degli Iniziati come una corona di luce. L'incenso significava che era un sacerdote: l'incenso rappresenta il campo religioso, ma anche del cuore e dell'amore. E la mirra è il simbolo dell'immortalità: ci si serviva della mirra per imbalsamare i corpi e per preservarli dalla decomposizione. I Re Magi hanno dunque portato dei doni che hanno un legame con i tre mondi del pensiero, del sentimento e del corpo fisico.

    Occupiamoci ora della stalla. In quella stalla non vi erano né pastori, né greggi, ma soltanto un bue e un asinello. Perché? Da secoli si ripete questa storia senza capirla, perché il simbolismo universale è andato perso per l'umanità. La stalla rappresenta il corpo fisico. E il bue? Sapete che anticamente il bue, il toro, è sempre stato considerato come il principio generativo. In Egitto, ad esempio, il bue Apis era il simbolo della fertilità e della fecondità. Il bue è sotto l'influsso di Venere e rappresenta la forza sessuale. L'asino, invece, è sotto l'influsso di Saturno e rappresenta la personalità, vale a dire la natura inferiore dell'uomo, quella che chiamiamo il vecchio Adamo, testardo, ostinato, ma buon servitore. Infatti quei due animali erano là per servire Gesù. Ma servirlo come? Ora vi rivelerò un grande mistero. Quando l'uomo comincia a compiere su di sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua personalità e con la sua sensualità.

    L'Iniziato è appunto colui che è riuscito a dominare queste due energie e a metterle al suo servizio. Egli non le reprime. Infatti non è stato detto che quei due animali siano stati cacciati o soppressi; erano là, presenti, ma che cosa facevano? Soffiando sul Bambino Gesù lo scaldavano con il loro fiato. Quindi, quando l'Iniziato è riuscito a trasformare in lui l'asino e il bue e a metterli al suo servizio, essi riscaldano e alimentano lo Spirito del Cristo con il loro soffio vitale. Queste energie non sono più presenti per tormentarlo e per farlo soffrire, ma diventano energie vivificanti.

    La luce...la stella che brillava sopra la stalla, significa che da ogni Iniziato, che possiede in sé il Cristo vivente, esce sempre una luce, una luce che rasserena, una luce che nutre, conforta, guarisce, purifica e vivifica... Un giorno quella luce verrà notata da lontano, da coloro che percepiscono che qualcosa si manifesta tramite quell'essere. Ciò che si manifesta è appunto il Cristo, e i potenti in tutti i campi verranno a lui. Anche i grandi capi religiosi che credevano di essere giunti al vertice, sentiranno che manca loro qualcosa, che non sono ancora giunti a quel grado di spiritualità che credevano, per cui vanno ad apprendere, a inchinarsi e a portare dei doni.

    La tradizione cristiana ci dice che Gesù è nato alla mezzanotte del 25 dicembre. Intorno a quella data ha luogo nella natura, la nascita del principio cristico...di quella luce e di quel calore che trasformano tutto. In quei giorni anche in Cielo si celebra il Natale: gli Angeli cantano e tutti i Santi, tutti i Grandi Saggi e gli Iniziati sono riuniti per pregare, per rendere gloria all'eterno e per festeggiare la nascita del Cristo che nasce veramente nell'universo ...

    Estratto da Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica - di O. M. Aïvanhov
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    MessaggioTitolo: Il Natale e la Nascita del Bambino - Omraam Mikhael Aivanhov   Il Mistero del Natale e l'arrivo del nuovo anno - Omraam Mikhaël Aïvanhov Icon_minitimeLun Dic 01, 2014 8:39 am



    LA FESTA di NATALE E LA NASCITA DEL BAMBINO DIVINO

    Se esistono quattro feste cardinali: Natale, Pasqua, le feste di S. Giovanni e di San Michele, ciò non è dovuto al caso, o perché è piaciuto a qualche religioso istituirle, ma perché le quattro date cadono in corrispondenza di fenomeni cosmici.

    Nel corso dell’anno, il sole passa per i quattro punti cardinali (equinozio di primavera, solstizio d’estate, equinozio d’autunno e solstizio d’inverno), e durante questi quattro periodi avvengono nella natura dei forti gettiti e delle grandi circolazioni di energie che influenzano la terra e tutti gli esseri che la popolano: le piante, gli animali, gli uomini.

    Gli Iniziati, che hanno studiato tali fenomeni, hanno constatato che, se l’uomo vi presta attenzione, se si prepara e si mette in uno stato di armonia per ricevere quegli influssi, possono prodursi in lui grandi trasformazioni. La tradizione cristiana ci dice che Gesù è nato alla mezzanotte del 25 Dicembre. Il 25 Dicembre il sole è appena entrato nella costellazione del Capricorno. Simbolicamente, il capricorno è legato alle montagne, alle grotte, ed è appunto nell’oscurità di una grotta che il bambino Gesù può nascere. Per tutto il resto dell’anno, la natura e l’uomo hanno svolto una grande attività, ma all’approssimarsi dell’inverno, molte attività si arrestano, i giorni si accorciano, le notti si allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento, cose queste che permettono all’uomo di penetrare nelle profondità del suo essere e di trovare le condizioni per la nascita del Bambino.

    Quando il sole esce dalla costellazione del Capricorno, entra nell’Acquario, e l’Acquario rappresenta l’acqua, il battesimo, la vita che scaturisce producendo nuove correnti. Uscendo dall’Acquario, il sole entra nei Pesci, dove avviene quella pesca di cui Gesù parlava quando diceva ai suoi discepoli che sarebbero diventati pescatori d’uomini. Torniamo ora alla nascita di Gesù. Ogni anno, il 25 Dicembre, a mezzanotte appare all’orizzonte la costellazione della Vergine, ed è questo il motivo per cui è detto che Gesù è nato dalla Vergine. All’opposto appaiono i Pesci, e nel medio cielo si può vedere la splendida costellazione di Orione, con la centro l’allineamento delle tre stelle che, secondo la tradizione popolare, rappresentano i tre Re Magi.

    Ma lasciamo da parte il particolare di sapere se Gesù è veramente nato il 25 Dicembre a mezzanotte. A noi interessa il fatto che, attorno a quella data, ha luogo nella natura la nascita del principio cristico, di quella luce e di quel calore che trasformano tutto. In quei giorni anche in Cielo si festeggia il Natale: gli Angeli cantano e tutti i grandi santi, tutti i grandi Maestri e gli Iniziati sono riuniti per pregare, per rendere gloria all’Eterno e per festeggiare la nascita del Cristo, che nasce veramente nell’universo.

    E intanto sulla Terra, dove va la gente? A tavola, dove mangia e beve smisuratamente per festeggiare la nascita di Gesù … che mentalità ! e ciò che più stupisce, è che anche le persone più intelligenti trovano normale festeggiare il natale in quel modo. Invece dell’essere coscienti dell’importanza di un evento che si verifica una sola volta all’anno, quando tutta la natura è pronta a preparare una nuova vita, l’uomo pensa a ben altro. Ecco perché non ne ricava nulla: anzi, in questo mondo perde la grazia e l’amore del Cielo.

    Che cosa volte che il Cielo doni ad un essere che rimane insensibile alle correnti divine? Il discepolo invece si prepara, perché sa che la notte di Natale, il Cristo nasce nel mondo sotto forma di luce, di calore di vita, per cui crea le condizioni migliori affinché il Bambino divino nasca anche in lui.

    Gesù è nato in Palestina 2000 anni fa, ma questo è soltanto l’aspetto storico del Natale; come sapete, per gli Iniziati, questo aspetto è secondario, perché prima di essere un avvenimento storico, la nascita del Cristo è un avvenimento cosmico: è la prima manifestazione della Vita nella Natura, il principio di tutto ciò che esiste. Inoltre, questa nascita ha anche un aspetto mistico: il Cristo deve nascere in ogni anima umana come principio di luce e di amore divino.

    Questa è la nascita di Gesù: e fino a quando l’uomo non possiederà in sé la luce e l’amore, il bambino Gesù non potrà nascere in lui. Potrà attenderlo, potrà festeggiarlo … ma nulla più. Gesù è nato duemila anni fa , per festeggiare questo evento, si va in chiesa, si canta che Gesù è venuto a salvarci, e poiché siamo stati salvati,si può continuare a peccare, a bere e a mangiare; si può stare tranquilli per l’eternità. E’ così che gli esseri umani concepiscono la nascita di Gesù. Ma lavorare, studiare, fare degli sforzi affinché Gesù nasca interiormente in ogni anima, in ogni spirito, è cosa a cui poca gente pensa. Se fosse stato sufficiente che, duemila anni fa, Gesù venisse sulla Terra, come mai il Regno di Dio non è ancora arrivato? Le guerre, le miserie, le malattie, tutto avrebbe dovuto già scomparire…

    Non nego che la nascita di Gesù abbia rappresentato un evento storico di grande importanza, ma l’essenziale sta negli aspetti cosmici e mistici della festa di Natale. Non soltanto la nascita del Cristo è un avvenimento che si ripete ogni anno nell’universo, ma in ogni istante il Cristo può nascere anche in noi. Potete rileggere la storia della nascita di Gesù quante volte volete e cantare è nato il divino bambini! Ma fino a che il Cristo non nasce in voi, tutto ciò non servirà a nulla. L’importante, ora, è che ognuno senta il desiderio di farlo nascere nella propria anima, per diventare come lui, affinché la terra sia popolata da Cristi. Infatti era questo che Gesù chiedeva quando diceva: in verità, in verità vi dico, che colui che crede in me, farà egli pure le opere che faccio io, e ne farà anzi di più grandi. Ebbene dove sono le opere più grandi di quelle di Gesù? …

    Estratto dal libro di Omraam Mikhael Aivanhov
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